In America impazza la moda della sterilizzazione per combattere aborto e non solo

In Usa è usato come metodo contraccettivo permanente

Un tempo negli Stati Uniti si regalavano interventi di chirurgia plastica ai compleanni, oggi si regalano sterilizzazioni. Come è successo a Marsha, 28enne, che ha deciso di farsi come regalo di compleanno a gennaio 2023 la rimozione delle tube di Fallopio. La sterilizzazione è sempre più richiesta dopo che l’anno scorso è stata invalidata la sentenza Roe vs. Wade che rendeva legale l’aborto negli Usa. La notizia della rimozione delle tube è in genere data su TikTok a scopo informativo o di empowerment. Questa tendenza però non è nata adesso ma risale già a qualche anno fa ed è stata etichettata come Childfree Movement (Movimento Libero da Bambini). La sterilizzazione è sempre stata popolare negli Stati Uniti, ex baluardo dell’eugenetica, una scienza pregna di evidenti pregiudizi razziali.

foto: bpr.berkeley.edu

Un passato oscuro

La sterilizzazione forzata era molto diffusa all’inizio del Ventesimo secolo per le teorie di Francis Galton, cugino di Charles Darwin, creatore della scienza fasulla dell’eugenetica nel 1883. Questa aveva come scopo il miglioramento della specie umana applicando i metodi di selezione usati per animali e piante. Le persone americane bianche di status elevato con forti pregiudizi su chi fosse adatto o inadatto alla specie umana adottarono questa disciplina, credendo che la società sarebbe stata migliorata da un aumento della produzione di anglosassoni e nordici, che ritenevano avessero un alto quoziente intellettivo. Nel Ventesimo secolo gli Stati Uniti utilizzarono la sterilizzazione forzata su 60.000 persone, delle quali 20.000 furono fatte in California. All’inizio si concentrarono sui malati di mente poi si passò alle donne cosiddette “promiscue”, i figli di immigrati italiani, messicani e giapponesi e chi violava le norme sessuali. I bersagli preferiti dell’eugenetica, che mirava ad un’inestistente perfezione razziale, nel picco di sterilizzazione tra il 1935 e il 1944 furono neri, nativi, bianchi poveri e disabili. L’Indiana fu il primo Stato a lanciare le leggi sulla sterilizzazione nel 1907 e queste rimasero nella maggior parte degli stati federali fino agli anni Settanta. Il dettaglio peggiore è che la Germania nazista copiò i programmi eugenetici degli States, all’epoca leader mondiali del campo. La “Legge per la prevenzione della prole con malattie ereditarie” del 1933 del Terzo Reich, modellata sulle leggi dell’Indiana e della California, i nazisti sterilizzarono circa 400.000 bambini e adulti, per la maggioranza ebrei e altri etichettati come “difettosi”. Negli Stati Uniti il capitolo sterilizzazione forzata sembra non essere completamente chiuso dato che nelle prigioni californiane sono state sterilizzate 1.400 donne tra il 1997 e il 2010.

Manifestanti fuori dalla Corte Suprema degli Stati Uniti a Washington, 1 novembre 2021, foto: Reuters/Evelyn Hockstein

Aborto

Sono tanti i motivi per cui si ricorre alla sterilizzazione, ovvero il legare o recidere un tratto delle tube di Fallopio per impedire alla cellula uovo di incontrare gli spermatozoi. Negli Stati Uniti questo tipo di intervento, che si può fare per laparoscopia o laparotomia, ha subito un boom nel 2022 quando a giugno è stata ribaltata una sentenza epocale, Roe vs. Wade del 1973, che ha reso effettivi i limiti già esistenti all’aborto in 26 stati che ora sono diventati 34. Se si guarda la mappa interattiva del Guttmacher Institute, un’organizzazione di ricerca e politica impegnata nella promozione della salute e dei diritti sessuali e riproduttivi in tutto il mondo, si capisce il motivo. Più della metà degli Stati americani ha applicato politiche restrittive nei confronti dell’aborto, gli unici safe sono rimasti Oregon, New York, New Jersey, Vermont, New Mexico.

Sterilizzazione

Non è facile e immediato nemmeno ricorrere alla sterilizzazione. Negli States i medici sono restii a concederla se non ci sono motivi seri. Le ragioni sono la giovane età della persona, il non avere figli o non averne abbastanza. Per le donne senza figli le possibilità sono ancora più ridotte e spesso viene richiesta l’approvazione di un eventuale partner, quando per la vasectomia maschile non ci sono problemi. Ancora una volta il problema è culturale: una persona ritenuta donna non può gestire la sua vita riproduttiva come meglio crede. Inoltre, il fantasma della sterilizzazione forzata, pratica applicata alla popolazione americana Bipoc, incombe: le pazienti afroamericane, latine e native hanno una probabilità maggiore che le venga accordata la procedura rispetto a quelle bianche. Chi ha non ha un’assicurazione o ne ha una pubblica, ha il 40% di probabilità di sterilizzarsi a dispetto di chi ne ha una privata.

La sterilization shower di Dani Marietti, foto: Nbc Montana

Sterilization shower

Dani Marietti è una 25enne terapista che ha subito la salpingectomia, la completa rimozione delle tube di Fallopio per non avere ostacoli nella sua carriera. Ha organizzato una sterilization shower con biscotti glassati da slogan pro-aborto. La prima o l’unica? Non ci è dato sapere. Fatto sta che sotto la voce ‘sterilization party’ si trovano su internet torte e dolci a tema che celebrano l’evento. Sotto l’hashtag #sterilization su TikTok molte ragazze americane e non si sono aperte sui loro interventi di sterilizzazione e, oltre ai problemi fisici, dietro c’è anche il fantasma delle limitazioni sull’aborto. Adesso la pillola abortiva si può acquistare solo dopo consulto medico, può essere prescritta entro le prime sette settimane di gravidanza e non può più arrivare via posta. I pareri sul post-sterilizzazione sono vari, c’è chi dice che ha sentito dolore ma non più forte di certi tatuaggi che si è fatto e chi dice di avere delle mestruazioni dolorose dopo l’intervento. Rhianne spiega di essere ricorsa alla sterilizzazione perché non può prendere la pillola contraccettiva, dato che assorbe la metà delle sue medicine per la salute mentale. Quindi non solo l’evitare di essere incint, ma alla base ci sono pure problemi di salute e desiderio di non avere figli.

Non avere figli

Forse dietro all’abolizione dell’aborto c’è la drastica caduta del tasso di natalità negli Stati Uniti. La pandemia ha sicuramente cambiato l’atteggiamento verso la contraccezione di molti americani, come ha scoperto il Guttmacher Institute in uno studio sulla fertilità. Tanti sono ricorsi ai contraccettivi per il Covid e il non avere l’accesso all’assistenza sanitaria. In generale, non si fanno figli per situazione economica instabile, incertezza politica, cambiamento delle norme di genere e una stigmatizzazione meno pesante. Ma sooprattutto perché non li si vuole. Un motivo che non si trova spesso negli elenchi scientifici o nei sondaggi. Quest’ultimo ha dato il via al Childfree Movement su TikTok in cui sempre più persone esternano la loro volontà di non rimanere incinte con hashtag come #childfreetok, #nothavingkids. Nel marasma di video c’è anche chi si è sterilizzato per eliminare il problema alla radice.

In Italia a che punto siamo?

La sterilizzazione chirurgica non è molto frequente in Italia perché in genere vengono usati altri metodi di contraccezione (quando e se vengono usati, ahimè). Le richieste provengono da donne che hanno partorito più volte e che spesso sono al secondo o terzo cesareo o comunque dopo diverse gravidanze. E’ una metodica che si applica a persone in età avanzata e non giovanissime. Il motivo principale, quindi, è totalmente opposto a quello americano. Non è usato come metodo contraccettivo definitivo. “Come procedura non è tanto sicura – dice una mia amica ostetrica – perchè mi è capitato di vedere donne incinte anche dopo sterilizzazione tubarica dato che c’è una minima possibilità (sotto l’1% come per la spirale, ndr) di non totale chiusura delle tube”. Anche nelle percentuali Istat (quelle in rete risalenti al 2017), la sterilizzazione rimane il metodo meno usato dagli italiani. Oltre negli Stati Uniti, è molto diffuso in Cina e India. Rimane anche il più pratico metodo contraccettivo usato al mondo secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

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