Maria di Nazareth, la più grande Dea del Cristianesimo che però non è riconosciuta come tale. Anzi il fatto di essere umana, madre di un Dio fatto uomo in suo figlio, mediatrice tra terra e cielo costituisce un dogma indiscutibile della fede cristiana. Tuttavia nei secoli i Padri della Chiesa e la Chiesa stessa hanno dovuto ridefinire la posizione della donna umana in risposta alla domanda del popolo. Il suo culto ha raggiunto l’apice nel Medioevo e nel primo Rinascimento. Ancora oggi rimane il personaggio più tenuto in considerazione della religione cristiana.
Maria è stata concepita vergine da Anna, sua madre, e vergine rimarrà fino alla morte. Perché solo una donna vergine poteva far nascere un Dio privo di peccato originale. La sua verginità però non può riscattare l’umanità dalla caduta innescata da Eva, che consisterebbe nella scoperta improvvisa della sessualità e della morte. Il vecchio simbolo del serpente, che personificava la Dea Madre, il femminino e i misteri della sessualità nell’antichità, è schiacciato dall’altro lato della faccia di Eva, Maria la Vergine. Questa gioca un ruolo fondamentale nell’Annunciazione del vangelo di Luca, ma poi appare poco nei Vangeli fino alla morte di Gesù, ed è sempre sottoposta al figlio. Nei vangeli solo Matteo si riferisce esplicitamente alla sua verginità e Luca la sottintende. Prima di lei, l’angelo era apparso a Zaccaria, marito della sua cugina più anziana Elisabetta, per informarla che avrebbe concepito Giovanni Battista, colui che battezzerà Gesù con il nome di Cristo. Dobbiamo la dottrina della vergine ad una “trasformazione” di traduzione dall’ebraico al greco di un versetto del libro di Isaia ancora oggi oggetto di disputa tra studiosi cristiani ed ebrei. Nel versetto di Isaia 7:14, il profeta disse ad Acaz, re del regno di Giuda che stava per essere deposto dal Regno di Israele e dalla Siria per essere rimasto fedele all’Assiria, che gli avversari non sarebbero riusciti nell’intento. Il reggente fu invitato a chiedere un segno a Dio della veridicità di questa affermazione e Isaia recitò questa profezia: “Ecco, la giovane donna ha concepito un figlio, che chiamerà Emmanuele”, e gli prometterà giorni felici per la sua stirpe. Questa è la profezia che annuncerebbe la venuta di Gesù. “Giovane donna” in ebraico almah, che più nello specifico significa “giovane donna in età fertile”, è stato tradotto in greco “parthenos”, che sta per fanciulla o ragazza non sposata che col tempo si è trasformato nella parola “vergine”. Se Isaia avesse voluto usare quest’ultimo termine, sarebbe ricorso a bethulah che significa ragazza senza esperienza sessuale, o che non ha avuto il menarca, o che non può concepire.
La venerazione di Maria fu motivo di dibattito all’inizio. Uno dei Padri della Chiesa, Epifanio, stabilì: “Consentite che Maria sia onorata ma consentite che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo siano adorati”. Al quarto concilio ecumenico della Chiesa (451 d.C.) a Maria fu dato il nome greco di Aeiparthenos, “Sempre Vergine”. La sua verginità diventerà una virtù scomoda per le donne dei Paesi cristiani e costituirà il metro di giudizio attraverso cui verrà misurata la loro morale. È importante ricordare che questa visione della donna vergine, pura, casta, sincera, sottomessa alla volontà patriarcale permane ancora oggi.
L’idea dell’Immacolata Concezione (dal verbo maculare, macchiare, quindi “senza macchia”) scaturì da Agostino, lo stesso principale teorico del peccato originale. Maria, nata naturalmente dalla madre Anna, doveva essere stata esente dalla passione dei genitori durante il sesso. Tuttavia il teologo romano non intendeva che fosse stata concepita in modo immacolato ma che fosse stata resa dopo immacolata dalla sua perfetta obbedienza alla volontà divina. Il teologo scozzese Giovanni Duns Scoto disse che Maria era stata preservata dal peccato dal momento della sua concezione alla Redenzione della Croce, con cui era stata salvata assieme a tutta l’umanità. In tutte queste teorie è però bene tenere in mente che nell’impero romano pre-cristiano la nascita verginale era il simbolo comunemente usato per designare la divinità di un uomo e si trasformò in un titolo affibbiato a persone eccezionali. L’Immacolata Concezione è stata decretata dogma da Papa Pio IX l’8 dicembre del 1854 con la bolla Innefabilis Deus: determina che la Vergine Maria è stata preservata immune dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento.
Cinquecento anni dopo la diffusione della mitologia cattolica Maria diventa il personaggio più venerato dei Vangeli. Sostituisce di fatto le dee pagane Iside, Hathor, Inanna, Astarte, Ishtar, Cibele, Demetra, Afrodite, Artemide: come loro è vergine e madre, dà alla luce un semi-dio che muore e risorge. I suoi primi ritratti erano di matrice pagana. Alla fine del quarto secolo Maria è rappresentata seduta nella stessa posizione di Iside con Horus, indossa la stessa corona muraria di Cibele o Diana e la gorgone di Atena è dipinta sul suo seno. Pochi sanno che il Partenone divenne chiesa di Maria tra il 500 e il 600 d.C. Il nome Maria proviene dall’ebraico Maryam, mar sta per “goccia”, yam per “mare”. Tutte le Grandi Dee Madri sono nate dall’oceano primordiale o dall’abisso d’acqua, l’utero primordiale dal quale sono nate tutte le forme di vita. La venerazione della Madre di Gesù è spesso diventata più diffusa e rilevante di quella per lo stesso figlio. Secondo lo psichiatra e antropologo Carl Gustav Jung, anche se la psiche conscia degli individui è diventata distorta, la psiche inconscia, intenzionalmente, compensa la distorsione insistendo su un punto di vista opposto per restaurare l’equilibrio.
Nel settimo secolo fu decretato che la madre di Gesù non poteva morire ma la questione della sua morte rimane confusa. Nella tradizione cristiana si dice che sia morta di morte naturale e il suo corpo sia resuscitato dopo tre giorni (la tomba sarebbe stata trovata vuota). La sua anima e il suo corpo sono stati accolti in Paradiso (Assunzione). Papa Giovanni Paolo II ha decretato nel 1997 che Maria è deceduta di morte naturale.
Bella esposizione.
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Grazie!
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