“Ho un demone dentro.”
Ricordo ancora il viso stralunato della mia amica quando le confessai una strana sensazione che mi ottenebrava il cervello da qualche settimana. Ero stata per un breve ma intenso periodo con un ragazzo che aveva dei problemi relazionali. Non stavo attraversando una bella fase e di sicuro la “negatività” mi si attaccava facilmente addosso, però percepivo pensieri non miei e un rimuginio esagerato su ogni minimo evento, caratteristiche insite nell’individuo con cui ero stata. Essendo neopagana, non fatico a credere a concetti fuori dall’ordinario, se plausibili, quindi all’ennesimo pensiero di amarezza non giustificata, ho fatto due più due e ho sparato la frase sopra riportata all’unica persona che sapevo non mi avrebbe riso subito in faccia. Ero convinta che l’unico modo per averlo inglobato fosse stata la via orale, tramite lo sperma. Ci volle un mese tondo per smaltirlo. Per fortuna iniziava l’estate e il mare mi ha aiutato molto nell’eliminare un effetto collaterale estremamente negativo. Oggettivamente parlando, c’era di sicuro un fondo di delusione verso una persona che credevo simile a me. Il “demone”, come lo chiamavo, nel senso di spirito maligno, un “jinn” del deserto mentale nel quale ero sprofondata, sparì prima del termine della stagione estiva e non ci pensai più. Fino a questa settimana. Allorchè la mia sopracitata amica, memore della mia passata disavventura, non mi ha inviato un articolo di uno studio di qualche tempo fa (2012) su un fenomeno che si avvicina pericolosamente all’episodio che vi ho appena raccontato: il microchimerismo maschile.
È il classico caso in cui la realtà batte la fantasia. La notizia shock è questa: ogni uomo dal quale si assorbono gli spermatozoi diventa una parte vivente della nostra vita. Gli scienziati stessi che hanno effettuato questa ricerca, dell’Università di Seattle e del Centro di Ricerca per il Cancro Fred Hutchinson, hanno faticato ad ammettere nella lista di cause di questo fenomeno, che quella principale fosse il sesso (piazzato all’ultimo posto). Le altre, aborto spontaneo non riconosciuto, gemello maschio scomparso, fratello più vecchio trasmesso dalla circolazione sanguigna materna, si applicano ad una piccola percentuale delle donne esaminate. Il microchimerismo era già noto nei primi anni 2000 ma lo si bollava come “fetale”, ovvero trasmesso tramite gravidanza. Solo c’era un errore fondamentale. Il DNA maschile si unisce con quello femminile per creare un individuo dal codice genetico unico. Questa operazione fa sì che il DNA del padre non sia presente nel cervello. La ricerca che vi descrivo si è imbattuta per “sbaglio” nel microchimerismo perchè stava tentando di determinare se le donne che sono state incinte con un figlio sono più predisposte a certe malattie neurologiche che capitano più spesso negli uomini. Quando gli scienziati hanno analizzato il cervello femminile, hanno trovato DNA maschile nascosto al suo interno. Il 63% delle donne aveva “microchimerismo maschile”, e coloro sulle quali è stata eseguita l’autopsia erano anziane, l’avevano trasportato con sè per cinquant’anni.
La mia fervida fantasia ha iniziato a viaggiare. Questo fenomeno sembra avere delle affinità con il principio della telegonia, teorizzato da Aristotele: partner precedenti che influenzano le caratteristiche della prole di una donna. Stracciato dai principi genetici del Ventesimo secolo, questo antico concetto è stato riscontrato però nelle mosche. I figli della mosca femmina presentano somiglianze di DNA con la prima mosca maschio con cui è stata accoppiata piuttosto che la seconda. Sull’uomo non si sono mai fatti esperimenti simili per motivi etici. Pensate se la nostra progenie avesse non solo il DNA del padre ma anche quello dei nostri precedenti uomini! Oops! Di quella persona, di quell’altra, e dell’altra ancora del quale ricordavamo poco o niente.
Ok, ma la domanda fondamentale dopo tutta questa dose di conoscenza scientifica è: il microchimerismo maschile può influenzare il nostro comportamento o quello dei nostri possibili figli? Non si sa. È un terreno vergine ancora da scoprire ed esplorare. A me piace pensare che prendiamo sempre il meglio dalle persone con cui facciamo l’amore, anche se qualche volta può capitare qualche piccolo effetto collaterale.
GQ sta diffondendo una bufala, nulla però ci vieta di viaggiare con la fantasia! L’articolo scientifico originale è questo: http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0045592
"Mi piace""Mi piace"
Non saprei, io lessi l’articolo in inglese su un giornale scientifico.
"Mi piace""Mi piace"