Equinozio d’Autunno | I misteri iniziatici di Demetra e Persefone

Persefone, figlia di Zeus e Demetra (entrambi fratelli), viene rapita in un campo di fiori da Ade. Rimane intrappolata nell’Oltretomba perché mangia dei chicchi di melagrana, frutto simbolo della consumazione del sesso, che rende indissolubile il matrimonio con Ade. Demetra, dopo lunghe vicissitudini, riesce ad ottenere l’accordo che per sei mesi (primavera e estate) la figlia rimarrà con lei, e i restanti sei mesi starà con il suo consorte (autunno-inverno).

Il diciannove del mese di Boedromione (terzo mese del calendario attico, fine estate) gli iniziati ai Misteri Eleusini, culti mistici e misterici legati a fecondità, vita e morte, si riunivano per la processione di ventidue chilometri per la via sacra verso Eleusi. Sul ponte del fiume Kephisos si facevano degli scherzi sessuali umoristici ricordanti la dea Baubo che si era alzata la gonna e aveva mostrato la vulva per risollevare dal dolore Demetra. Il ventuno del mese nella seconda fase dell’iniziazione dentro al tempio le fiaccole venivano spente e si attendeva l’unione sessuale tra ierofante (supremo capo del sacerdozio di Eleusi) e sacerdotessa che rinscenevano quella tra Zeus e Demetra che avrebbe generato Kore (Persefone), oppure tra Ade e Persefone, in un luogo appartato. Al termine lo ierofante tornava con una spiga di grano falciata, simbolo di rinascita e secondo dono di Demetra all’umanità. Gli iniziati gridavano e cantavano al cielo Ye (pioggia) e alla terra Kye (partorisci). Serviva ad invocare il cielo per donare una pioggia prolifica alla terra. Il culmine della cerimonia era quando una voce proclamava: “La grande Dea ha partorito il bambino sacro: Brimo ha fatto nascere Brimos” (in questo caso Brimo significa ‘quello forte’). Il bambino divino era Iacco (Dioniso) che simboleggiava la conoscenza tornata in vita rinnovata dopo la morte. Poi una cesta con contenuti sacri sessuali veniva mostrata agli iniziati: modello dei genitali femminili, ventre materno, simbolo del coito, diversi tipi di torte, melograni, foglie e gambi, papaveri, un serpente.

Il racconto che conosciamo oggi è quello dell’Inno a Demetra di Omero (settimo secolo AEC) ma questo mito risale all’età preellenica, alla popolazione micenea, cretese e al Neolitico. Le storie più antiche narrano che la discesa di Core negli Inferi fu volontaria, senza nessun rapimento. Qui è importante notare il passaggio dal mito paritario a quello patriarcale. Probabile che questo cambiamento fu apportato dai primi invasori della Grecia provenienti dal nord (Achei, Ioni, Dori). Le Tesmoforie, una tre giorni dedicata alla fertilità di Demetra celebrata dalle prime donne greche, si svilupperà nei Misteri Eleusini. Il significato del mito di Demetra e Persefone aveva tre piani: il primo era l’allegoria dell’avvicendarsi delle stagioni, il secondo era l’avvicinamento dell’uomo agli archetipi di perdita e ritorno, il terzo era il ciclo della trasformazione composto da nascita, morte e rinascita. Il parto del bambino figlio della Morte significava che le pire funerarie non erano simbolo di distruzione ma di rinascita.

Telesterion, santuario di Demetra e Persefone

Il mito originario era il seguente. Demetra e Core vagavano per il mondo animando tutte le piante viventi. Incontrarono gli spiriti di morti, confusi e persi, quindi Core fece notare alla madre, all’epoca regina del regno dei morti, che non c’era nessuno ad accoglierli nell’Oltretomba per consigliarli e guidarli. Demetra disse che preferiva privilegiare la vita. Quindi Core scese negli Inferi per accogliere, benedire e iniziare i morti ai misteri dell’utero e alla rinascita. Demetra rimasta sopra si disperò e fece appassire tutto. Poi un giorno un germoglio verde di croco le sussurrò che Persefone stava ritornando. Quando la madre riabbracciò la figlia, tutto rifiorì.

Inanna

La mitologia di Ade fu portata dall’antico Egitto e i misteri di Iside, sorella di Osiride che faceva avanti e indietro nell’oltretomba, sono come quelli di Demetra. La dea antecedente a lei era Gaia, la dea della Terra che aveva potere sugli Inferi perché la terra è la casa dei morti. In alcuni posti della Grecia, Demetra era venerata come Ctonia (sotterranea) e ad Atene i morti si chiamavano Demetreioi “popolo di Demetra”. La divinità dava la vita e quando questa moriva, la riceveva indietro nel suo ventre terroso. Per quanto riguarda Persefone, bisogna rifarsi ad un mito specifico della dea mesopotamica dell’amore e della vegetazione, Inanna. Nel 2.300 AEC la sacerdotessa sumera Enheduanna racconta in una serie di inni e poemi la discesa della dea nel regno dei morti per rendere omaggio a sua sorella signora degli Inferi, Ereshkigal, in lutto per la morte del marito Gugalanna ucciso da Gilgamesh. Dopo aver passato sette porte, Inanna non riesce ad uscire dall’Oltretomba e viene messa a morte dai giudici infernali. L’ancella che era con lei chiede aiuto e viene ascoltata solo dal dio Enki che manda due esseri asessuati che non possono morire. Questə raggirano Ereshkigal e ottengono il corpo della dea. La dea, nutrita di cibo sacro e abbeverata con acqua portentosa, risorge. In questo caso il mito è una metafora del viaggio mestruale influenzato dalla luna nella fasi di crescita e calo, morte e rinascita. Poi la storia continua con gli Annunaki (gli Dei) che per ricambiare questa enorme concessione le chiedono di trovare un suo sostituto. Lei sceglie Dumuzi che però tenta di scappa dal suo destino finché non viene costretto a sostituirla sulla Terra per metà dell’anno.

I Misteri Eleusini furono aboliti dall’imperatore bizantino Teodosio. Alarico, re dei Goti, distrusse il santuario di Eleusi nel 396 EC (era corrente).

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