Late Bloomers, il neo podcast di Lorenzo Abagnale dedicato alle persone sbocciate sessualmente in ritardo

A maggio 2020 è nato il primo podcast italiano per persone che sbocciano tardi nel sesso. Il suo titolo, Late Bloomers, si riferisce proprio al termine inglese che indica questa categoria. L’ideatore è Lorenzo Abagnale, voice actor, copyvoicer e podcast producer campano, che lavora nella comunicazione e nel marketing. Late Bloomers raccoglie opinioni, voci, racconti sul tema dell’essere in ritardo nel sesso: sei puntate in cui Lorenzo sviscera l’argomento con ospiti come l’attrice e autrice Chiara Becchimanzi, suo completo opposto in materia, e si confessa rivelando di essere stato un fiore sbocciato tardi. Ha avuto le sue prime esperienze attorno ai vent’anni ma la prima volta è avvenuta poco sotto i trenta.

Col suo simpatico timbro impostato quasi da motivatore, Lorenzo narra coinvolgenti episodi personali affrontandone vari aspetti, un misto tra racconto di finzione e fatti reali, e ospita storie altrui offrendo il suo punto di vista con interviste legate al tema della sessualità. Lo trovate da ascoltare su varie piattaforme: Late Bloomers.

Come è nata l’idea del podcast?

Gioco con i podcast dal 2012. Mi sono avvicinato di più a questa forma di comunicazione con il mio blog Copyvoicer.com. Questa è una parola che mi sono inventato per definirmi e far collimare comunicazione persuasiva nella scrittura e voce. Volevo parlare della mia esperienza personale con sesso e amore che non coincide con quella della maggioranza delle persone. Mediamente si fa per la prima volta l’amore attorno ai diciassette-diciotto anni, io ho incominciato un bel po’ dopo. Per molti anni questo è stato un mio cruccio a livello di crescita e soddisfazione personale. Quando ho iniziato a fare esperienza, mi si sono aperti gli occhi su tante questioni, ho incontrato individui simili a me e ho pensato che mi sarebbe piaciuto raccontare la storia di un mondo ancora troppo sconosciuto. Ho scelto il termine anglofono “late bloomers” perché in italiano non ho trovato un’espressione corrispettiva, forse “fiore tardivo”. Per anni mi sono vergognato di essere fuori tempo nel fare sesso ma adesso ne parlo con una certa serenità, dato che ho capito che ognuno ha i suoi tempi, come dice il sottotitolo del mio podcast.

In una puntata hai detto che late bloomer può essere anche qualcuno con un’esperienza sessuale intermittente alle spalle.

La fioritura può essere soggettiva. Si può avere un’esperienza ad una certa età ma poi essere fermi per tanto tempo. Oppure avere relazioni e in seguito bloccarsi per brutti epidodi o volontà di stare da soli. Insomma, il concetto di verginità potrebbe “ricrescere”, citando una battuta di Friends. Io ho avuto un’esperienza abbastanza frammentata e frammentaria. Nel mezzo di questo periodo cosa sono stato? Cerco di soffermarmi su questo aspetto nel podcast.

Cosa ti ha influenzato nello sboccio tardivo?

Molti “danni” sono stati causati da una visione patinata e stereotipata dell’amore e della sessualità che viene propinata sotto forma di cartoni, film o altro. Per anni nel cinema amore ha significato purezza e sessualità volgarità, nonostante esistano diversi livelli di linguaggi cinematografici. Anche la letteratura non scherza con il topos dell’amore struggente. Ad una certa età dovrebbero essere proposti dei testi a scuola con degli elementi di realtà, come Ragazzi di Vita di Pier Paolo Pasolini, che contengano un’altra parte della storia. A onor del vero non ho ancora letto questo libro, ma ho un vivido ricordo di un professore che ci parlò dei suoi contenuti (inclusa una componente sessuale) con grande fervore, e prima o poi proverò a leggerlo. Un libro che invece ho letto e studiato, e che mi ha profondamente aperto gli occhi sulla società in cui viviamo e su come venga filtrata dalla borghesia che rappresenta la cultura mainstream, è Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Carlo Emilio Gadda.

Hai in mente qualche motivo per cui la tua fioritura ha impiegato così tanto tempo?

Penso che ne studierò i motivi per tutto il resto della vita. Alcuni di questi sono il fatto che penso troppo, ho avuto pregiudizi culturali (“questa ragazza mi piace però non mi ci voglio mettere insieme e allora non va bene quindi lascio perdere”) e sono da sempre un timido-estroverso. Con gli anni ho lavorato e continuo a lavorare sulla mia timidezza per far sì che non diventi un impedimento.

Quali sono state le tue tappe sentimentali?

A ventidue anni ho avuto il primo bacio e le prime esperienze. Il primo rapporto completo a ventotto, il secondo c’è stato molto tempo dopo. La mia fioritura infatti è avvenuta in maniera graduale molto sfumata. Non sei più vergine ma neanche attivo sessualmente. Non sei né carne né pesce. Questo è il mio racconto di Late Bloomers sulla mia pelle.

Com’è stato il primo bacio a ventidue anni?

Dico una cosa molto banale: è stato magico. Lo avevo talmente desiderato per anni che quando l’ho ricevuto è stato così assurdo che mi è sembrato un unicorno.

Hai mai confessato a qualcuno di essere late bloomer prima del podcast?

Adesso sì. Fino a pochi anni fa ammetterlo faceva parte del problema. Un aspetto che mi bloccava non era solo la verginità in sé o la quasi verginità, a seconda dell’anno di riferimento, ma anche l’indecisione se dirlo o meno alla ragazza di turno per una serie di conseguenze che mi immaginavo, come l’essere considerato impacciato. Col tempo ho imparato a scherzarci su e ad accettarlo.

Hai effettuato dei sondaggi tra i tuoi amici o i tuoi followers sui late bloomers?

Sondaggi specifici no, siamo entrati in argomento in maniera naturale e intuitiva. In questo modo ho scoperto che non sono così pochi gli amici che hanno iniziato tardi oppure qualcuno è uscito da una storia lunghissima e si è trovato a vivere una nuova verginità perché ha fatto sesso con un partner solo. La definizione Late Bloomer è veramente un calderone variegato dove mettere insieme una serie di esperienze legate alla sessualità che in genere non vengono raccontate.

In una puntata del tuo podcast dici che non hai ancora mai provato il sesso occasionale.

Per molto tempo non l’ho fatto perché non lo concepivo, era comportarsi da “brutta persona”. Non sapevo le regole del gioco. Mi è capitato di confondere una passione passeggera per una relazione. Adesso ho curiosità di farlo ma non fa parte del mio vissuto, dato che ho delle difficoltà a considerarlo come opzione per una questione di rispetto. Questo per quanto riguarda gli approcci da zero. Invece con persone che conosco da tempo, sì, mi è capitato nell’ultimo periodo.

Per la prima volta nella storia moderna, le persone, fidanzate o meno, si sono trovatie distanti rinchiusi in casa senza sesso dal vivo. È una condizione paragonabile a quella del late bloomer o se ne distanzia?

Durante il primo lockdown ho letto diversi articoli su questa tematica del non poter conoscere gente a causa del Covid e ho pensato: “Oh ma c’è gente che non fa sesso fino a trent’anni e voi non siete capaci di stare un mese senza?”. Pazienza! Da un certo punto di vista ci ha avvicinato tutti, dall’altro ho sentito ancora di più la distanza con la media delle persone perché per me, per tanti anni e in buona parte anche ora, il sesso non ha fatto parte della mia quotidianità. Era l’eccezione, non la regola, e questo lo rendeva (e lo rende) ancora più speciale. Un mese o due senza sesso nella mia vita è come dire cinque minuti. E’ come stare un mese o due senza mangiare lasagne o senza andare al cinema: sono cose che mi piacciono tantissimo e di cui posso sentire la voglia o la mancanza, ma non un qualcosa di cui sento un bisogno effettivo o impellente. Non ne faccio un dramma se per un mese o due non divoro una lasagna. Solo in tempi relativamente recenti il sesso ha iniziato a farsi più spazio nella mia vita, peccato che il Covid ha nuovamente reso tutto più complicato.

In una puntata dici che esistono maschi non interessati puramente al solo sesso e che tu ne sei la prova vivente. Perché lo affermi?

Per prossimità ai maschi eterosessuali, ammetto che sembra veramente che la maggioranza campi per fare sesso e molte ragazze vivono di riflesso questo pregiudizio verso il nostro genere. Io invece dico che ci sono mille motivi, al di là del sesso, che spingono un uomo a parlare con una donna. Mi sono trovato in situazioni in cui una ragazza mi interessava però non ero sessualmente attratto da lei e quest’ultima si stupiva che le dessi “palo”, come diciamo a Napoli. Pensava fossi gay o che lei fosse brutta. Nel caso di amicizia credevo che poi uno dei due ci rimanesse male e si rovinasse il rapporto.

Com’è adesso la tua posizione nei confronti del sesso?

È sicuramente un atto che voglio continuare ad esplorare. Fa parte dell’essere umano e degli esseri viventi in generale. Contribuisce alla nostra realizzazione personale che non vuol dire farlo a tutti i costi ma essere sereni con la consapevolezza del proprio io sessuale. A volte ho pensato di essere asessuale o demisessuale però non rientravo mai in tutti i parametri. Successivamente ho capito che io sono fatto così con queste tempistiche e dovevo accettarmi per come sono.

Che tipo di feedback hai ricevuto con le puntate del podcast?

Le persone mi hanno inviato dei bellissimi messaggi di vicinanza e condivisione, non solo richieste di partecipazione. Invito chiunque stia leggendo questa intervista a partecipare e a raccontare le proprie storie nella forma che preferiscono. Più le storie sono narrate e ascoltate, più le persone percepiscono connessione tra di loro e si sentono meno sole.

Qual è la storia più assurda che ti è arrivata?

La svelerò prossimamente. È una storia che coinvolge più livelli di sbocciatura tardiva: quattro esperienze vissute da una persona in varie fasi della sua vita.

Hai in programma nuovi episodi?

Sì, devo prendermi del tempo per realizzarli. Il podcast va a rilento perché ho impegni lavorativi da portare avanti. Come producer, aiuto pure altre persone ad avviare il loro podcast. Sono alla ricerca di sponsor per Late Bloomers come spinta per continuare in velocità a pubblicare episodi.

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