Foto copertina: Roberto G., giacca: PunkRave, location: Chiesa di Santa Maria della Rocca, Offida. Il gatto nella foto in fondo non è stato maltrattato, il sangue è un effetto grafico.
Lord Byron è l’indiretto responsabile dell’immagine del vampiro moderno
Il vampiro letterario moderno nasce dall’antipatia tra due persone: John William Polidori e George Gordon Byron. Nella famosa notte in cui è nato parte del genere gotico moderno, il 15 giugno 1816, nel salotto di villa Diodati vicino Ginevra in Svizzera, avrebbe dato vita a Il Vampiro di Polidori. In realtà quest’ultimo scopiazzò l’inizio da Frammento scritto quella stessa notte da Byron: un protagonista misterioso si fa accompagnare da un amico in un viaggio in Turchia dove muore e fornisce specifiche istruzioni sulla sua sepoltura. Fu un gesto di ripicca da parte di Polidori, ex medico del poeta, allontanato perché dal carattere tetro e petulante, si sentiva sempre secondo al nobile inglese carismatico. È con questo romanzo che nasce la figura dandy, da viveur del vampiro, dato che la sua vita libertina ricalca quella del celebre poeta. Il nome del protagonista, Lord Ruthven, era l’appellativo satirico affibbiato da Lady Caroline Lamb per vendicarsi di Byron nel romanzo Glenarvon: dopo averlo introdotto in società, l’amante era stata abbandonata dall’aristocratico. Il compagno di viaggio di Ruthven è Aubrey, un giovane dolce e affettuoso, che doveva essere l’autoritratto dell’autore Polidori. Per la prima volta il vampiro è giovane, ricco e frequenta la vita mondana dei salotti londinesi. Il romanzo fu pubblicato con la firma Lord B. e per ironia della sorte fu attribuito erroneamente a Byron. Ebbe un enorme successo e Byron venne a sapere della falsa attribuzione da un editore parigino, a cui indirizzò una lettera per smentirla. Per dimostrare l’originalità dell’incipit pubblicò Frammento nel poema Mazeppa e Polidori fu costretto ad ammettere di essersi “ispirato” ad un suo racconto incompiuto. John non potè godersi la fama, visto che si suicidò con l’acido prussico sommerso dai debiti di gioco.
Il merito di Polidori è quello di aver creato un personaggio sfuggente dallo sguardo ammaliante che soggioga e distrugge. Chiunque incontrava Lord Ruthven cadeva in una sorta di maledizione e in genere finiva molto male. L’attrazione/repulsione che caratterizzerà pure i vampiri successivi è nella sua descrizione che lo trasforma in eroe romantico affetto da melanconia: un aspetto pallido, terrificante e allo stesso tempo bellissimo. Il vampiro folclorico passa ad essere letterario e determina la fine di un universo composto da tradizioni stagionali e dal lento scorrere del tempo. Questo nuovo vampiro assorbe le inquietudini di un mondo nuovo e acerbo, quello industriale. È un riflesso delle paure delle persone dell’Ottocento.
La morta innamorata: un topos sessuale
Nel 1836 Théophile Gautier crea un personaggio migliore de La Sposa di Corinto di Goethe. Si tratta della cortigiana vampira Clarimonde ne La morta innamorata che intreccia una relazione fatale col giovane prete Romuald: sacerdote alla luce del sole e fervido amante al bagliore lunare. Alla fine verrà salvato da un abate. L’autore costruisce l’immagine moderna della vampira: bellissima e con uno sguardo che porta alla dannazione. Nonostante sia uccisa alla fine, Romuald continuerà a ricordarla per tutta la vita. È come se non se ne andasse mai definitivamente, simile alla Carmilla di Laura. Il loro è un amore impossibile sotto tutti i punti di vista che se ci pensiamo bene, troviamo ancora tra le pagine delle contemporanee storie romantiche sui vampiri, solo che adesso la soluzione ad ogni pena – si fa per dire – sembra sempre scontata: la vampirizzazione dell’umano.
La leggenda della morta innamorata offre la base per l’invenzione dell’eros vampirico. Una voglia di sesso insaziabile come la sete di sangue, una lussuria che riporta alle fantastiche e deviate descrizioni dei demoni del Malleus Maleficarum. Il sesso instancabile può portare il vivo alla morte per consunzione. L’amore anche carnale per il defunto è stato associato in psicanalisi al sadomasochismo patologico. Eppure se ci pensiamo, almeno platonicamente ci siamo cascatə tuttə. Vi ricordate il film Ghost?
La storia lesbica tra Carmilla e Laura
Negli studi moderni sulla letteratura gotica c’è ancora molta difficoltà ad ammettere, non importa l’orientamento sessuale degli studiosi, che la storia tra Carmilla e Laura di Joseph Sheridan Le Fanu, uscita nel 1872, sia di stampo lesbico. “All’epoca non se ne parlava!”, è la più frequente obiezione. Il fatto che fosse proibito parlarne non significa che non se ne potesse scrivere. Le Fanu non lo fa nemmeno in modo tanto velato, anzi. Mi ricordo che il suo libro mi piacque per la scorrevolezza e il sentimento di angoscia melanconica che pervade il paesaggio della Stiria e avvolge i personaggi. Tuttavia bisogna pensare che è un rapporto tra donne visto dagli occhi di un uomo presumibilmente etero cisgender, quindi è molto più facile sia una sua fantasia lesbica piuttosto che una storia autenticamente lesbica. Ricordiamoci che lo scrittore appartiene al periodo vittoriano e di sicuro qualche segreto o repressione nascosta era in lui presente.
Laura vive col padre, ex funzionario dell’Impero Asburgico, in un castello della Stiria. Allaccia un rapporto tossico con l’enigmatica Carmilla, che aveva già incontrato da piccola col nome di Mircalla Karnstein. È una succube che opprime Laura. Infatti il medico quando la visita, evince in lei un senso di asfissia e gran debolezza. Emblematico il passaggio in cui la vampira succhia il sangue dal petto della vittima e Laura pensa di sognare un dolore causato da due grandi aghi. Carmilla continua a nutrirsi di lei durante la notte a sua insaputa. L’ abbraccio della vampira è mortale e toglie le energie. È possibile che l’autore abbia anche dato caratteristiche lesbiche al loro legame perché in passato era associato ad una condizione di sterilità. Inoltre, Carmilla potrebbe essere il doppio erotico di Laura: una manifestazione dei suoi desideri nascosti. La vampira fa una brutta fine. Identificata come responsabile di un’epidemia, viene trafitta, decapitata, bruciata e le sue ceneri sono disperse nell’acqua alla presenza delle autorità della Chiesa ortodossa che dovevano confermare i casi di vampirismo. Il finale ha un lieto fine ambiguo con Laura che si ricorderà sempre l’immagine dell’amata.
Dracula: non è tutto oro quello che luccica
Dracula è un romanzo di revival della letteratura gotica, scritto alla fine dell’Ottocento insieme a Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hide (1886), Il Ritratto di Dorian Gray (1891), L’isola del dottor Moreau di H.G.Wells (1896), Il fantasma dell’opera (1910). Il suo autore Abraham (Bram) Stoker ricevette la maggior parte delle informazioni su questa figura di condottiero sanguinario della Valacchia dal professore ungherese di lingue orientali all’università di Budapest, Arminius Vámbéry, incontrato nel 1890. Stoker dirà di aver percepito Dracula in un sogno ma in realtà si tratta di un incubo vittoriano. Il vampiro raccoglie caratteristiche terribili e suadenti allo stesso tempo: vive di notte in uno spaventoso castello, è colto ed erotico. Una creatura conturbante che affascina tutti: uomini e donne. Un romanzo che è ostinatamente “eterosessuale” in molte affermazioni dei suoi protagonisti ma potrebbe non esserlo.
Da qui parte il gossip perché purtroppo possiamo solo supporre e non verificare completamente: l’autore irlandese scrisse poco di sé. Abraham Stoker sposò a 31 anni (tarda età per l’epoca) Florence Balcombe che era uscita in passato con Oscar Wilde e non era interessata al matrimonio in sé. I due scrittori si conoscevano bene ma Stoker era restio a farlo sapere in giro, tanto che non compare nella lista di conoscenze. Forse non voleva essere associato ad una persona che era stata processata per sodomia, accusata di avere una relazione omosessuale con Lord Alfred Douglas. Inizierà a scrivere Dracula un mese dopo della condanna dello scrittore. L’irlandese era un grande fan di Walt Whitman a cui scrisse delle lettere appassionate, dal chiaro sapore omoerotico. Si incontrarono due volte. I biografi, in genere, ignorano o fanno breve cenno a queste lettere. Era anche un grande ammiratore dell’attore Henry Irving per cui nutrì solo un amore platonico. Misteriosa è anche la morte di Stoker, che sembra sia morto di sifilide e non di esaurimento.
Favola horror dell’omosessualità di Stoker o meno, Dracula affascina tuttə. Non è una storia a senso unico come quella di Carmilla. Il conte è usato come metafora per pratiche sessuali proibite all’epoca. Seduce Jonathan Arker, un giovane avvocato inviato al suo castello per concludere l’acquisto della sua casa a Londra. Dopo aver conosciuto Dracula, Harker si troverà tra le coperte del letto della stanza per gli ospiti con i vestiti ripiegati in un angolo. Sarà preso ostaggio dalle vampire del conte in quella che sembra più un’orgia che un banchetto a base di sangue. Rapporto omosessuale figurato può essere pure quello col suo sottoposto servizievole ai limiti della pazzia, Renfield. Dracula ha pieno potere sui personaggi maschili che non si oppongono a lui. Spia Harker e lo considera una sua proprietà. Renfield invece è il suo cane da guardia.
Dracula giunge in Inghilterra, vampirizza Lucy Westenra e succhia sangue da Mina Murray, la fidanzata di Harker. Lucy viene vampirizzata perché è una giovane più spensierata e aperta sessualmente di Mina, ideale vittoriano della brava ragazza. Dracula, nonostante ammali, forza le due donne a fare cose che non vogliono: bere il suo sangue per sottomettersi a lui. Una figura manipolatrice totalmente patriarcale che influenzerà le dinamiche di potere tra umani e vampiri fino ai giorni nostri. La vicenda di Lucy incarna la paura per il cambiamento della condizione della donna a fine Ottocento: aspira all’indipendenza senza timore di esprimere il proprio desiderio. Una strada che può spingere solo alla perdizione nella mente di un vittoriano, quindi viene mutata in un vampiro-demone insaziabile. Lucy sarà uccisa da Abraham Van Helsing, il medico che crede ai vampiri, e Dracula sarà polverizzato.

2 Replies to “Il vampiro moderno è queer, manipolatore e deve la sua fama a Lord Byron: tutto quello che non sapete più qualche gossip – 2a parte”