Frisson, la rivista indipendente di sessualità che si batte per diritti delle donne e comunità LGBTQIA+

Foto copertina di Francesca Ceccarelli: il team di Frisson a Più Libri Più Liberi 2024

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Frisson è uno scoppiettante magazine indipendente nato nel 2019 dalla mente della grafica Francesca Stella Ceccarelli. L’obiettivo è rompere gli schemi delle solite riviste definite “femminili” parlando di sessualità, piacere, intersezionalità, diritti delle donne e della comunità LGBTQIA+. La rivista è colorata, pop, piena di informazioni, articoli interessanti e inchieste, l’ultima sul #MeToo nel mondo del giornalismo italiano.

La redazione è composta dalla fondatrice e editrice Francesca Ceccarelli, dalla direttrice responsabile Angela Albanese Gennaro, e da molti collaboratori come Francesco Rubeis Mazzenga, Claudia Ska, Melania Sestili Mieli, Cristina Notarnicola Cassese, Maria Francesca Marras Pinna e Maria Elena Memmola Tripaldi. Nomi famosi dentro e fuori dal web hanno fornito dei contributi al magazine come il sessuologo Fabrizio Quattrini, l’educatrice sessuale Giulia Zollino, e il giornalista e attivista Iacopo Melio. Il prodotto cartaceo è disponibile sul loro sito online, nelle reti di librerie e negozi indipendenti come i sex shop.

Come è scaturita l’idea della rivista?

Era il mio progetto di tesi quando mi sono laureata in grafica e fotografia all’Accademia di Belle Arti di Roma. Ero molto appassionata di riviste indipendenti, poco diffuse in Italia rispetto a Regno Unito e Germania. Mi piaceva come parlavano di alcune tematiche non consone alla stampa tradizionale o di alcune nicchie. Ad un certo punto, mi sono avvicinata tanto al femminismo e al sex positive. Pensavo fosse interessante e originale provare a proporre un prodotto a tema e sono partita con le prime ricerche tra 2016 e 2017. All’inizio era un progetto individuale, con la speranza che una volta terminata la tesi potesse trovare uno spazio reale anche fuori. Quando stavo producendo il numero zero, ho iniziato a prendere contatti che poi sarebbero entrati nella redazione di Frisson.

Avevi già in mente la via da prendere?

Doveva essere un’alternativa a magazine femminili molto standardizzati, ma già nel secondo numero, quando ci siamo occupati della questione transgender, c’è stata una rapida evoluzione e, oltre alle donne, è stato indirizzato alla comunità Lgbtqia+. I numeri successivi sono stati arricchiti da nuove persone e sensibilità ed è diventato più stimolante.

Come hai conosciuto la direttrice e gli altri collaboratori?

Una delle prime persone che ha fatto parte della rivista già dalla tesi è la blogger e autrice Claudia Ska, incontrata per caso parlando di libri ad una fiera dell’editoria. La direttrice Angela Albanese Gennaro è subentrata nel secondo numero per formalizzarci come testata giornalistica. È un arricchimento importante, ha una formazione notevole per tematiche di genere, questione migranti, attualità, politica. Le altre persone sono arrivate mano a mano con la richiesta di diventare collaboratori o col passaparola.

Il primo numero di Frisson con la regista Erika Lust in copertina

Il nome è saltato fuori in automatico o c’è stata della ricerca dietro?

Ho effettuato diverse ricerche. Volevo un nome che fosse evocativo, non necessariamente italiano, da lì la scelta della lingua francese. Frisson significa ‘brivido di piacere’ inteso come ‘orgasmo della pelle’, una pelle d’oca tattile. La spiegazione del termine è data dal sottotitolo che vale come motto: ‘Oltre il piacere’. Ricorda che non parliamo solo di sessualità ma anche di politica, attualità, diritti e tanti altri argomenti.

Quali sono state le esperienze più belle che hai vissuto grazie a Frisson?

La coltivazione del rapporto con lə lettorə, che è molto stretto perché ti scrivono mail e messaggi sui social. È un filo diretto e intimo che soltanto la realtà indipendente ti può offrire. È bello sapere che hai cambiato la percezione dellə qualcunə, lə hai dato uno spunto per riflettere, lə hai acceso una scintilla. La relazione con comunità dellə lettorə e persone che condividono la nostra linea di pensiero si consolida con gli eventi che organizziamo per l’uscita dei nuovi numeri e cercare di andare fuori dalla bolla social.

Lo speaker e autore Diego Passoni protagonista della copertina di Frisson 12 a Più Libri Più Liberi 2024, foto: Francesca Ceccarelli

Come si stampa una rivista indipendente?

Io ho imparato dall’editoria indipendente che condivide le proprie informazioni in determinati posti. Alcuni editori pubblicano online guide gratuite utili che però bisogna riadattare al nostro mercato, nettamente diverso da quello estero, in cui ci sono shop di riviste del settore, più riconosciuti e frequentati. Nel preparare un numero fissiamo diverse riunioni per individuare la tematica e decidere quali filoni affrontare. Una volta arrivati gli articoli, si forma un timone digitale modificabile in qualsiasi momento e poi si porta in tipografia. Le fasi successive sono promozione, distribuzione nei punti vendita e programmazione di eventi di presentazione.

Un articolo sulla ninfomania di Claudia Ska nel numero 10 di Frisson

Quali sono i problemi maggiori che deve affrontare un magazine indipendente sulla sessualità?

La fase più facile è la produzione perché abbiamo una linea abbastanza libera, possiamo parlare di quello che vogliamo. La promozione è difficile perché da indipendenti non sfruttiamo i canali tradizionali come la distribuzione in edicola. Il nostro canale principale è l’e-commerce, totalmente autogestito, e poi le librerie e i negozi indipendenti. Il problema sono le piattaforme social attraverso cui ci promuoviamo, che non sono assolutamente friendly. Dal 2020 abbiamo un ban su Instagram, un blocco permanente che non è possibile togliere. Sul cartaceo non possiamo fare tanta pubblicità perché da una parte considerati poco attrattivi e dall’altra le aziende potrebbero chiedere il controllo sui nostri contenuti.

Su quale tema sarà il prossimo numero e quando uscirà?

Torneremo a parlare più di sessualità. Uscirà intorno ai primi di giugno e di sicuro organizzeremo presentazioni in giro per l’Italia.

Il nuovo formato di Frisson nell’ultimo numero della rivista

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