Queer Britain – Museo LGBTQIA+ a Londra

A Londra ho visitato Queer Britain, aperto ufficialmente nel 2022 e fondato nel 2018 come organizzazione di beneficenza da un’idea di Joseph Galliano-Doig, ex editor della rivista Gay Times, e Ian Mehrtens. Si trova vicino la stazione di King’s Cross, a Granary Square, con accanto il cibo invitante del Canopy Market. Il museo ha scelto la parola “queer” per rivendicare un termine che nel passato nella lingua inglese era usato come dispregiativo. È composto da tre stanze compreso lo shop, e cerca di racchiudere la storia contemporanea (e ottocentesca) LGBTQIA+. In futuro, il museo prevede di spostarsi in una sede permanente.

Hexagon Wall – Muro esagonale

All’ingresso accoglie il visitatore un enorme muro magnetico dove è possibile attaccare il proprio esagono bianco riempiendolo di desideri per la comunità queer con pennarelli colorati. Il muro pone anche una domanda al centro: “Why is it important for LGBTQ+ people to be seen? (Perché è importante essere visti per le persone Lgbtq+?)” In questo periodo difficile per i diritti transgender negli Stati Uniti, molti erano i messaggi di solidarietà presenti, quindi ho deciso di attaccare anche il mio: “Protect and fight for Trans Rights”. Tante le scritte significative: “We ride at dawn”, “16 years dreading bedtime before I learned about Asexuality. I am not broken”, “Deaf gay men matter too!”

La seconda dichiarazione di Limehouse contro la famigerata Sezione 28

In una teca della seconda sala del museo è contenuto il documento originale della Seconda Dichiarazione di Limehouse. Fu chiamato scherzosamente così in riferimento al documento della Gang of Four, un gruppo di parlamentari inglesi laburisti che si staccò dal proprio partito per creare le basi di quello socialdemocratico. Nel 1988, il giornalista investigativo Duncan Campbell fu uno dei sei fondatori originali del gruppo per i diritti umani e l’uguaglianza chiamato Stonewall, insieme agli attori Ian McKellen e Michael Cashman, e Simon Fanshawe, Peter Rivas. Il gruppo Stonewall fu formato dopo l’entrata in vigore della famigerata Sezione 28 del Local Government Act del 1988, che discriminava le persone omosessuali. Il documento fu firmato nella cucina di McKellen a Limehouse, un quartiere di Londra. Gruppi di protesta in tutti i campi del lavoro finanziarono e pubblicarono a tutta pagina sul quotidiano The Independent un annuncio pubblicitario intitolato “Un senso di allarme”, firmato da 280 persone, prima del dibattito della Camera dei Lord sulla Sezione 28 nel febbraio 1988. Purtroppo, non servì a nulla e il disegno di legge entrò in vigore nel maggio di quell’anno. La Sezione 28 è stato definitivamente abrogato in Scozia nel 2000 e in Inghilterra e Galles nel 2003.

Le scatoline di semi per ricordare le persone morte per Aids

L’artista Guy Burch ebbe la meravigliosa idea di costruire scatole di semi, “Seed Boxes”, per commerorare venticinque persone che conosceva morte di Aids. Fu ispirato dalle figure nelle tombe egizie e il suo intento era rappresentare una memoria che continua dopo la morte. Nel 1991 a Burch fu diagnosticato l’Hiv+ con cui ha convissuto fino ad oggi. Uno delle persone onorate è il fotografo Rotimi Fan Kayode che morì per Aids ma la causa della morte fu scambiata inizialmente per meningite. Il decesso per questa pericolosa malattia potrebbe aver scatenato attacchi omofobici sulla sua famiglia nigeriana. Mario Dubsky fu una delle prime morti per Aids in Gran Bretagna. Era il tutor e mentore di Burch alla Camberwell School of Art. Nella sua carta intestata si leggeva “In un mondo pieno di bruchi, ci vogliono le palle per essere una farfalla!”

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