Ieri ho letto tutto d’un fiato Tomie di Junji Ito edito da J-Pop Manga. Si tratta di una feroce critica alla visione stereotipata della donna nella società giapponese. Tomie dice ciò che pensa senza filtri ed è fatta a pezzi dal suo professore Takagi e dai compagni di classe perché non è stata al suo posto. In giapponese esiste un famoso proverbio che esprime bene la situazione della ragazza uccisa: il chiodo che sporge verrà martellato. Ovvero: è meglio non farsi notare troppo.
I suoi quarantadue pezzi sono affidati da Takagi ai suoi alunni con il compito di non farli ritrovare. Tuttavia la polizia riesce a ricostruire il puzzle delle parti del corpo e dopo il suo funerale Tomie ricompare tutta intera. E fa impazzire tuttə.
Le storie autoconclusive mostrano la carica sessuale e erotica di Tomie che si dimostra un essere bisognoso d’amore ma crudele e privo di sentimenti in quanto tornato dall’aldilà.
Questo è il manga di debutto di Junji Ito, maestro dell’horror giapponese, che disegnò mentre ancora era odontotecnico. L’opera conquistò una menzione d’onore al primo concorso Umezu (Kazuo, padre dell’horror giapponese). Dal fumetto è stata ricavata una saga cinematografica live action in nove film.
Notevole
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