Yuriko e Gakurota si sposano per convenienza ma il loro matrimonio nasconde un segreto. La sposa è asessuale e aromantica, lo sposo è gay e perdutamente innamorato del suo amico di infanzia senza essere corrisposto. Yuriko si appassiona all’amore “impossibile” di Gakurota perché è fan dei manga Boys’ Love in cui i protagonisti sono ragazzi coinvolti in storie d’amore idealizzate e letti soprattutto da donne eterosessuali. La ragazza vorrebbe diventare un muro, da qui il nome del fumetto edito in Italia da Star Comics, “I want to be the wall“, per vegliare sugli amori altrui, come quello del suo consorte. Entrambi decidono di vivere insieme per placare le aspettative dei genitori completamente ignari dei loro orientamenti sessuali. Lo stile di disegno è semplice ma aiuta a focalizzarsi sui concetti fondamentali di convivenza e ostacoli nel coming out. Ho molto apprezzato l’onestà intellettuale della storia che, a differenza di molti manga di questo tipo, non ha la pretesa di risolvere la questione con un innamoramento improvviso eterosessuale tra i due protagonisti e rimane coerente con le loro identità.
La situazione delle unioni civili in Giappone
È notizia recente che la corte suprema di Tokyo ha dichiarato “incostituzionale” la mancata legalizzazione da parte del governo delle unioni civili tra persone dello stesso sesso. Secondo la sentenza, si tratta di una “discriminazione legale infondata basata sull’orientamento sessuale”, simile al giudizio formulato da quella suprema di Sapporo a marzo 2024. Il Giappone è l’unico Paese dei G7 a non avere leggi che proteggano le coppie omosessuali. Solo Tokyo sembra aver fatto dei passi avanti come singola città: nel 2021 ha istituito il registro delle unioni civili per le coppie gay. Non sono equiparate a quelle eterosessuali ma possono godere di vari benefici: diritto alla salute e alle visite in ospedale a un partner ricoverato, assistenza sociale e possibilità di inserire eventuali figli a carico, accesso ai servizi per l’assegnazione delle case.
I matrimoni di convenienza di facciata sono molto diffusi in Asia
In Asia molte persone Lgbtqia+ ricorrono al matrimonio di convenienza per non macchiare il nome delle loro famiglie all’interno della comunità, come riporta un articolo della BBC del 2017. Le persone non fanno coming out per paura di pesanti ripercussioni famigliari che potrebbero sfociare o nel loro totale disconoscimento o nell’omicidio. In alcuni Paesi come il Pakistan, l’omosessualità è illegale e le persone, se ne hanno la possibilità, fuggono per vivere alla luce del sole. La ragione di tale avversione non sarebbe nemmeno da ricercarsi nelle religioni praticate nel continente ma nelle pressioni culturali inflitte dalla società alla gente Lgbtqia+.


