La riscoperta del sesso e dell’amore attraverso afrodite, intervista alla sacerdotessa Maya Vassallo Di Florio

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Afrodite è conosciuta come colei che è nata dalla spuma delle acque, signora del mare. Mai definizione è stata più riduttiva per una divinità che copre tutti gli aspetti della vita e delle stagioni. A rivelarcelo è una sua sacerdotessa, Maya Vassallo Di Florio, fondatrice con suo marito Diego del Tempio della Grande Dea a Roma, nel libro “Afrodite Svelata – Introduzione ai misteri della Grande Dea” (Venexia, 2022) frutto di ben quattordici anni di ricerca. La divinità dai settecento nomi ha una tradizione che è una spiritualità e non una religione, perché non è dogmatica e non vincola le persone all’osservanza di rigide regole. Si tratta di una spiritualità creativa che invita ad esprimere la propria arte, le proprie emozioni e il proprio piacere.

Afrodite è anche legata alla sessualità sacra e l’obiettivo di Maya nei suoi training è aiutare le persone a diventare “maestre della loro Energia Sessuale per evolvere e sviluppare la loro Leadership, la loro Sovranità e il loro pieno Potenziale attraverso l’attivazione del fuoco ardente di Afrodite e della sua Arte”. Nel suo nuovo libro “Sesso e Afrodite – Trasforma la tua vita con la sessualità sacra e il piacere” (L’età dell’Acquario, 2024) ci ricorda che “quando la Dea è stata bandita […] i piaceri intimi e il linguaggio dell’amore non hanno avuto seguito nella vita delle persone”. Lo scopo è vivere il sesso come se fosse una preghiera in un piacere non frettoloso ma “assaporato, esplorato e onorato”.

Trovate la diretta dell’intervista sul mio profilo Instagram.

Come ti sei avvicinata alla spiritualità pagana?

Avevo all’incirca otto o nove anni e questo fortissimo anelito verso la spiritualità sin da piccola. Una spiritualità collegata a Madre Natura. Non lo sapevo esprimere ma mi prendevo cura del corpo della Madre: andavo a mani nude a pulire boschi e spiagge. Avevo una fortissima consapevolezza e memoria che ci fosse qualcos’altro. Io sono stata cresciuta come cristiana cattolica, però, mia nonna paterna incantava il pane e mi ha insegnato le formule del Sud Italia per togliere il malocchio. Antichi saperi femminili che poi sono stati rubati dagli uomini, che li hanno privati dell’anima, chiamati ‘scienza’ o ‘medicina’ e li hanno rinchiusi nelle università (accessibili solo al genere maschile). Ero consapevole che ogni creatura vegetale, animale e minerale avesse uno spirito.

Come è nato il Tempio della Grande Dea?

Insieme a mio marito abbiamo iniziato a costruire la comunità e a insegnare e trasmettere la nostra visione dal 2014, nel marzo del 2015 abbiamo aperto il Tempio come spazio di divulgazione culturale online e come spazio sacro pop-up. Nel 2016 abbiamo finalmente aperto il tempio come luogo fisico vero e proprio. Fin da subito c’è stato l’interesse delle università a collaborare con noi e diversi professori e professoresse dell’Università Sapienza di Roma hanno sempre portato i loro gruppi in visita al Tempio. Negli anni mi hanno invitato spesso a tenere conferenze e lezioni, il mio lavoro di ricerca è arrivato fino alla Oxford University e ormai lo studio del Tempio è parte del programma di studi di Storia delle religioni e antropologia. Abbiamo sempre fatto in modo che il tempio venisse percepito come un luogo accogliente e inclusivo, non siamo una setta, il locale è su strada, aperto e visible a chiunque e quindi anche le persone del quartiere ogni tanto fanno capolino. Adesso che sono a Bali, un gruppo di studenti e studentesse formato da me continua fisicamente le attività del Tempio a Roma e Diego e io partecipiamo da lontano alla parte organizzativa. Offriamo cerimonie collettive in cui tuttə sono invitatə (la prossima sarà la Celebrazione di Halloween, Samhain, che nella tradizione Afroditica chiamiamo “Tempo dell’Alba Oscura”, ndr) e tante altre attività come la lettura interpretativa dei tarocchi, sessioni di meditazione per integrare e diminuire lo stress, sessioni di guarigione.

Cerimonia nel Tempio della Grande Dea a Roma

Come è arrivata Afrodite nella tua vita?

Ho iniziato con la Wicca, come la maggior parte delle persone pagane di oggi. L’avvicinamento è scaturito da un evento traumatico, la morte della mia nipotina per leucemia fulminante. Un evento forte che mi ha scosso fin dentro l’anima e mi ha richiamato a casa come la carta dei tarocchi Maison Dieu in francese (La Torre, in italiano), per me, invece, la Casa della Dea. Piano piano ho iniziato a studiare, fare le mie ricerche, frequentare corsi, a fare formazione. Tante persone in ambito spirituale mi dicevano che avevo molte qualità afroditiche e dovevo lavorare con questa divinità. A me dava un fastidio tremendo perché avevo su di lei i pregiudizi che ha la maggior parte della gente. Poi mi è capitata un’esperienza molto intensa mentre nuotavo nel mare della costa d’Amalfi, che è la mia terra, la terra delle Sirene della mitologia. Ho avuto un momento di fusione oceanica con Afrodite che mi ha scatenato un risveglio. Mi sono detta: “Sto penetrando il suo corpo, il suo corpo è il mare, quello di tutte le acque e quello cosmico dove sono nati tutti i pianeti e lei sta penetrando me con le molecole d’acqua, mi sostiene e culla”. È stato un attimo di amore immenso e estasi, ovvero dolore e piacere impastati insieme. Era il periodo in cui stava venendo fuori il nome Grande Dea riferito ad Afrodite e quattordici anni fa ho cominciato a studiare la sua origine.

Così è nato Afrodite Svelata.

Ho ricostruito archeomitologicamente la grandezza di questa dea e ricreato la ruota di Afrodite con tutti i suoi epiteti come strumenti per le persone di qualsiasi genere. Questa divinità va oltre il genere, le culture, i confini geografici, il tempo. È uno strumento portentoso, perché aiuta a riprendere integrità, a rimettere insieme i pezzi frammentati della nostra psiche e a vivere una vita piena, seguendo tutti i tipi di piacere, vissuti come sacri, come atto devozionale a lei. Grazie ai miei studi sulla sessualità sacra, ho quindi dato vita a un training sacerdotale per tuttə. Training che ha appena riaperto le porte e che ormai da anni insegno a persone da tutto il mondo in modalità sia a distanza, che in presenza a Roma, visitando tutti i luoghi sacri alla Dea. È un percorso incredibilmente trasformativo, nel quale ho accompagnato tante persone a realizzarsi a livello relazionale, sessuale e lavorativo e ovviamente spirituale, anche se credo il cammino di evoluzione duri tutta la vita e oltre. Diversə professionistə e mie studentesse, hanno inserito la ruota di Afrodite come strumento psicologico utile per il loro lavoro. La dea ci insegna che seguire un sentiero spirituale non significa sacrificarsi, ovvero annullarsi, ma metterci cura, impegno e devozione, che è quello che, alla fine, ti dà il piacere. Non è solo importante la realizzazione del desiderio ma ciò che tu diventi nel percorso per raggiungerlo.

In cosa la sessualità sacra ha fatto la differenza nel tuo modo di vivere il sesso?

Nella bellezza e potenza delle sensazioni vissute. Ho avuto un’iniziazione alla vita sessuale molto precoce e sono stata fortunata perché ero fidanzata con un ragazzo molto più grande di me che mi amava, quindi abbiamo esplorato liberamente tantissimo. Fin da subito avevo questi momenti di oracolo che mi arrivavano durante l’estasi sessuale con lui, suggerimenti di pratiche che poi anni dopo attraverso lo studio del tantra e altri partner ho scoperto essere le stesse che le sacerdotesse della sessualità sacra, le daikini e le tantrikas, mettevano in atto nell’antichità. A me venivano soprattutto nei momenti in cui il piacere era grande. Non è una questione solo di chimica, ma anche di unione di anime. A parità di stimolo, con una persona potrai vivere solo esperienze mediocri, e con altre il piacere più forte della tua vita, magari in una posizione molto semplice. Alcune pratiche sessuali che insegno informano i nostri corpi a un tipo di piacere completamente diverso rispetto a quello a cui ci hanno ‘educato’, tra virgolette, perché non c’è una vera educazione sessuale. O c’è la pornografia – che provoca dei danni grandissimi a livello celebrale, ormonale e relazionale – oppure ci sono istruzioni di tipo medico o anatomico.

Cerimonia nel Bosco Sacro di Bomarzo

Cos’altro è cambiato in te?

È cambiata anche la mia energia personale: qualità e quantità. Esistono vari tipi di orgasmo, come insegno nei training e nel libro ‘Sesso e Afrodite’. Alcuni tolgono l’energia, altri la potenziano. La maggior parte delle persone che ascolto, mi riferiscono che dopo il sesso si sentono stanche oppure tendono a non farlo, perché sono esauste. In realtà, il sesso fatto bene ci dà un’energia incredibile, diventiamo in grado di smuovere le montagne, potremo fare per ore l’amore e dopo farci una doccia e andare a ballare per tutta la notte. Sicuramente aiuta mantenere un’attività fisica costante: mio marito e io andiamo frequentemente in palestra, e ora che siamo a Bali abbiamo ripreso pure a fare surf. I cambiamenti della mia vita più grandi li ho avuti quando ho imparato a padroneggiare la mia energia sessuale. E quando ho iniziato a insegnarlo, ho riscontrato trasformazioni meravigliose anche nelle mie studentesse e nei miei studenti.

Come si può guarire dalle ferite sessuali?

Innanzitutto, capire il tipo di sessualità e i modelli affettivi a cui siamo statə espostə. Se i nostri genitori litigavano di continuo e non si toccavano, non è un modello sano. Lo stesso vale se siamo cresciuti con la pornografia o abbiamo subìto violenze. Abbiamo registrato delle ferite e una visione della sessualità che vanno trattate con persone competenti. Io mi occupo della parte sessuale, bioenergetica e spirituale. Aiuto le persone a guarire dal punto di vista delle memorie corporee. Tuttavia, suggerisco sempre di affiancare anche un percorso psicologico, a seconda dell’intensità della ferita. Il primo passo è esporsi a modelli sani di sessualità, a stare in presenza di persone che sono a quel punto in cui tu vorresti essere. Invito sempre ad avviare il processo creativo nel nostro inconscio attraverso il potere terapeutico delle domande che sono un vero strumento di autocoaching. Ho una porta chiusa, ne prendo coscienza ma poi mi chiedo come posso fare per aprirla e andare dall’altro lato dove c’è il mio desiderio. Davanti a un problema sessuale è importante che si prenda atto del trauma e in seguito capire che ci sono diversi stili sessuali e che il porno non è l’unico possibile. Perciò, ho ideato un test che permette alle persone di comprendere quale sia il proprio linguaggio sessuale dell’amore.

Come funziona?

Si trova gratuito in fondo alla bio in descrizione del mio account Instagram [la sottoscritta l’ha fatto ed è risultata sensuale, ndr]. Lo stile non vuol dire “sai fare bene l’amore”, ma si riferisce al fatto che ogni persona ha la propria forma della yoni (vulva) o del lingham (pene) e ha il proprio vissuto, quindi ‘fare bene l’amore’ dipende da una miriade di fattori. Sì, l’incastro giusto può aiutare con le giuste dimensioni (che, però, non è detto coincida con l’avere il pene grosso, dipende anche da quanto è profonda la vagina della donna). Conoscere il nostro stile ci cambia la vita perché ci permette di capire e di trovare un punto di incontro che piaccia a tutti e due e di vivere una vita soddisfacente. Immaginiamo come mettere in atto le pratiche di sessualità sacra può cambiare la vita dei singoli individui, delle coppie e di un’intera comunità. Afrodite dice: ‘Fate l’amore, non fate la guerra’. Individui sessualmente ed emotivamente soddisfatti, non hanno proprio tempo né voglia di fare la guerra. Per il momento, ho individuati quattro stili sessuali, ma lo svilupperò ancora di più dettagliatamente.

Che tipi di resistenze mentali o fisiche trovi quando insegni la sessualità sacra?

La resistenza è dovuta al pensare di sapere già tutto oppure al pensare di non poter imparare nulla perché si è un disastro. Nella sessualità nessuno sa già tutto e nessuno nasce come ‘disastro’. Ma nel momento in cui una persona vuol fare un percorso con me, so già che è sulla buona strada per lavorare sulle proprie resistenze. Le persone si rivolgono a me perché fondamentalmente vogliono migliorare la loro vita sessuale. Non sempre per un problema o un trauma. Ho moltə studentə sessualmente soddisfattə che però vogliono scoprire ancora di più. Il sentiero spirituale della sessualità sacra è infinito. Mio marito e io continuiamo a sperimentare e studiare insieme da una vita. Ogni volta che pensi di essere arrivato al massimo piacere possibile, poi impari una tecnica nuova che ti porta al livello successivo. Non a caso, si chiama ars amandi. Soprattutto le donne si rivolgono a me perché hanno difficoltà a raggiungere l’orgasmo o per percezione di dolore nel rapporto, spesso per incomunicabilità col partner. Tutta colpa del porno, che si concentra sulla meta, e fa pensare a chi lo guarda di avere qualcosa che non va. È una pressione incredibile che può inibire tantissimo.

Anche l’uomo ha delle insicurezze.

Tantissime ed è importante che si liberi dal giogo patriarcale. Avendo sempre frequentato la palestra, ho incontrato diversi uomini muscolosi che invece avevano il bacino totalmente bloccato. Mostrano fisicamente una virilità – tossica – ma in realtà sono dei bambini insicuri. Anche uomini belli hanno il bacino immobile. Questo fa comprendere quanto la rivoluzione sessuale sia stata superficiale.

Quali sono i benefici sessuali del percorso Afroditico?

Il percorso sacerdotale di Afrodite e il sex coach training sono diversi. Il primo infonde un impoteramento incredibile, dà piacere e consapevolezza. Il secondo include piacere selvaggio, empowerement femminile, nel senso della consapevolezza dei propri diritti come donna, e abbondanza. All’inizio quando sentivo dire dalle altre mentori quest’ultima cosa, mi infastidivo perché la cristianità ci fa credere che il cammino spirituale debba significare abnegazione, limitazione, sacrificio e povertà. Afrodite non ci insegna ciò, in quanto Signora dell’abbondanza. Io non credo nella spiritualità new age e la vita ha senza dubbio i suoi alti e bassi, tuttavia le persone che operano nel sacro devono prosperare, anche nel senso di abbondanza economica vera e propria perché stanno facendo qualcosa di immenso: aiutare le altre persone ad essere felici. Come dice la semiologa Genevieve Vaughan, non si può essere generosi da un punto di scarsità. Quanta abbondanza economica riusciamo a manifestare nella nostra vita ha a che vedere con quanto ci sentiamo degne di provare piacere a livello sessuale e di ricevere e meritare amore.

Nel tuo primo libro, ‘Afrodite Svelata’, chiami la vulva/vagina col termine sanscrito ‘yoni’ perché ha un significato più positivo rispetto al nome italiano. Che termine italiano sceglieresti per rendere giustizia ai genitali femminili?

Yoni significa ‘portale sacro’, ‘tempio sacro’, è un termine che comprende i genitali femminili nella loro interezza, come lingham. Ho adottato la parola yoni dato che è breve e dolce. Nonostante abbia fatto molti esami di linguistica italiana e ricerca in antropologia e archeomitologia, è difficile trovare parole corte che racchiudano un intero concetto. Purtroppo la nostra è una lingua lenta che ci vuole tantissimo a cambiare. A paragone, l’inglese ha un vocabolario molto più ricco perché è un linguaggio generativo. Se pensiamo a quanto scalpore fece l’invenzione di ‘petaloso’, che fu premiato dalla maestra del bambino che l’ha inventata ma osteggiato dai ‘professori’ della lingua! Per trovare un nuovo termine per la vulva, dovremo inventarci un suono nuovo. Sarebbe bello se ci pensassimo tuttə insieme.

Cosa significa essere oggi una sacerdotessa di Afrodite e quali sono i suoi compiti?

Fa un lavoro quotidiano su di sé per mantenersi ‘pulitə’ e aiutare le altre persone. Bisogna prendersi cura di se stessi a 360 gradi e amarsi. La sacerdotessa di Afrodite deve avere ben chiari i valori della divinità: amore, piacere e devozione. Nel mio libro, ‘Afrodite Svelata’, consiglio pratiche specifiche da svolgere stagione per stagione per essere in armonia con la natura. Bisogna avere cura della propria spiritualità, sessualità, fisicità, relazionalità, alimentazione, nonché della sfera intellettuale, culturale, mentale. Creare amore, bellezza e cura nella propria casa e nel tempio della dea.

Perché, secondo te, nel nostro presente non è più possibile praticare la prostituzione sacra?

Nell’antichità la prostituzione non era mercificare la donna. Era la sacerdotessa che stava davanti e proteggeva, anche dalle guerre in epoca patriarcale. Aveva la capacità di Afrodite alchemica di trasmutare. Una delle rappresentazioni della dea, l’anasyrma, il gesto di sollevare la gonna e di esporre la vagina al nemico, aveva una potenza tale da fermare le guerre. Era l’uso dell’energia sessuale per portare amore, benessere e abbondanza nella comunità. La prostituzione sacra aveva la funzione di magia simpatica, fungeva da fertilizzante, come lo sono i fluidi corporei se sparsi sulla terra. Forse non serve nemmeno tornare alla prostituzione sacra di una volta. Oggi esiste il sex work e c’è chi lo fa a livello sacro, anche se non è quello di cui io mi occupo perché ho fatto la scelta di intraprendere il cammino afroditico con mio marito. Trasmetto, però, alle persone le competenze necessarie per fare questa pratica da sole. Le sacerdotesse della sessualità sacra possono avere un ruolo attivo in cui ripuliscono completamente sul piano energetico le persone attraverso la sessualità ma bisogna avere gli strumenti per gestire e trasformare le energie, altrimenti ci si ammala. Il sesso ha tre valenze: la prima è quella spirituale e dell’estasi, la seconda è quella di medicina per guarire e la terza è quella di oracolo.

Nell’epoca moderna denigriamo molto l’amore, in che modo possiamo crederci di nuovo?

Credo che valga un po’ il discorso dell’esposizione alle persone. Bellezza chiama bellezza e degrado chiama degrado. Attenzione alle persone a cui ci accompagnamo. Se noi ci piacciamo di più con determinate persone e tendiamo ad essere migliori, vuol dire che quelle sono le persone giuste da frequentare. Dobbiamo rivedere le nostre passioni e abitudini, è tutto un po’ intrecciato. È necessario avere una visione integrata di tutto e capire che il modo in cui viviamo le nostre emozioni e la nostra vita dipendono sì da quello che ci accade, ma anche da come noi cerchiamo di reagire e dalle nostre abitudini, che possono essere non sane per noi stessi, e dalle persone negative che frequentiamo. Quando non crediamo più nell’amore, dobbiamo chiederci: mi sto amando? Cominciamo da qui.

Qual è il tuo prossimo progetto significativo?

Venire a Bali è stato dettato da una visione altrettanto forte quanto quella di aprire il Tempio. L’intento è quello di unire i mondi, soprattutto mettermi in contatto con le donne che operano nel sacro, come le sacerdotesse di antichi lignaggi di vari posti, anche Thailandia, Bhutan, la comunità Mosuo in Cina, le miko in Giappone, le donne che guariscono con il canto in Uzbekistan. Spero di mettere insieme a livello energetico le nostre forze per riunire quella ferita di separazione tra donne che è stata creata con il patriarcato e riportare tutta la bellezza che siamo state in grado di creare nei millenni. Se riuscirò nello scopo, spero di farne anche un documentario. Ho anche un libro in inglese sulle dee con un prolifico professore universitario tedesco che vive in Finlandia, il linguista Harald Haarmann, considerato l’erede di Marija Gimbutas perché ha fatto ricerche straordinarie sulla Dea. Infine, porterò avanti a distanza i training di Afrodite del Tempio della Grande Dea.

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