Ieri è uscito il teaser trailer di Barbie di Greta Gerwig con Margot Robbie. Nella breve clip si vede Barbie con il suo costume originario degli anni Cinquanta a righe bianche e nere e gli occhiali da sole in cui viene sottolineato un concetto fondamentale: è la prima bambola che non rappresenta una bambina ma una persona adulta. Il motivo è molto semplice: è stata copiata da una bambola tedesca per adulti, Lilli. La Mattel ne acquistò i diritti nel 1956 dal tabloid Bild Zeitung per riprodurne una identica a lei. Che nonna interessante, se pensiamo che la Barbie in sé è ricca e noiosetta!

Lilli era la protagonista di una striscia di fumetti, Bild Lilli, di Reinhard Beuthien, molto in voga sul tabloid Bild-Zeitung alla fine degli anni Quaranta nella Germania Ovest. Nel 1953 il giornale commercializzò la bambola di questo personaggio in bar, tabaccherie, edicole, negozi erotici. Ruth Handler, una delle fondatrici della Mattel, comprò alcune di queste in un suo viaggio in Europa e decise di realizzare una sua versione della bambola poi presentata alla Toy Fair di New York il 9 marzo 1959.
Lilli era una sorta di Betty Boop del fumetto. Era sexy, sfrontata e un’arrampicatrice sociale. Nella striscia faceva battute piccanti e veniva mostrata semi nuda o in abiti succinti. La serializzazione del fumetto durò lo spazio di quasi un decennio, dal 24 giugno 1952 a gennaio 1961, e ancora meno quello della sua bambola, prodotta dalla O&M Hausser, dal 1955 al 1964. La sua particolarità era avere outfit diversi per ogni occasione disegnati da Martha Maar, suocera del proprietario della Hausser e proprietaria a sua volta di un’azienda di bambole. A differenza della Barbie, era progettata per essere infilata dal buco di un piede sul perno di metallo di una pedana da esposizione, e aveva sempre con sé la versione in piccolo del quotidiano Bild. Anche se era indirizzata ad uomini adulti, ai quali si suggeriva di regalarla alle fidanzate, la bambola finì per essere molto apprezzata dalle bambine.