In copertina, mia foto della collezione queer del Brighton Museum & Art Gallery
Sono stata a Brighton&Hove di recente e mi sono stupita di aver trovato un’ampia sezione del Brighton Museum & Art Gallery dedicata alla storia queer. La presenza della comunità Lgbtq risale addirittura al Diciannovesimo secolo. L’atteggiamento tollerante di Brighton le permise di diventare già negli anni Cinquanta un punto di riferimento per le persone queer e nel 1973 si tenne il primo “Gay Pride” (come si chiamava a quel tempo). Negli anni Ottanta la comunità evidenziò la pandemia di Aids e combatté la Sezione 28, un emendamento contro la promozione dell’omosessualità. Ai giorni nostri, tra il 10 e il 15% della popolazione appartiene alla comunità Lgbtq. Nel 2013 Brighton organizzò il primo Trans Pride, il più grande della Gran Bretagna. C’è anche il Pride festival che attira quasi mezzo milione di visitatori annuali. Gli attivisti queer salvaguardano il patrimonio storico locale Lgbt con progetti come il Brighton Lgbtq+ History Club.
Personaggi queer di Brighton
Nella mostra sulla storia sono esposti sia personaggi storici appartenenti alla cittadina sia contemporanei come drag queen o artisti di spettacolo. Non sapevo che il celebre illustratore art nouveau, Aubrey Beardsley, fosse nato a Brighton. Diventò famoso per le sue illustrazioni erotiche su The Yellow Book, di colore giallo, ispirato a quello dei romanzi illeciti francesi, e disegnò la Salomé di Oscar Wilde, di cui era amico. Il famoso processo ai danni dello scrittore rovinò pure Beardsley, che anche se non si dichiarò mai omosessuale, fu sospettato di esserlo per la sua associazione con Wilde. Vesta Tilley era una performer a cavallo tra Ottocento e Novecento che si vestiva da uomo sfidando i ruoli di genere, nonostante fosse sposata con Walter de Frece.
Queer Looks, i vestiti come definizione di un’identità
Occupandomi di moda, l’esposizione che mi ha più colpito è stata la collezione permanente Queer Looks. Fa parte del progetto Wear it Out (Wio), che esplora come le persone Lgbt abbiano usato i vestiti per creare la loro identità personale. Il curatore Martin Pel, grazie all’aiuto di volontari, ha raccolto abbigliamento e testimonianze nell’arco temporale compreso tra il 1967 e il 2017, cinquantesimo anniversario della parziale decriminalizzazione dell’omosessualità nel Regno Unito. Tutte le storie raccolte si trovano sul sito apposito Queer Looks voices.
Hannah Gluckstein: “Chiamatemi Gluck”
Negli anni Venti Hannah Gluckstein voleva essere chiamata “Gluck” e indossava abbigliamento maschile. Si faceva fare i completi da un sarto da uomo e tutti in città si fermavano a fissarla quando passava. Donò al Brighton Museum una serie di vestiti portati dalle donne che aveva amato. Il progetto Wio gli ha dedicato una mostra tra il 2017 e il 2018, “Gluck: Art & Identity”.
Fox Fisher, uno dei fondatori del Trans Pride
Fox Fisher è un regista e attivista che ha aiutato a fondare il Trans Pride nel 2013. “Abbiamo iniziato con un budget veramente piccolo, – dichiara – per la maggior parte frutto di donazioni, vendite di merchandise e mini finanziamenti”. La prima marcia di protesta transgender faceva parte del Trans Pride del 2014, a cui hanno partecipato più di mille persone. Ha progettato la canotta della manifestazione e ha indossato una giacca con scritto dietro: “Gender Roles are Dead”.
Ciara Green e Abbie Lockyer, sposate a Brighton
Ciara Green e Abbie Lockyer si sono conosciute a Brighton nel 2010 lavorando in un negozio d’abbigliamento. Cinque anni dopo si sono sposate sul Brighton Bandstand. La prima indossava camicia e pantaloni morbidi con stampa tartan legati in vita da un fiocco e la seconda un completo smoking senza cravatta. Ciara è originaria dell’Irlanda del Nord, in cui il matrimonio tra persone dello stesso sesso è illegale. “Sono arrabbiata che nella mia città natale il mio matrimonio non sia considerato valido – dice – È pesante pensare che le nostre vite e relazioni non sono viste come reali o normali, non solo sulla nostra porta di casa ma, al momento, nella maggior parte del mondo”.






