La pubertà repressa delle vere streghe adolescenti di Salem

“Come può una persona innocente essere colpevole”. Martha Cory era stanca e sfiduciata. Era seduta nella sala delle assemblee, circondata da persone ostili ed un gruppo di bambine e ragazze invasate che l’accusavano di stregoneria e frequentazioni col diavolo. Faceva a meno di guardarle perché erano uno spettacolo raccapricciante di corpi contorti, saltellanti, lingue penzolanti e il sangue colante dalla bocca. Dicevano che era colpa sua se erano in quello stato. Assurdo. Era sempre stata dalla parte della luce, aveva pregato e non aveva mai disertato un’assemblea (messa, ndr). Il mercante e magistrato John Hathorne perseverò con le domande chiedendole se fosse possibile che le bambine fossero state stregate e lei rispose: “È possibile per quel che ne so io, ma io non c’entro”. E sospirò: “Siete tutti contro di me e io non posso farci nulla”. Si appoggiò alla spalliera della sedia e le ragazze gridarono per un dolore lancinante alle viscere. Martha alzò gli occhi al cielo. Le prime tre accusate erano donne sospette, ma lei cosa aveva fatto di male al Signore per meritarsi questo?

Questo è in sintesi una parte dell’interrogatorio somministrato a Martha Cory, una dei duecento accusati di stregoneria dalle ragazzine di Salem Village, Massachusetts, nel 1692. Abigail Williams (11 anni) ed Elizabeth Parris (9 anni) erano rispettivamente nipote e figlia del reverendo Samuel Parris, pastore puritano della canonica del villaggio, uomo ossessionato dal peccato e dalla sua posizione sociale. Si dice che le bambine diventarono strane dopo una previsione del futuro andata male con le amiche che sarebbero state vittime di crisi isteriche come loro: Ann Putman (12), Elizabeth Hubbard (17), Mary Walcott (17), Mercy Lewis (17). Volevano sapere quali sarebbero state le professioni dei loro mariti, quindi ruppero un uovo, ne gettarono l’albume in un bicchiere d’acqua e ne osservarono la forma. Abigail aveva guardato con terrore il suo filamento trasformarsi in bara. Qualche giorno dopo, la ragazza ed Elizabeth iniziarono ad avere convulsioni, infilarsi in buchi, assumere posizioni contorte, a provare dolore per aghi invisibili conficcati nella carne, pronunciare frasi sconnesse e senza senso. Furono visitate dal dott. Griggs che le dichiarò ufficialmente nelle mani del demonio. Una vicina suggerì alla serva di casa Parris, Tituba, di confezionare una torta con le urine di Abigail e Betty e darla in pasto ad un cane per verificare se anche l’animale si fosse comportato in modo anomalo. Il reverendo venne a conoscenza dello stratagemma e rimproverò i responsabili perché ora il diavolo era stato veramente chiamato in mezzo a loro tramite un piatto stregonesco.

Le crisi isteriche delle ragazze peggiorarono talmente tanto che iniziarono a vedere i responsabili dei loro tormenti, bollati come streghe. Le prime ad essere accusate furono la serva Tituba e le due mendicanti Sarah Osborne e Sarah Good. In seguito toccò all’insospettabile gente pia come Martha Cory, membro della chiesa puritana. Poi alle bambine piccole ed ai mariti delle streghe e a persone completamente estranee al villaggio. Dei duecento accusati, diciannove furono dichiarati colpevoli ed impiccati. La caccia si placò solo ad inizio ottobre di quell’anno per l’intervento di illustri autorità del Massachusetts. L’escalation era iniziata a marzo.

Le vere streghe di Salem erano le stesse bambine in preda a crisi isteriche. Le ragazze erano vittime della società puritana che non riconosceva il passaggio dell’adolescenza ai bambini. Dai sette anni bisognava abbandonare i pochi giochi a disposizione ed aiutare dentro o fuori casa. Esistevano solo la religione e la preghiera, e alle donne non era concesso alcun tipo di creatività. Le isteriche erano adolescenti con pulsioni sessuali represse perché peccaminose al di fuori del matrimonio, al massimo potevano avere visioni di angeli (si spera per loro, erotiche). Le ragazze sfogavano i propri ormoni tramite le crisi isteriche e facendo finta di essere possedute. Non è una teoria aliena, le sensazioni represse infatti possono dare origine a sintomi fisici. Quando le emozioni e i desideri di una persona sono soffocati completamente dalle esigenze della società, quei sintomi possono diventare gravi fino a portare alla paralisi ed all’isteria. Le ragazzine in questione, a parte due, non avevano riferimenti genitoriali. Il loro risentimento, tipico della fine dell’infanzia, non veniva manifestato sulla madre ma era riversato sugli altri, come Tituba ed il resto della gente presa di mira. Nell’isteria, inoltre, c’è sempre una duplice consapevolezza come dicono Freud e Breuer in Studi sull’Isteria. Una persona isterica è consapevole dell’attacco anche se non è in grado di controllarsi. È anche emblematico notare che le vittime di isteria sono per la maggior parte donne e appena sono aumentate le libertà per il genere femminile i casi sono andati piano piano scomparendo. Per fortuna, non siamo più obbligate a reprimere le nostre emozioni.

A parte i motivi personali di crescita delle ragazzine, i veri motivi della caccia risiedono nella faida politica ed economica tra due famiglie opposte, i Putnam e i Porter. Sono stati i Putnam ad orchestrare l’intera vicenda attraverso l’isterica Ann Putnam, figlia del ricco possidente Thomas, che era sempre la prima ad avere visioni dopo le prime tre accusate. Il villaggio fino ad allora non aveva un’autorità legale o religiosa per appianare conflitti interni, quindi questi finivano irrisolti e si incancrenivano. Buona parte dei bersagli della caccia erano persone abbienti o di potere che davano fastidio ai Putnam, famiglia vendicativa e crudele. Le persecuzioni finirono quando anche gli ecclesiastici iniziarono ad esserne colpiti.

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