Mini rubrica per sfatare i miti su noi sex blogger
Quando le persone vedono che i blogger sono fermi su un argomento che spesso è un dato di fatto, vengono etichettati subito dall’altro interlocutore come autoreferenziali. Perché in sostanza non concordano con la tesi di quest’ultimo. Il bue disse cornuto all’asino. Ma qual è la definizione specifica di un individuo autoreferenziale?
“Che fa riferimento esclusivamente a se stesso, trascurando o perdendo ogni rapporto con la realtà esterna e la complessità dei problemi cha la caratterizzano”.
Un blogger porta il suo punto di vista in uno spazio che crea per se stesso, è vero. Ma se si mette su un social è disposto a condividere con gli altri la sua esperienza. Spesso le sue opinioni sono supportate da una valida ricerca, altre volte si basano sull’esperienza quotidiana. Tutto può essere oggetto di discussione o contestazione da parte di chi ha condotto la stessa ricerca, ha avuto lo stesso vissuto o da chi differisce in parte o sostiene l’intero opposto. L’importante è il fair play: sia che si tratti del parere contrario di un altro blogger che di un follower.
Tuttavia ci sono persone che cercano rogna. Alcune lo fanno di professione, nella vita o sul web (nella rete è molto più facile anche se per fortuna adesso si è passibili di denuncia), altre per sport. Mettersi in opposizione solo per dare fastidio o imporre la propria opinione per forza si vede. Ed è una forma di micro aggressione. Vi spiego meglio. Se esprimo un’opinione in modo assertivo, ovvero chiaro e supportato da dati verificati, l’altro che dissente non può sostenere la sua tesi senza portare altrettante prove, mosso solo da conoscenza superficiale, emotività e prepotenza. Esempio che mi è successo di recente. Carrellata di modelle curvy e plus size sulle mie stories per lo show Savage X Fenty di Rihanna. Un uomo scrive che se la moda sostituisce le modelle grasse con quelle magre, la salute ci rimette comunque. Io gli dico che essere grassi non significa avere sempre dei problemi di salute e lo invito a seguire dei blog sulla body positivity. Lui ribatte che più del blog bisognerebbe seguire il medico. Nonostante gli continui a rispondere in modo cortese, lui vuole avere per forza ragione. Ad un certo punto sbotta che non posso avere un blog se non accetto le opinioni degli altri e mi dà dell’autoreferenziale quando invece è lui che vuole imporre per forza il suo punto di vista. Con queste persone si può parlare all’infinito ma non si verrà mai a capo di nulla perché provano gusto a sfinire l’altro con la loro opinione probabilmente per sfogo-piacere personale.
I post dei sex blogger possono essere ragionati o personali. Molto spesso sta all’intelligenza dell’individuo capirlo. Siamo in svantaggio perché i social purtroppo portano per natura alla polarizzazione delle proprie idee per l’individualità già preimpostata che hanno. Se decidiamo di aprire un blog e degli account social per la condivisione, significa che già ci stiamo mettendo in discussione con gli altri. Se non condividiamo l’opinione altrui o dissentiamo, non vogliamo essere insultati o trattati male per questo. Il rispetto per gli altri ci spinge a rispondere ad un confronto trasparente ma non ad uno subdolo. Data la discreta esperienza sui social, sappiamo subito quando l’iniziale intenzione di qualcuno è screditarci.
Rispettiamo e consideriamo chi ci dà rispetto ed è disposto ad un confronto senza vincitori e sconfitti. Per il resto, la miglior risposta è l’indifferenza e continuare a fare il proprio lavoro. Perché essere blogger È un lavoro a tutti gli effetti.