EROTICASHION LFW HIGHLIGHTS | Estetica gotica e sessualità esplicita a Londra

La settimana della moda Autunno/Inverno 2022-2023 di Londra è stata pervasa dallo stesso spirito di spensieratezza di quella americana (post qui), solo con un focus maggiore su erotismo, romanticismo e trasgressione. Tanta pelle al sole in barba al freddo, latex nero, estetica brillante e dark. I nomi che vi dovete segnare sono: Richard Quinn, Nensi Dojaka, Edward Crutchley, Erdem.

Trovate la maggior parte degli stilisti della New York Fashion Week sulle storie in evidenza del mio profilo Instagram: Eroticashion 6, 7, 8, @iamfioreavvelenato .

Richard Quinn, foto: Vogue.com

Richard Quinn. Richard Quinn ha sempre nutrito un amore per il BDSM concretizzato in questa collezione dall’immagine della drag queen americana Violet Chachki coperta interamente di latex nero lucico a spasso con un cane schiavo (in copertina). Il suo mix & match di vestiti dalle tipiche fantasie floreali inglesi con tute di latex indossate sotto e grandi cappelli a tesa larga che nascondono il volto con fessure per gli occhi sembrano richiamare il grande amore dell’Inghilterra per la cultura BDSM (per saperne di più, cliccate qui). Un altro look strabiliante è quello ispirato al vestito da matrimonio di Yves Saint Laurent del 1965 lavorato a maglia per il quale lo stilista aveva ripreso le sembianze di una matrioska russa.

Erdem, foto: Vogue.com

Erdem. Come farà anche Lorenzo Serafini per Philosophy alla Milano Fashion Week, Erdem Morialioglu è tornato indietro alla Berlino progressista della Repubblica di Weimar, tra gli anni Venti e inizio dei Trenta. Ha richiamato gli spiriti dellə pittorə Jeanne Mammen, Elfriede Lohse-Wächtler, lə ballerinə Anita Berber e Valeska Gert, lə fotografə Madame d’Ora. Questə artistə si travestivano e aprivano i primi bar per lesbiche, una ventata di freschezza prima del periodo buio del nazismo. Una collezione oscura e decadente ma elegante e raffinata allo stesso tempo.

Edward Crutchley, foto: Vogue.com

Edward Crutchley. Cultura gotica, crossdressing e celebrazione della cultura queer. Questa la sfilata di Crutchley che combina pezzi indossabili a mise e vestiti da club. Spicca su tutti un abito a maglia lungo bianco costellato da ovali che scoprono la pelle nuda (ricorda un po’ Rick Owens). Attenzione anche all’ambiente per la pelle riciclata delle scarpe platform e il poliestere Lurex.

Nensi Dojaka, foto: Vogue.com

Nensi Dojaka. Nensi è riuscita a trasferire la delicatezza delle stoffe da lingerie nell’abbigliamento, soprattutto da sera. Trasforma le persone in fiori preziosi. Questa linea di pensiero l’ha estesa per la prima volta alle modelle con le curve, guadagnandosi punti nella body positivity. Quello in cui è riuscita maggiormente è nel creare concept di vestiti intricati e simmetrici nella zona reggiseno regalando costruzioni mai viste prima.

Christopher Kane, foto: Vogue.com

Christopher Kane. Christopher Kane, sempre sessuale in ogni sua collezione, questa l’ha chiamata Selezione Sessuale. Si è ispirato per lo sfondo della sfilata e per alcuni suoi abiti ai Paradiseidi. I maschi di questi uccelli hanno un piumaggio colorato che sfoggiano in una danza rituale davanti alle femmine, di colore marrone, per essere scelti per l’accoppiamento. Prevalenza del nero, in tulle trasparente o pelle nera, pochi colori con preponderanza del rosso e blu.

Raf Simons, foto: Vogue.com

Raf Simons. Raf Simons ha trasformato il latex in un elemento ordinario del guardaroba: in stivali da pioggia neri, impermeabili, vestiti. Particolari i cappelli elmetto con fessura, che ricordano nel concetto quelli di Richard Quinn, e i cappelli da baseball uniti a mantelle di lana. Il mood della collezione è dark e l’atmosfera inquietante. L’unico indizio che ha dato sulle sue creazioni è l’ispirazione: il quadro Proverbi Fiamminghi di Pieter Bruegel Il Vecchio (1559). Si tratta di un’illustrazione letterale di alcuni proverbi e idiomi della lingua olandese.

Bora Aksu

Bora Aksu. Tulle, taffetà e una musa ispiratrice: Christine de Pizan. La scrittrice italiana vissuta nel Quattrocento alla corte del re di Francia, Carlo VI, è stata immaginata negli anni Novanta. Un parallelismo che ha combinato la libertà delle donne moderne alla mentalità aperta di Christine. La scrittrice è riconosciuta per essere stata una delle prime femministe della storia. Il risultato però richiama più una Lolita zuccherosa con molti fronzoli.

Da tenere d’occhio: Chopova Lowena, Preen by Thornton Bregazzi.

Chopova Lowena, foto: Vogue.com

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