Red Room, Twin Peaks, David Lynch (1990-1991)
“Che schifo!”, è l’opinione globale di tutte le donne alle quali ho chiesto cosa pensassero delle mestruazioni. Sporche, fastidiose e vergognose. Una buona metà degli uomini la pensa in ugual modo o non ha un’idea specifica a riguardo. Lo stesso devono aver pensato i programmatori di Instagram quando si sono ritrovati sul server la foto “mestruata” della poetessa e fotografa Rupi Kaur, che è stata rimossa ben due volte nel marzo 2015. Faceva parte di una serie di foto, che adesso purtroppo non è più su Tumblr, il cui intento era “demistificare lo stigma che circonda l’argomento”, normalizzando un processo naturale che è parte integrante del nostro corpo. Instagram si è scusato ed ha ripristinato l’immagine ma il messaggio è chiaro. Mestruazioni no, sederi nudi sì. Ad ottobre 2015 i cartelloni pubblicitari di THINX, una marca di intimo per mestruazioni, volevano essere rimossi dalla metropolitana di New York perché usavano la parola “period” (ciclo), c’era un pompelmo rosso tagliato a metà e ragazze che indossavano mutandine nere. Apparentemente andavano contro il regolamento della pubblicità in metro che vieta di mostrare atti sessuali o escretori e sono stati ritenuti offensivi. Alla fine sono stati approvati ma un mese dopo si è ripresentato lo stesso problema per i taxi della città. E pensare che le mutandine sono un’invenzione geniale con un tessuto in grado di assorbire il sangue mestruale senza la necessità di usare tamponi e assorbenti!
Mi dispiace scrivere delle mestruazioni solo adesso. Il blog è nato con l’intento di distruggere i taboo che affliggono noi donne e sarebbe stato opportuno inserirlo come primo post. Perchè la parola “taboo” viene dal polinesiano “tapua” che significa “mestruazione”. Questo è dipeso dalla mia considerazione personale sull’argomento. Il viverle in modo tranquillo mi ha indotto a pensare che, escluso chi soffre di dismenorrea, questa fosse la normalità per tutte. Invece è un’autentica tragedia. “Non posso fare sesso anche se ho una voglia matta”, “Soffro come un cane”,”Vorresti strapparti l’utero e metterlo da parte per mezza giornata.” Molte di noi non le chiamano nemmeno col nome ufficiale. Oltre alle tradizionali “le mie cose”, usano una sfilza di pseudonimi, dal tradizionale “Marchese” all’inventato “Filippo”. Siamo le prime a non riconoscerle col loro nome, remandoci contro. Abbiamo trasformato il suo rosso carminio nel liquido azzurro trasparente delle pubblicità di assorbenti. Meno se ne parla, meglio è. “Preferisco non farlo con il ciclo, non vorrei trasformarmi in una scena splatter.” Ci facciamo cattiva pubblicità da sole.
Le mestruazioni, da parte loro, non si fanno amare tra sindrome premestruale e crampi. Ansia, nervoso, cattivo umore, pianti a caso, tenerezza ingiustificata, senso di inadeguatezza dal mondo. Qualcuno dice che chi non è affetto prima da tale crisi, subisce dopo quella postmestruale. Comunque sia, è un ottimo modo per sfogare frustrazioni che non sapevamo di avere, una valvola naturale che si apre ogni ventotto giorni. È irritante, tuttavia, avere a che fare con le proprie insoddisfazioni e paure. Non è mai un’esperienza piacevole. Guardarsi dentro è doloroso.
Nei giorni di pieno flusso è dura. Se ogni volta le mestruazioni ci uccidono, è una questione pratica e di sopravvivenza non “imbarcarsi” in attività sessuali. L’odore è pure imbarazzante, soprattutto in funzione delle narici del partner. PERÒ. Però le nostre pareti vaginali sono più sensibili e abbiamo un lubrificante naturale, il sangue mestruale. Possiamo sperimentare degli orgasmi più forti. Sesso e orgasmi donano sollievo ai crampi mestruali. In America, ci sono delle copertine-asciugamano apposite per il rapporto col ciclo, che non fanno trasparire il sangue sulle lenzuola. Oppure ci si avvinghia in doccia ed il problema è risolto. Piace a molti più uomini di quanto pensiamo. Purtroppo anche per la vecchia ed ERRATA storia che non rimaniamo incinte (uno spermatozoo ha settantadue ore di vita). Alcuni di loro sono addirittura affetti da una sorta di feticismo nei confronti di sangue o assorbenti/tamponi imbrattati. Vi risparmio immagini esplicative.
Ok, non siete convinte. Avete letto il post col naso arricciato. “Sarà salutare ma rimane che sono intrattabile in quel periodo.”, è il pensiero comune. L’unico modo per mettervi in pace col mondo è forse tramite un filmato educativo Disney di dieci minuti del 1946 all’avanguardia, The Story of Menstruation, che fu distribuito nelle scuole americane. Ottimista e positivo, si chiude con una raccomandazione: “[…]the best possible insurance against trouble on those days is healthy living everyday.”