Ho conosciuto Ludovica Martire, fashion designer e pellettiera, per caso su Instagram per un post sulle body chain l’anno scorso. Mi sono innamorata a prima vista delle sue creazioni originali, oscure, potenti realizzate per il suo brand Ludovica Martire – Made in Pain, fondato con la sua socia Petrana Colesanti, che cura il lato economico. Non si tratta di semplici choker (collare), cuff (polsino) o harness (imbracatura) di pelle. La magia è data dalle decorazioni di gioielli e dal design ricercato della manifattura che rende unici i suoi pezzi. La sua donna è un fiore notturno intossicante, sia schiava che dominatrice. I nomi delle collezioni dedicate a lei evocano le divinità e i personaggi dell’antica Grecia: Athena, Aphrodite, Briseide, Calypso, Circe, Esperides, Hecate, Hera, Hippolyta, Medea, Persephone, Psyche, Tea.

Quando è iniziata la tua avventura nel campo della moda?
Mi sono diplomata all’Accademia Koefia a Roma nel 2006 , ho inizialmente lavorato come stilista di calzature da donna per poi passare alla progettazione e realizzazione di ricami ed infine approdare alla pelletteria, che è la mia grande passione in cui riesco a far confluire tutto ciò che ho appreso nel corso degli anni.
Come ti sei appassionata al mondo BDSM?
Più che il BDSM in sé per sé, sono sempre stata attratta molto dal fetish, di cui adoro il modo in cui normalissimi oggetti vengono privati del loro significato comune e rivestiti di una nuova magica identità a tal punto carica di desiderio da renderli veri e propri oggetti di adorazione. Il BDSM è il codice, il gioco delle parti dove le persone assumono ruoli e regole ben codificati nei quali è sempre presente un accessorio feticcio, ma dove poi l’adorazione e la sottomissione vengono rivolte ad una controparte precisa…e non è questa forse la trama di tutte le storie d’amore? Il mio approccio al mondo del BDSM è molto emotivo e intimo, lo capisco bene perché racchiude tutta la mia psicologia affettiva. In fondo quale donna non è mai stata almeno una volta ‘schiava’ di un uomo padrone o adorata come una Dea? Quale donna non sa essere un’inflessibile dominatrice o non ama languire nel dolore di un amore impossibile? Il BDSM è un po’ il Decamerone di tutte le mie storie d’amore.

Secondo te mancava un contenuto d’alta moda o di classe all’abbigliamento BDSM ed è per questo che hai deciso di imbarcarti in questo viaggio?
A dire il vero il viaggio è iniziato in modo casuale. Quando ho iniziato a lavorare la pelle, una mia amica mi ha chiesto di realizzare per il suo Master una frusta, che ho semplicemente adorato fare, è stato qualcosa di estremamente catartico. Da qui ho pensato che in qualche modo quella fosse la strada per me e che sì, in tutto il settore mancasse moltissimo l’estetica, la bellezza, e un aspetto delicato, prezioso, che rendesse omaggio al dono di fiducia che intercorre tra i ruoli nel BDSM. Una parte si affida e l’altra se ne prende cura, anche se apparentemente c’è solo l’uso violento di una frusta, è qualcosa comunque di tanto prezioso ed è questa l’idea che voglio rendere quando mescolo i miei ricami di pietre dure a collari di costrizione o fruste. La moda è qualcosa che deve restare molto lontana da questo settore, veicola un momento storico, un trend, mentre un ‘accessorio erotico/bdsm trasmette l’intera anima di una persona. Ho provato ad unire moda e bdsm ed è stato un flop totale!
Come realizzi le tue creazioni?
Realizzo personalmente a mano ogni pezzo/prototipo, lavoro e supervisiono costantemente la produzione. Non disegno mai perché il disegno imprigiona “troppo” l’idea in un’unica immagine, invece ho scoperto che se faccio direttamente le cose, vedendo semplicemente come le forme e i materiali si armonizzano meglio tra loro, nasce sempre qualcosa di bello con una sua estetica ben precisa. Inizio facendo il cartamodello sul manichino, poi lo passo su pelle, dopodiché vedo se è il caso di impreziosirlo con un accessorio o un ricamo. Nel caso del ricamo uso lo stesso sistema: metto insieme le pietre fino a che nn si incastrano in un “bel modo”, non cerco neanche in questo caso un disegno preciso. Ad esempio, il ricamo a forma di cuore del mio collare Afrodite è uscito proprio così, solo dopo ho visto che era un cuore perfetto. In seguito, passo alla rifinitura e tintura dei bordi a mano, da me è vietato usare macchinari di alcun tipo, è tutto fatto rigorosamente a mano e possibilmente ad occhio, ossia senza l’uso di maschere o linee guida e questo vale soprattutto per i ricami. Cerco di mantenere una lavorazione d’alta moda, dove non sono solo i materiali a fare il prezzo ma soprattutto le ore di lavoro. La mia squadra di artigiane, pellettiere e ricamatrici è composta unicamente da donne, gli uomini hanno una mano più forte e meno raffinata .

Che cosa le contraddistingue dai prodotti in commercio?
Sicuramente i ricami e la lavorazione artigianale. C’è un richiamo ai simboli del BDSM ma in realtà gli accessori sono anche molto slegati da essi. Li definirei più erotici e questo li rende spesso più delicati e femminili di altri prodotti simili in commercio.
Oltre al BDSM, a quale altro immaginario ti ispiri per progettare i tuoi gioielli?
A tutto il mio immaginario interiore a partire da quello di bambina, che affonda nella mitologia greca, di cui ho sempre adorato le figure femminili: dee , ninfe, arpie. Un femminile fortemente archetipico, passando per il mio immaginario adolescenziale gotico/romantico in cui prevalgono femme fatale letterarie come la lamia e la belle dame sans merci di John Keats, donne bellissime che si nutrono della carne e dello spirito degli uomini. Adoro questo tipo di femminile oscuro, inquietante, molto potente e divorante, che spesso noi donne dimentichiamo di possedere. Per finire, tutto confluisce nel mio immaginario erotico d’adulta, dove attorno ad ogni oggetto mi piace costruire un’atmosfera, visualizzare una storia d’amore ed eros che si sta per consumare. Cosa accende la passione di lui? Che tipo di desiderio lo divora? Da questo spesso visualizzo un pezzo nuovo.

Nel BDSM che ruolo ti si addice di più?
Chi mi conosce poco ti direbbe la dominatrice, io dico 50 sfumature di switch.
Quali personaggi di questo mondo e di altri, come quello vip, hanno indossato le tue creazioni?
Nell’ambito del fetish/bdsm la mia musa e modella è la bellissima Lady Jane, conosciuta anche come Madame Provocateur, una delle mistress mondialmente più seguite e apprezzate. Nel mondo del burlesque collaboro con alcune tra le perfomer più famose e ammirate come Miss Miranda e Miss Donna Hood in USA, Miss Jolie Papillon e Missy Fatale in Inghilterra, ed ho anche altre collaborazioni in corso. A livello di vip, Janet Jackson ha indossato un mio choker agli scorsi MTV Awards.

Dove si possono trovare i tuoi gioielli?
A breve sul nostro e-commerce, online su Xenses e Brigade Mondaine e in varie boutique di lingerie erotica come Darling Fatale a Monaco.
Prossime collaborazioni o progetti?
Una collaborazione in vista è quella con il brand di gioielleria Angostura. Riguardo ai progetti sto pensando di elaborare una capsule di oggetti veri e propri di BDSM, ossia resistenti e funzionali ma con un design estremamente prezioso e carico in stile “Mille e una notte”, nel quale ogni oggetto racconta una “tappa” erotica dell’iniziazione sessuale di una giovane vergine (come una moderna Justine).
copertina: Maschera di Hecate, modella Olga De Mar, foto: Marta Forgione

Meravigliosi!!!
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Bellissimi sì!!!
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