Il Marche Pride è un evento giovane, frizzante e pieno di voglia di fare: quest’anno sarà online il 27 giugno

Nel 2019 si è tenuto il Marche Pride, primo evento legato al Pride della regione in cui vivo, che ha riscosso una grande affluenza di persone per le vie di Ancona. L’ho accolto con molto entusiasmo perché nelle Marche in genere non avvengono molti eventi LGBTQI+ friendly. Al massimo i locali ne organizzano a numero chiuso oppure sono le associazioni studentesche che lanciano party come nel caso di GAP Urbino (che ho intervistato in questo post).

Marche Pride Facebook

Il Marche Pride è stato preparato da otto associazioni: A.GE.D.O. Marche (associazione di genitori, amici, parenti e conoscenti di persone omosessuali, bisessuali e transgender), Arcigay Agorà di Urbino, Arcigay Comunitas di Ancona, Gap Urbino, Esna Consulenze di Genere, Rebel Network (associazione femminista), UAAR Ancona (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti), Teekanne Associazione di Ancona. “È il frutto del lavoro di conoscenza e di rete tra queste associazioni sviluppato nel corso di anni”, informa Giacomo, uno degli organizzatori, responsabile scuola di Arcigay Agorà Urbino e segretario del Marche Pride, “In precedenza c’erano state manifestazioni importanti, come una del 2016 a sostegno della legge Cirinnà quando ancora non era stata approvata. Questa ha rappresentato la nostra svolta per fare fronte comune”. Ancona è stata scelta come città non solo per il fatto di essere capoluogo, ma anche a ricordo dell’iniziativa del 2016. La presidente del Marche Pride ricopre la stessa carica nell’A.GE.D.O. Marche, si tratta di Maria Cristina Mochi. “Siamo contenti del risultato dell’anno scorso perché le istituzioni hanno dimostrato una certa vicinanza. Siamo stati patrocinati da tantissimi comuni delle Marche, a partire dal mio, quello di Fermignano. Pure i comuni di centro-destra ci hanno spalleggiato e questo dimostra quanto la lotta per i diritti sia trasversale“. Nel 2019 ha partecipato alla sfilata il doppio delle persone previste. “C’erano moltissimi giovani che non ci aspettavamo, anche da fuori regione”.

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Il Pride non è solo la parata di un giorno. Attorno ad esso ruotano diversi eventi collaterali per sensibilizzare le persone. Le associazioni di Marche Pride nei mesi precedenti alla data della sfilata del 2019 ne hanno lanciati circa trentacinque di stampo culturale e ludico in tutte e cinque le province della regione. Quest’anno per le restrizioni dell’emergenza coronavirus l’evento è online e l’attenzione è stata ridotta solo al mese di giugno. La parata sarà il 27 giugno alle 17 fino alle 18:30 in una live della sua pagina Facebook, proprio nel giorno in cui avvennero i Moti di Stonewall a New York (la notte del 27). Lo slogan è “Sarà sempre Pride” per far intendere che “qualunque cosa succeda, noi continueremo a combattere per i diritti LGBTQI+”, spiega Giacomo. Durante il suo corso interverranno tutte le associazioni organizzatrici con diversi stacchi divertenti come ballerini di vogueing ed esibizioni di cantanti. Gli ospiti saranno a sorpresa. Prima dell’evento principale, in questa settimana si faranno tre dirette: due culturali e una ludica.

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Il focus sarà sulla legge contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia che sanziona le persone che commettono crimini contro le persone LGBTQI+. “Non bisogna solo punire i responsabili che tirano il pugno ma fare in modo che questi non lo tirino più con una politica educativa differente”. Se ci fosse stata la parata per le vie, il percorso sarebbe cambiato rispetto al 2019. “Avremo scelto di passare nei quartieri più difficili della città, dove vivono anche gli immigrati, perché vogliamo che la battaglia per i diritti civili ed umani si avvicini a chi viene messo al margine della società“. Un altro argomento pungente, è che la quarantena ha obbligato molte persone LGBTQI+ a stare con le proprie famiglie e non sempre è un aspetto positivo. “I numeri di supporto psicologico di Arcigay nazionale hanno subito una certa impennata di richieste”. Per chi ne avesse bisogno, si può chiamare il servizio Gay Help Line di Gay Center e Speakly la corrispettiva app.

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Avranno uno spazio anche i rifugiati LGBTQI+, che l’anno scorso hanno sfilato al Pride. “Cerchiamo sempre di far parlare gli interessati in diretta persona”, conclude Giacomo. Dopo l’estate le associazioni si riuniranno per preparare il prossimo Marche Pride, sperando di essere per quel tempo “tutti vaccinati” e che si possa fare dal vivo.

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