Uonnabi, dall’inglese wannabe (vorrei diventare, aspirante), è nato come un magazine online su Medium di argomenti LGBTQI+ legati alla sfera della letteratura, del cinema, della fiction e della musica. Giovani contributors hanno messo la loro penna a disposizione della rivista creata da Giovanni Mauriello e Flora Ciccarelli tre anni fa a Torino. Col passare del tempo, il progetto si è trasferito su Instagram ed è stato tradotto nella realtà attraverso iniziative fresche e divertenti: Tarot of the Pops, Sissy That Talk, Kissoni. Nel loro account Instagram sulle Storie in Evidenza c’è anche un curiosissimo ABC Drag, sulle parole più usate nel gergo delle drag queen. Oggi hanno presentato su Instagram il progetto Trans of Turin, dedicato ad otto persone transgender che abitano, studiano e lavorano nella città in mostra dal 19 al 27 novembre ad Off Topic, hub culturale del TYC, centro di protagonismo giovanile. I ragazz* sono una fucina di idee creative e ne stanno preparando delle belle, lo scoprirete nel corso dell’intervista.
Come avete deciso di creare Uonnabi?
Siamo stati entrambi adottati dalla città di Torino, e in un periodo in cui la voglia di esprimerci era tanta ma le occasioni per farlo erano poche, abbiamo pensato di creare qualcosa di nostro per poter lavorare ai progetti che davvero ci interessano senza filtri imposti da altri.
Una delle vostre iniziative che mi ha attirata subito è Sissy That Talk, in cui trasformavate gli intervistati in splendide drag queen, con quali criteri avete scelto le persone e ripeterete il formato a breve?
Sissy That Talk è un format che è nato dall’esigenza di parlare del mondo drag senza soffermarsi sull’aspetto artistico ma tirandone fuori il potenziale “introspettivo”: la maschera, la trasformazione come sfida al pregiudizio collettivo. Per fare questo percorso abbiamo scelto tre persone diverse (l’illustratore Mattia Surroz, la scrittrice Giuli Muscatelli e la regista Irene Dionisio) ma con una sensibilità comune al tema della pluralità delle identità e alla rappresentazione della diversità.

Perché è importante diffondere la cultura drag e cosa ci insegna questo mondo secondo voi?
Siamo certi che la performatività del genere sia alla base dell’egemonia del sistema patriarcale nella nostra società. L’arte drag concede a chi la pratica e anche a chi assiste di prendersi una pausa da questa ossessione per il binarismo di genere; se ne prende gioco con finalità artistiche che possono però condurre a delle riflessioni più serie sull’arbitrarietà di alcune imposizioni sociali. Il nostro piccolo esperimento ci ha permesso di renderci concretamente conto del processo di emersione della cosiddetta “femminilità” in dei soggetti che sono soliti viverla con delle modalità ordinarie, o comunque meno socialmente stigmatizzate. Questa per noi è un po’ una controprova di quanto sia penetrante la cultura nella costruzione dei comportamenti legati al genere. In più, c’è una forte compatibilità tra il nostro modo di vivere l’attivismo (in senso lato) e l’ironia alla base dell’arte drag. Già solo per questo l’amiamo molto.

Che cosa sono i Tarot of the Pops, quali sono le carte più particolari e li metterete a disposizione per la vendita prossimamente?
I Tarot sono un mazzo di carte composto dai 22 arcani maggiori dei tarocchi ma reinterpretati attraverso l’uso di icone della cultura pop italiana ed internazionale: da Beyoncé a Franca Leosini; da Tina Cipollari a Dawson’s Creek. Li abbiamo scritti noi (sembra strano ma va scritto anche un mazzo di tarocchi) e li ha illustrati con la tecnica del collage Elisa Botticella, una scrittrice e collagista di Torino. Ogni personaggio rappresenta al meglio (secondo noi) l’arcano che è stato chiamato ad interpretare. Le carte sono tutte belle e forse la nostra preferita è Tonio Cartonio, che rappresenta la Temperanza: un invito a resistere nonostante tutto e tutti. La peggiore è Mariah Carey: se esce Mariah non vuol dire niente di buono. Per quanto riguarda la vendita, ce l’hanno chiesto in molti ma purtroppo per rendere sostenibili i costi di produzione dovremmo trovare un finanziamento iniziale o un produttore. Quindi se c’è qualcuno interessato potete scriverci a uonnabi.redazione@gmail.com .

Quali sono i generi di articoli che presentate sulla vostra rivista Medium e ne state preparando qualcuno che uscirà presto?
Al momento sul lato editoriale siamo un po’ in fase di stallo. Come dicevamo, siamo partiti dalla scrittura ma poi i nostri orizzonti si sono ampliati e non riusciamo più a curare la rivista con la stessa frequenza con la quale lo facevamo all’inizio. Siamo anche molto selettivi, il che, come in ogni cosa, rallenta un po’ i processi. Va da sé che chi avesse una proposta editoriale da farci può scriverci alla stessa mail che è nella risposta precedente!
Cosa rende un articolo veramente uonnabi?
Cerchiamo sempre di proporre punti di vista non scontati. Ci piace la buona scrittura, anzitutto; talvolta su internet si tende a preferire il sensazionalismo, mentre per noi è importante che il versante editoriale di uonnabi resti uno spazio coerente con l’idea iniziale di far circolare contenuti che ci piacciano davvero. Non sentiamo la necessità di diventare virali né di essere sempre sul pezzo. È però fondamentale che restino pezzi di qualità.
Le categorie tematiche sono suddivise da nomi di persone famose come Fabio Volo o Vincenzo Mollica, perché questa scelta?
Si tratta di un ulteriore indizio del nostro approccio scherzoso alla cultura contemporanea: chi scrive recensioni è un “aspirante Mollica”, dunque un “uonnabi Mollica”, mentre chi punta alla fiction darebbe un rene per fare le tirature di Fabio Volo, e dunque andrà nella sezione “uonnabi Fabio Volo”. Semplice ed intuitivo, no?

Quali saranno le vostre prossime iniziative?
In questo periodo stiamo lavorando soprattutto offline ad eventi e mostre. Per il 3 novembre abbiamo preparato “Game of Queers”; un game-show in collaborazione con Casarcobaleno (la rete di associazioni LGBTQI torinese) e l’associazione Emporium, con la quale siamo in contatto dall’inizio di quest’anno. Cercheremo di sensibilizzare sul tema dell’omofobia ma lo faremo a modo nostro ed all’interno di una cornice d’eccezione che è Club Palazzo, la domenica di festa organizzata dal festival ClubToClub. Sempre sui temi LGBTQI, e in particolare sulla T si concentra il secondo progetto che abbiamo in cantiere: il 20 novembre si celebra infatti il Transgender Day of Remembrance, la giornata in ricordo delle persone transgender vittime di violenza. Noi non apparteniamo alla comunità T ma in quanto suoi sostenitori abbiamo voluto realizzare un progetto foto-narrativo che rimettesse la narrazione delle persone transgender nelle loro stesse mani, senza apporre etichette dall’esterno. Il risultato sono 8 ritratti che raccontano la comunità trans di Torino e il suo rapporto con la città, che si potranno vedere dal 19 Novembre all’Off Topic di Torino. Ultimissimo progetto a cui stiamo lavorando, invece, è Dear Sansa. Sarà una posterzine che racconterà il quartiere di San Salvario in collaborazione con l’Associazione Emporium ed alcuni ex studenti della Scuola Holden. Per ora non possiamo dire altro ma si troverà al market di San Salvario Emporium nel mese di dicembre.
