L’esercito dei single si ingrossa e quello delle coppie diminuisce. La tendenza è in salita da anni ma i pregiudizi sono duri a morire. Il fatto di essere soli non significa essere solitari. In questo caso “solo” vuol dire persona senza un altro partner fisso, “solitario” è invece un qualcuno che “rifugge dall’altrui compagnia o vicinanza”.
La maggior parte di noi single se si trova in questa condizione da anni indica che sta proprio bene con se stesso, si completa e non ha bisogno di persone accessorie. Se le incontriamo e decidiamo di starci insieme, denota che sono in grado di fornirci quegli stimoli in più che da soli non sappiamo darci. La pena o compassione che gli altri che non sanno o non sono abituati a stare da soli provano per noi, ci fa sorridere. In realtà, avremmo bisogno che sempre più Stati, in primis quello italiano, riconoscano la nostra condizione e non si occupino solo delle famiglie.
La vita sessuale c’è sempre. Alti e bassi, come la vita, ma esiste. Non dobbiamo andare per forza ad appuntamenti o incontri per cercare compulsivamente qualcuno con cui stare o fare sesso. Se capita, capita, altrimenti c’è la masturbazione. I single non hanno caratteri tutti uguali perché non sono solitari: c’è gente affettuosa, tenera, buona, selettiva, egoista, egocentrica, narcisista e così via. Le persone che incontriamo spesso non rimangono. Non è né colpa loro né colpa nostra. Semplicemente per le persone libere “incastrarsi” con qualcun altro è più difficile proprio per il fatto che stanno bene con se stesse.
Essere single può essere uno stato mentale anche se si è in coppia o in relazioni poliamorose? Credo proprio di sì. Conosco molte persone che sono capaci di non pensare sempre in simbiosi. Quest’ultima può non essere negativa se è naturale, ma in ogni caso è necessario ascoltare anche i bisogni personali e quelli degli altri. È importante per essere indipendenti e non autodistruggersi.