Le corna di San Martino sono le trombe uterine delle donne

San Martino è famosa per il vino e per essere la festa dei “cornuti” come attestato in diverse parti d’Italia. La festa del santo cristiano si è fatta carico di una pletora di festeggiamenti dedicati prima alla celebrazione della morte e poi della vita che andavano dal 31 ottobre all’11 novembre. Proprio in quest’ultima data avveniva la spillatura del vino, che indica che la bevanda alcolica è pronta per essere bevuta. Castagne e vino celebravano la forza rigenerativa della terra.

San Martino non è sempre stata una festa di solo cibo, fiera di animali o mercato rionale. Era un concentrato di chiasso, bevute, processioni carnevalesche in maschera con simboli di fertilità e fecondità. È la “festa dei cornuti“, i mariti traditi dalle mogli, nelle Marche, in Romagna, Toscana, Umbria, Abruzzo, Molise, Lazio, Campania, Sicilia. La parola cornuto deriva dal fatto che lo sperma di un altro uomo avrebbe potuto trovarsi nei corni (trombe uterine, ovidotti) dell’utero della donna che lo tradiva. In tutta l’Europa meridionale ci sono parole simili che significano tutte dotato di corna: “cornudo” in spagnolo, “cornudo o cabrão” in portoghese, “cornut” o “cubron” in catalano, “cocu” in francese, “keratas” in greco. In Inghilterra c’è stato “cornute” fino al XVI secolo e poi è stato sostituito da “cuckolded”, da cuckoo “cuculo, l’uccello che depone le uova nei nidi altrui.

Erano frequenti i “charivari”, in cui gruppi di giovani condannavano con scherzi e motteggi coloro che avevano assunto comportamenti che deviavano dalla norma della comunità. Inutile dire che spesso con i diretti interessati ci scappassero zuffe che potevano finire male (feriti) o molto male (morti). Più intelligenti le versioni antiche in cui i partecipanti a questa “messa alla berlina” si mascheravano per andare a disturbare le vittime. Lo schiamazzo sotto alle case delle persone colpite finiva quando quest’ultime pagavano un riscatto figurato: l’offerta di cibo e vino. Troviamo una spiegazione a questi riti se pensiamo che San Martino era l’ultimo giorno di una sorta di Capodanno stagionale. Il loro scopo era dunque rinnovare la comunità come si rinnovava il tempo tramite la purificazione dai suoi mali. L’adulterio non era visto di buon occhio pure in periodo pagano, in cui si pensava che i morti rinascessero nei loro discendenti. Se un bambino nasceva in una famiglia in cui la madre aveva tradito il padre, i parenti di questo non potevano rinascere nel neonato. Era l’uomo ad essere definito cornuto e non la donna perché era lui a detenere i doveri di virilità e di controllo nella coppia. Non solo: si pensava che il seme dei cornuti, inutile alla moglie che aveva concepito con un altro, fosse infruttuoso.

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