“Non fare più quella voce con me”, disse il mio primo uomo serio quando usai una voce dolce da bambina piccola non mi ricordo più in quale circostanza ma sono sicura non fosse durante il sesso. L’affermazione mi colpì talmente tanto che anche dopo essersi lasciati, per anni non ho fatto quel tipo di voce in presenza di uomini. Pensavo non piacesse a nessuno, poi ho scoperto per fortuna di no. Ci sono persone che non ci fanno caso o apprezzano. La vocina tenera è una mia componente fondamentale e inscindibile fino a che non lo decido io…e potrebbe essere mai. Ho iniziato a farla credo alle superiori, appena sono diventata adolescente, non per ricordarmi la bambina che ero ma perché divertiva mia madre che forse aveva già nostalgia della mia infanzia. Col crescere però ho capito che assumevo questo tipo di voce soprattutto per me stessa. Infatti parlo più spesso così da sola che in presenza di altri e al massimo si tratta di amici stretti. Mi sono resa conto che mi fa stare bene, mi mette di buon umore e mi rassicura. Immaginate quante volte l’ho usata in quest’anno colpito dal Covid!
La vocina non è prerogativa esclusiva delle donne eterosessuali cisgender. Viene usata pure dalla loro controparte maschile e da persone di altri generi, diversamente da quanto si pensi. Tuttavia, durante un rapido sondaggio, ho avuto la conferma che pochissimi la usano durante il sesso. Per alcuni è un deterrente, per altri non smonta l’eccitazione però non la aumenta. L’opinione pubblica pensa che la vocina quando è fatta da donne sia sessista e quando è fatta da uomini sia da bambinoni. La sensazione generale che emana è che sia da immaturi. Quest’anno nel programma Love is Blind di Netflix, in cui si hanno diversi blind date con la persona che poi si dovrà decidere di sposare, la concorrente Jessica Batten la utilizza con Mark Cuevas in un momento di serenità tra i due che si stanno conoscendo da poco dal vivo. Si è scatenato un autentico putiferio in rete e sui giornali anglosassoni. La sua vocina è stata bollata come una “sexy baby voice” e giudicata malissimo. Sono stati scomodati psicologi e antropologi per dimostrare che “il desiderio di fare baby talk è molto forte per la pressione sociale di dover proteggere l’ego di un uomo” (The Guardian, febbraio 2020). Addirittura è stata accusata in maniera indiretta di “essere complice nel mantenimento dell’ordine esistente di potere”, ovvero il patriarcato. Pronto, Freud? Non ti muovere da lì che arrivo a dirtene quattro! Nessuno ha pensato che lei abbia parlato così con Mark proprio perché si sentiva a proprio agio e non per fare la “stupida”. Tutto ok invece con Paris Hilton che nel suo ultimo documentario This is Paris disponibile su YouTube ammette di aver inscenato una vocina che non le apparteneva per atteggiarsi a “dumb blonde” (la bionda stupida, ottusa) e risultare più sexy per gli spettatori maschi etero nella trasmissione che l’ha resa famosa, The Simple Life di MTV. Ha pure non velatamente confessato di essersi creata un personaggio. Suona più patologico questo alle mie orecchie piuttosto che una ragazza qualsiasi che usa una modulazione affettuosa per parlare al suo fidanzato.
Quindi la sexy baby voice è un retaggio patriarcale? Se fatta volutamente sì. Ma anche qui non punterei il dito inquisitore (mai assomigliare ad un’istituzione patriarcale perché si sostituisce un sistema dominante ad un altro identico). Mi preoccuperei solo se come nel caso di Paris è stato un mezzo per costruirsi un personaggio lontano da quello che si è oppure nasconde un comportamento malato. Fino a quando una persona si sente a proprio agio, non c’è nulla di male. Se si sente costretta da circostanze di vario genere, assolutamente no. La maggior parte delle donne lo trova divertente e spesso serve per scaricare la tensione, alleggerirsi la giornata e divertirsi in particolar modo con se stesse. Nel sesso la questione è un po’ più complicata perché il gusto personale fa da padrone. Anche qui i generi non sono importanti. Può darsi che al vostro partner piaccia l’innocenza o a voi piaccia toccarvi mentre usate questa voce e X vi guarda. Le possibilità in materia sono infinite o limitate perché dipendono da background, caratteri, modi di pensare e di porsi nella società.

Infantilismo parafilico
Sorprendentemente ci sono stati studi scientifici sul fenomeno che in inglese , come ho già riportato, si chiama “baby voice”. Sembra incentivi l’attaccamento intimo tra individui e faccia schizzare dopamina e serotonina, gli ormoni del benessere, nelle aree del cervello adibite ai legami. In un vecchio studio del 1996 dell’Elmira College nello stato di New York è stato rilevato che il 75% delle relazioni felici usava tranquillamente la vocina da bambini. Quindi quest’ultima non fa bene sia ai bambini piccoli (è stato dimostrato) ma anche agli adulti! Chi l’avrebbe mai detto?! Io no, dato che per metà della mia vita sono stata spesso ripresa per il mio modo di fare o guardata con inquietudine. Quando si è cresciuti, è consentito fare le feste ai bambini piccoli ma parlare come loro è tabù. Si viene subito canzonati e guardati con disprezzo. Certo, nei giochi sessuali, l’infantilismo è una parafilia dove ci si eccita solo interpretando o facendo interpretare il ruolo di neonati (autonepiofilia) o bambini ed è una malattia psicologica seria, ma non è il mio caso ne quello della maggior parte di noi. Fare la vocina significa abbandonarsi all’altro e fidarsi completamente di questo senza riserve. Giocare ed essere dolci o avere bisogno di affetto. È anche un modo di esprimere l’amore in senso affettivo per qualcuno. Serve per rafforzare i legami. L’importante è che piaccia a tutti e due.
Penso sia un atteggiamento sessista o patriarcale non permettere alle persone di esprimersi nella maniera affettuosa che desiderano. È normale che un’overdose di vocina infastidisca ma non accettare e proibire addirittura alcuni atteggiamenti naturali nell’altro non è una sana presa di posizione. La vocina è un chiaro segnale di potenza perché ci mostra vulnerabili e sicuri di sé allo stesso tempo. Se qualcuno ci fa sentire inadeguati per il nostro modo di essere, scartiamolo. Bisogna sempre stare con chi ci fa sentire bene.