Podcast adorati | Vikings are gay!

Un podcast in inglese che mi è piaciuto molto in questo periodo è Vikings are gay! dell’accademica indipendente Amy Jefford Franks, che esplora la queerness al tempo dei vichinghi. Purtroppo questo popolo ha lasciato solo pietre runiche e tanto è stato scritto su di esso da persone, spesso del clero, già cristianizzate. L’unico modo per conoscere in parte il suo pensiero è la mitologia. 

Sappiamo ad esempio che Loki, Thor, e soprattutto Odino si sono trovati ad essere sia uomo che donna. E Odino non era considerato completamente maschio perché praticava il seidr (magia, veggenza, guarigione) che era riservato alle donne e gli uomini che lo praticavano erano spesso considerati gay o transgender. Il fatto però che alle divinità fosse concessa maggiore libertà nell’identità sessuale, non significa che fosse vista di buon occhio dai vichinghi. Ergi era un termine dispregiativo affibbiato a chi si riteneva fosse “effemminato”, “sessualmente passivo” o “impotente”, pure “argr” si riferiva a qualsiasi caratteristica femminile si manifestasse in un uomo. Come nella società greca e romana, quella norrena, anch’essa patriarcale, nonostante alcune “aperture”, lo stigma dell’omosessualità non si applicava agli uomini che avevano un ruolo dominante nel rapporto con lo stesso sesso. Chi occupava la parte considerata sottomessa era chiamato sannsorðinn, “palesemente fottuto” perché ciò che contava era se l’uomo fosse stato penetrato. Il termine ergi era così diffamatorio che erano previste sanzioni per chiunque chiamasse un uomo così o con argr o ragr, solo se la sua veridicità non veniva dimostrata. Addirittura l’uomo insultato poteva ammazzare l’altra persona per Chi non si conformava al modello maschile dominante (gay o transgender), cadeva nell’umiliazione sociale del nið  (sotto). Il corrispettivo femminile di ergi era org, che implicava una ribellione contro le norme di genere femminili ma non amore verso lo stesso sesso o transgenderismo. Poteva significare che una donna era sessualmente promiscua o prendeva iniziativa nel sesso.

Jarl Haakon nel nuovo Vikings su Netflix

Molto interessanti sono due episodi in particolare. Uno su Black Lives Matter e il Suprematismo bianco, in cui viene specificato come la nazificazione degli studi vichinghi abbia profondamente influenzato molti studiosi sulla purezza etnica di questo popolo. Niente di più falso. I vichinghi non erano solo razziatori ma anche commercianti che esplorarono e si unirono con persone di altri paesi come Turchia, Gerusalemme, Baghdad, il Mar Caspio, la Via della Seta, Nord America, Russia. Quindi erano più variegati di quello che ci si aspetta perché si unirono a persone di questi posti. Il secondo è l’ultima puntata sulla saga di Hervarar che nemmeno io, amante dei vichinghi, conoscevo. Parla della storia di una fanciulla scudiera (skjaldmaer, shieldmaiden), Hervor/Hervard, che nasce come donna e poi diventa uomo per la società.

Anch’io ho inserito un personaggio queer nella mia storia fantasy di ispirazione vichinga Il soffio del vento (su Wattpad). Si tratta del guaritore Nebrash. Inoltre alcuni guerrieri come berserkr e ulfhedinn non sono bianchi, ma africani (tra cui uno dei protagonisti Moregh) e asiatici, uno sciamano, Kenmarick, e il suo popolo, sono sami. Non ho distinto esplicitamente i loro colori della pelle perché non era determinante ai fini della storia e perché sia in un fantasy sia nel mondo reale dovrebbero essere inclusə tuttə senza fare distinzione.

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