Qualche anno fa apprezzai molto la revisione Disney della storia di Malefica, la fata “cattiva” che lancia una maledizione mortifera su La Bella Addormentata. Mi piaceva il fatto che invece della gelosia e dell’odio, scegliesse la strada dell’amore, prima verso la figlia di re Stefano, Aurora, e poi nei confronti della sua ex fiamma. Viene dimostrato che il diverso anche se può far paura perché ancora sconosciuto, non è negativo e da emarginare. Un messaggio sempre attuale e nulla affatto scontato. Se il femminismo avesse un sinonimo, sarebbe quello di “diversità”, “pluralismo”, “inclusione”. Quando ad ogni genere viene domandato “perché lottate ancora, avete già ottenuto i vostri diritti”, bisogna rispondere che la storia si ripete sempre uguale a sé stessa ed ogni conquista può essere persa per uno sconvolgimento di qualsiasi tipo. In fondo non è passato tanto tempo da quando il genere femminile era considerato inferiore e la nostra vagina era paragonata ad un pene interno. È trascorso solo poco più di un secolo dall’ultimo caso ufficiale di stregoneria. E la donna ancora oggi viene associata spesso al diavolo nel suo aspetto di seduttrice insaziabile. Il mito di Adamo ed Eva che ci addita come causa della presenza del male sulla Terra non ci aiuta.

In verità, il concetto di male puro è assente dal mondo antico fino a che non arriva il profeta Zoroastro che fornisce una visione dualistica della realtà: il dio ermafrodita (intersessuale) Zurrah origina Ahura Mazda, il Buono, e Ahriman o Angra Manyu, il Cattivo. Trasforma le divinità precedenti in demoni e attua una riforma del pantheon pagano per dare nuovo potere alla casta sacerdotale dei magi che aveva bisogno di principi assoluti per riaffermare la solidità dei suoi poteri. Ahriman è il diavolo e nasce in Iran attorno al sesto secolo a.C. Non si sa da dove con esattezza gli ebrei abbiano preso la loro versione di Satana (har shaitan = l’avversario) ma di sicuro hanno subito la grande influenza dei loro oppressori babilonesi che vedevano demoni ovunque. Nel Vecchio Testamento il demonio è alleato di Dio, nel Nuovo è suo nemico. Tutti i vangeli degli apostoli hanno adottato l’idea del diavolo essenico (Esseni, antica setta fondamentalista ebrea): la venuta del regno di Dio sarà accelerata solo lottando contro il Diavolo. Furono i Padri della Chiesa a dargli un’origine: un angelo che con altri si era ribellato a Dio e aveva creato una gerarchia invertita del cielo. Il motivo della caduta? Passione carnale. Il Quarto Concilio Lateranense nel 1215 legittima l’esistenza del Diavolo per la Chiesa. Ma il terribile pasticcio è compiuto da San Tommaso D’Acquino e il suo amico Bonaventura da Bagnoregio nel Duecento che danno dei corpi veri ai demoni. Ciò dà il via ad una lunga serie di trattati teologici volti a dimostrare la loro reale esistenza sulla Terra. L’unico modo per verificarla è tramite la testimonianza della stregoneria riconosciuta dai teologi cristiani, che si basa sul sesso con i demoni. La licenza di uccidere è data dalla bolla di Papa Innocenzo VIII Summis Desiderantes Affectibus del 1484 che ufficializza la stregoneria come un fenomeno reale da condannare e combattere. Tre anni dopo uscì il testo-star a riguardo: il Malleus Maleficarum (Martello delle Streghe, 1487).

La maggior parte degli studiosi attribuisce l’exploit più serio della misoginia verso le donne al Malleus ma non è così. L’associazione delle donne ai demoni è presa dagli ebrei che la ereditarono dai mesopotamici durante la loro schiavitù a Babilonia. Nella sua mitologia le dee sono tutte megere. Anche Ishtar, la più grande tra loro, è solo una vagina con cervello che molesta il puro e nobile Gilgamesh. Così nel Vecchio Testamento piano piano la figura della donna scompare e viene declassata. Connessa ad Ishtar, era Astarte, la Grande Madre della fertilità e dell’amore, e nei testi demonologici il Diavolo viene spesso chiamato Astaroth probabilmente perché sono entrambi due esseri cornuti. Infatti la dea è spesso rappresentata col suo copricapo di corna di toro che simboleggiavano l’energia creatrice della luna e la accomunano all’egiziana Hathor. Le corna sono sempre positive nell’antichità: quelle di cervo rappresentano l’albero della vita, quelle di capra l’abbondanza, quelle d’ariete la Dea della Terra incinta. Sono state rinvenute molti crani di toro e mucche perché la loro conformazione era simile all’utero e venivano venerati nelle società matriarcali: gli uomini preistorici sapevano come era fatta una donna perché lasciavano i corpi morti all’aperto in balia degli elementi e degli animali. L’idea che i demoni abbiano le corna è stata presa dal capitolo tredici dell’Apocalisse di Giovanni, l’ultimo libro del Nuovo Testamento. Le corna del Diavolo sono state “prestate” dal dio cornuto maschile egiziano Banebdjed con la testa a forma di montone ma sono caprine perché si basano su una descrizione errata di Erodoto di tale divinità nelle sue Storie.

Tornando al Malleus, il suo autore, Heinrich Kramer, disse che le donne erano moralmente predisposte a cercare il sesso con i diavoli. Questa frase probabilmente proveniva da due fattori. Il primo è quello che nel Medioevo la donna era considerata sessualmente insaziabile e per questo la sua voglia poteva essere soddisfatta solo da esseri soprannaturali. Il secondo fa riferimento a Jean Vineti che nel suo Tractatus contra daemonum invocatores (1450-70 circa), facendo l’esempio di un caso allora recente, pretende di dimostrare la possessione demoniaca. Cito: “Alcune donne mentre erano tormentate dai demoni furono interrogate sui segreti delle Sacre Scritture da un gruppo di uomini educati di lettere, e loro risposero come se fossero state immerse nella letteratura sacra per tutta la loro vita”. Vuol dire che era raro che le donne avessero una formazione teologica, invece i demoni avevano un’esperienza diretta della realtà che discute la teologia. Quindi, secondo Vineti, per forza i demoni avrebbero suggerito o pronunciato queste risposte. Per quanto stiate ghignando a leggere questo concetto, ricordatevi che la caccia alle streghe che fomentarono questi testi fece dalle 30 alle 60.000 vittime di tutti i generi in più di trecento anni (sono dati approssimativi) e scoppiò effettivamente nel Rinascimento. E il tema centrale dei processi contro le streghe dal 1400 al 1700 fu proprio la fornicazione con i demoni.

Per quale motivo c’era questa ossessione col sesso soprannaturale? Mi piacerebbe dirvi che tutti fossero dei maniaci, particolare che di certo caratterizzava diversi di loro, ma non è esatto. Fu la crisi di fede. Gli stessi teologi non credevano pienamente a ciò che scrivevano e come succede sempre nella cristianità cattolica cercavano prove dell’esistenza dei demoni e, di conseguenza, di Dio, dato che sono sue creature. La riforma protestante, inoltre, vide un inasprirsi dell’intransigenza della Chiesa verso il diverso e l’anomalo, facendole serrare i ranghi. Tutto ciò che deviava dalla normalità dei suoi ristretti principi era demoniaco e condannabile. La colpa del Malleus è di rendere le streghe degli esperti testimoni col quale il libro traduce le definizioni metafisiche in concetti e categorie legali. I corpi vengono violati in cerca di indizi, si setaccia ogni buco perché il Diavolo ha un pene a tre denti per penetrare vagina, ano, e bocca e per unirsi alle sue fila è necessario avere un rapporto sessuale con lui. E le confessioni del sesso con i demoni arrivano spessissimo sotto tortura o spontaneamente nel vano tentativo di evitare il dolore e il processo davanti il tribunale dell’Inquisizione.

Il dettaglio sorprendente che induce riflessione è che furono proprio degli intellettuali a far diffondere la credenza della stregoneria e la conoscenza dei demoni al popolo. Il latino era conoscenza di pochi e i teologi fecero scuola, istruendo gli “ignoranti”. Così come il Diavolo è stato usato come strumento politico per risollevare la casta decaduta dei magi in Iran, e in seguito per affermare poteri centralizzati, così lo spauracchio delle streghe ha mantenuto unito il cattolicesimo per vari secoli. A farne le spese sono stati gli emarginati, come le donne indipendenti o sole, chi non si conformava, gli appestati. Questo è l’unico tratto che accomuna il Diavolo al sesso femminile: l’emarginazione, l’essere entrambi outcast. Per il resto, il bene e il male sono due concetti che non esistono, così come non esistono persone interamente buone o cattive. In noi albergano equilibrio e distruzione allo stesso tempo. Proprio come le care e vecchie divinità pagane.
