Breve storia del ribelle ed erotico colore rosa

Il rosa ha una storia scandalosa. Nel passato non era associato a nessun genere. Tuttavia, secondo Valerie Steele, “la società decide cos’è un colore”. Ad esempio, nell’India del Nord e nel Rajasthan è stato a lungo indossato da entrambi i sessi.

Divenne per la prima volta di moda verso la metà del Settecento. A Madame De Pompadour piaceva talmente tanto che l’artigiano di porcellana Sèvres le dedicò una nuance, il Rosa Pompadour. A quell’epoca però il rosa era indossato soprattutto dagli uomini perché era visto come una derivazione più pallida del rosso, che richiamava le sfumature militari.

Nella società borghese e nella seconda rivoluzione industriale, i colori chiari e i pastelli furono lasciati alle donne. Divenne un colore delicato e femminile. Sempre in questo periodo il rosa sviluppò connotazioni erotiche per il fatto che richiamava la nudità. Divenne molto comune la lingerie di questa tonalità.

Con l’avvento della produzione di massa nel ventesimo secolo, si trasformò da un colore di lusso ad uno adatto alla classe operaia, dato che era indossato spesso dai sex worker. Nel 1918 per le bimbe veniva consigliato il colore blu. Rosa per i maschi e blu per le femmine. Celebre è il pink suit (completo rosa) indossato da Jay Gatsby nel Grande Gatsby di F.S. Fitzgerald (1925).

Paul Poiret riportò il rosa nel regno della giovane haute couture declinandolo in varie tonalità. Sua allieva e amica, Elsa Schiaparelli fu probabilmente ispirata da Poiret ed inventò il rosa shocking, una gradazione molto intensa del magenta. Fu chiamato shocking perché uscì assieme all’omonimo profumo che riproduceva le forme di Mae West.

Dagli anni Quaranta l’industria dell’abbigliamento produce indumenti femminili di colore rosa e maschili di colore blu senza una ragione specifica. Nel 1950 si rafforzò la codificazione di genere del rosa grazie alla pubblicità che lo usava come un simbolo iperfemminile. Il femminismo di fine anni Sessanta e Settanta ha fatto degli sforzi per abolire questa distinzione promuovendo colori neutri per tutti i sessi ma invano.

Negli anni Sessanta il rosa fu adottato di nuovo come colore di lusso da Jackie Kennedy e Marilyn Monroe. Le band punk come Ramones e The Clash lo resero intenso e trasgressivo. Era anche la tonalità della scritta Sex, negozio di Vivienne Westwood a Londra. Da qui in avanti tutta la cultura musicale ha utilizzato questo colore. Ad esempio, Jean-Paul Gaultier lo usò in tonalità cipria per il corsetto con le coppe a cono di Madonna nel Blonde Ambition Tour del 1990.

I triangoli rosa erano un simbolo di protesta dell’attivismo gay dei Settanta. In Francia l’AIDS per un periodo fu chiamato “la peste rosa”. Ora è il colore per combattere il cancro al seno. Nell’ultimo periodo c’è stata una riappropriazione del rosa come tonalità femminista. Il rosa fucsia è il colore ufficiale del movimento femminista italiano Non una di meno.

Sul rosa consiglio di leggere: Pink – The History of a Punk, Pretty, Powerful Color di Valerie Steele.

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