La Bodystocking non è volgare e può essere portata da tutti

Questo Natale mi sono regalata due bodystockings. In italiano non c’è un corrispettivo del nome, ma si tratta di una tutina coprente, trasparente, vedo-non-vedo, di pizzo (a volte anche ricamata) o a rete che assomiglia ad una calzamaglia ma con caratteristiche sexy. Può essere con o senza maniche (sostituite da bretelle sulle spalle) e si distingue dalla catsuit/bodysuit (tutina) per il tipo di materiale impiegato sopra riportato. Ho sempre pensato che non ci fossero bodystockings eleganti perché continuavo ad imbattermi in loro su siti che non ne avevano un vasto assortimento. Poi però grazie ad una pubblicità Instagram del brand Altur. mi sono ricreduta (spero di mostrarvi presto anche il modello ordinato da loro). Su Lovelize ne ho trovata una di ChiliRose abbastanza chic che vedete nella foto di copertina. Wovo Store ne ha anche di fantastiche e particolari. Vi consiglio pure UK Tights, in cui ci sono per tutti i gusti ed è uno dei prodotti di punta.

Marianne Faithfull, metà anni Sessanta, foto: Terry O’Neill.
Jerry Hall, Studio 54, anni Settanta.

La data di nascita di questo indumento rimane oscuro nel tempo. Prima degli anni Sessanta non si trovano delle concrete testimonianze fotografiche. È probabile però che provenga dal mondo dello spettacolo, del ballo e della danza, come molti indumenti trasgressivi. Si dice fu Adah Isaac Menken ad indossarne un primordiale esemplare coprente color nude nel 1860 nella pièce Mazeppa in cui interpretava un uomo nudo legato ad un cavallo. Il boom delle bodystockings si ebbe nel 1965, ma non è chiaro se a lanciarle fu Mary Quant nella sua linea di lingerie o altri. Come ci dimostrano certe fotografie di Marianne Faithfull a metà anni Sessanta e Jerry Hall nei Settanta allo Studio 54 (completamente nuda sotto), la sua versione sexy era già di moda. Emilio Pucci si inventò quelle coprenti dai motivi sgargianti oppure dorate lussureggianti da vedo non vedo. Thierry Mugler le portò sulle passerelle dell’haute couture francese nella collezione Les Insects primavera/estate 1997, poi in quella prêt-à-porter autunno/inverno nella veste di tutina guantata. Per questo Lady Gaga indossò nel 2011 al ristorante parigino Maxim’s dopo la prima sfilata di debutto del marchio Mugler rinnovato dal suo allora stylist di fiducia Nicola Formichetti una bodystocking nera trasparente leopardata: era un omaggio alla collezione Les 20 ans au Cirque d’Hiver, autunno/inverno 1995/96. Gaga fece scalpore perché si comportava come un felino, ringhiando e graffiando, e si presentò vestita in modo aggressivo in un posto famoso per il suo dress code elegante.

Les Insects, Thierry Mugler, 1997.
Lady Gaga all’ingresso del ristorante Maxim’s di Parigi in Mugler by Formichetti, 2011.

Forse sono stati Lady Gaga e Nicola Formichetti a rilanciarne il trend, fatto sta che da quel momento fashion designer e persone dello star system hanno iniziato ad introdurle nel loro guardaroba. La modella Bella Hadid, la sorella di Gigi, ne indossò una in pizzo di Fleur du Mal per un servizio online di Elle nel 2015. Alla stessa deve piacere il genere, dato che nel 2017 si infilò in un’altra di Alexander Wang in occasione del Met Gala per la mostra di Rei Kawakubo/Comme des Garçons. Sempre nel 2015 Kanye West usò delle bodystockings marrone scuro per la sua prima collezione con Adidas Originals e ne fece sfoggiare una marrone scuro alla moglie Kim Kardashian( pure Kylie Jenner ne vestirà diverse) . Nel 2016 Nicki Minaj si è presentata al red carpet del concerto di Tidal X a New York con una bodystocking che non lasciava nulla all’immaginazione. Jennifer Lopez ne ha messa una di Versace al suo afterparty dei Video Music Awards l’anno scorso. E poi Armani Privé e Jean-Paul Gaultier nel 2017, Alexander Vauthier nel 2018 e Maria Grazia Chiuri per Christian Dior nel 2019 hanno portato di nuovo le bodystockings sulle passerelle elevandole a capo per una serata particolare o per tutti i giorni.

Bodystockings Persefone di Trasparenze su UK Tights
Lizzo, Hustlers, 2019.

La bodystocking può essere anche aperta sull’inguine e sul sedere, perciò viene considerata un indumento da lingerie erotica. Può essere tenuta durante il sesso. Quando la scartate, vi sembrerà di non entrarci dentro ma ricordate che sono elastiche e abbastanza resistenti (dipende dal materiale). Sono adatte ad ogni tipo di corpo e dimensione. La cantante Lizzo ne ha esibita con fierezza una a rete glitter nel recente film Hustlers (2019), in cui era nei panni di una lap dancer. Rihanna ne ha infilata una nera trasparente per il colossale show di quest’anno della sua linea di lingerie Savage X Fenty. Io pensavo non mi stesse un granché, visto che sopra ho il seno piccolo, e invece devo dire che non è niente male! Da indossare fuori dalla camera da letto, si può mettere sotto una giacca o un maglione per andare ad una cena o a ballare. In autunno o primavera va bene con gonne o pantaloncini. Se ci si sente a disagio, sotto si possono aggiungere reggiseno, pasties, mutandine. Dipende dal contesto. È un acquisto che vi consiglio ma da scegliere da sol* perché coinvolge il vostro gusto personalissimo. La bodystocking vi trasforma automaticamente in attraenti bocconcini più dolci di un torroncino, da tirare fuori con effetto sorpresa come un coniglio nel cilindro per Capodanno!

Bodystockings di Chili Rose, rossetto verde Plan 9 di Kat Von D.

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