La fiera consapevolezza sessuale delle donne di Scacchia

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Alessandro Scacchia è un talento del fumetto erotico che vive a pochi passi da casa mia. Non conoscevo le sue opere finché non mi sono imbattuta in una conferenza stampa per un’iniziativa artistica di un Comune limitrofo alla nostra città. Le sue donne sono sensuali, libere, fiere della propria sessualità e mai volgari anche quando si trovano in posizioni esplicite. I disegni di Scacchia sono la dimostrazione che si può eccitare la fantasia tramite l’erotismo senza scadere o sconfinare nei luoghi comuni della pornografia.

La sua produzione più importane è Mona Agent X, graphic novel erotico pubblicato in tre lingue (uscito in Francia, Italia ed USA). Nel 2007 ha tradotto le storie erotiche delle persone che scrivevano a Penthouse, storico concorrente di Playboy, in strisce a colori. Ha partecipato alla rinascita del personaggio Valentina di Guido Crepax, sulle pagine della rivista di moda Lampoon e sul volume intitolato “Viva Valentina!”.

Adesso è impegnato nel progetto Vintage Erotika, nel quale ogni autore rifà la grafica di un protagonista erotico del passato. A lui tocca Belzeba, la figlia del diavolo che Sandro Angiolini nel 1977 disegnava con Emanuele Taglietti alle copertine. La nuova storia è scritta da Emiliano Pagani.

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Come sei arrivato al fumetto erotico?
Ho iniziato con fumetti di avventura. Piano piano mi sono avvicinato a disegnare la figura femminile ed a trovare un aspetto erotico nella sua rappresentazione.

La tua è una donna dalla femminilità potenziata?
No, cerco di fare una donna reale. Le mie ispirazioni derivano dai grandi del fumetto italiano. Forse non tutti sanno che una parte della tradizione fumettistica italiana nasce dal fumetto erotico: Manara, Crepax, Magnus, Andrea Pazienza.

Questa mi è nuova.
Il fumetto italiano è famoso per la sua matrice erotica. Negli anni Settanta andavano per la maggiore i fumetti pocket erotici che si potevano comprare in edicola o al distributore di benzina.

Ma era bassa letteratura?
Esistevano più livelli. Quello acculturato era Valentina di Crepax, arte fatta fumetto. Liberatore disegnava Ranxerox, che aveva scene esplicite di violenza e di erotismo. Ora stanno riproponendo personaggi erotici in voga tra gli anni Settanta e Ottanta, come Lucifera, Belzeba, Sukia.

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Creando disegni spinti è stata dura per te nel mondo del fumetto italiano?
Il genere erotico è sempre stato emarginato. Per me è un elemento invece che dovrebbe essere presente in tutti i tipi di fumetto perché una cosa naturale. Purtroppo questo non è possibile. In America e in Italia li inseriscono dentro cellophane e li mettono in una sezione apposita nascosta. In Francia si confondono normalmente insieme agli altri. Questo dipende dalla cultura sessuale dei relativi Paesi.

Qual è la situazione del fumetto erotico cartaceo?
Sta sparendo. Le riviste italiane di fumetto erotico non esistono più da una decina d’anni. E sta accadendo in tutto il mondo. La gente preferisce il porno su internet. L’industria mainstream minaccia l’arte erotica.

La richiesta su commissione più strana che tu abbia mai ricevuto?
Una donna che si fa la pipì addosso ed un’illustrazione con ragazze nude che facevano sacrifici. Le richieste che non accetto sono quelle su donne che subiscono violenza non consensuale.

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Che cosa pensi della moda dei disegni sessuali su Instagram?
Non sono molto informato a riguardo però il problema di Instagram è che mette tutti sullo stesso livello, gente professionista e improvvisata. Carmelo Bene, grande attore teatrale italiano, diceva che Internet dà l’illusione di annullare l’ignoranza ma al contrario la dilata: “Da quando è per le plebi, l’arte è diventata decorativa, consolatoria”. Non fa distinzioni, ogni cosa è accessibile. Prima l’arte era per chi fosse in grado di capirla. Adesso l’artista deve sforzarsi di piacere agli altri, come sul social di foto. Per i contatti però è un mezzo utile.

Hai mai ricevuto insulti pesanti per le tue donne disinibite su internet o via mail?
Qualche ‘femminista’ mi ha accusato di oggettificare il corpo femminile. Io invece lo celebro, lo mostro agli altri nella sua bellezza e potenza.

Qual è il tuo rapporto col sesso?
Io sono quello che disegno. Non fingo nulla. Se si fa questo genere di fumetto, bisogna essere liberi.

Che significa che sei un’attivista della controcultura?
Nell’approccio alla cultura e all’arte sono totalmente contro quello che sta succedendo negli ultimi anni. La loro divulgazione dovrebbe avvenire in modo diverso. L’arte una volta era rivolta ad un pubblico specifico, non esisteva l’esigenza di piacere a chiunque. La tendenza di oggi di cercare il consenso di tutti ha abbassato la qualità delle opere. Questo vale in ogni settore.

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