Il primo febbraio si festeggia Imbolc ma la data può variare ed è compresa nel periodo dal 31 al 2 febbraio. Il festival viene associato spesso alla Candelora, anche se il significato è totalmente diverso.
La festa onora quella che oggi è conosciuta come Santa Brigida, che non è altri che la divinità celtica Brigid o Brigit, che significa L’Alta. È la dea del fuoco, della luce, della fertilità e delle altezze (è associata a colline e montagne). L’etimologia del celtico briga (sommità, altura) dà il nome all’attuale territorio della Brianza, dato che in Lombardia si stanziarono popolazioni celtiche. Gli antichi romani chiamavano la divinità Brigantia.
Suoi simboli sono la croce e la bambolina di giunchi o canne. La croce intessuta con giunchi può avere quattro o tre braccia. Posta fuori casa protegge l’abitazione dal fuoco e accoglie la dea. Le croci durano fino all’Imbolc successivo. La leggenda cristiana invece racconta che Santa Brigida la fece per convertire un nobile pagano in punto di morte. In Irlanda e Scozia una rappresentazione di Brigid (Brídeóg ) veniva portata in processione da ragazze e giovani donne. Aveva una figura di bambola fatta di giunchi o canne vestita di pezzetti di stoffa. Nelle isole Ebridi scozzesi la bambola portava sul petto una conchiglia chiara o un cristallo, chiamata la stella guida di Brigid. Le ragazze la trasportavano in processione vestite di bianco (purezza) e con i capelli sciolti intonando inni a Brigid. Visitavano ogni casa per ricevere cibo o pezzi di stoffa per la bambola. Poi festeggiavano a casa con la bambola piazzata in un posto d’onore e la mettevano a dormire con una ninna nanna. In molti luoghi solo le donne non sposate potevano portare la Brídeóg, in altri era portata da ragazzi e ragazze. Qualche volta una ragazza impersonava Brigid e, accompagnata da altre ragazze, andava di casa in casa con la corona di Brigid sulla testa, portando lo scudo e la croce della dea, il tutto fatto di giunchi. In altri posti la processione includeva ragazzi-paglia che indossavano cappelli di paglia a forma di cono, maschere e suonavano musica popolare.
Lo scopo di Imbolc è celebrare il primo ritorno della luce nel periodo invernale e l’inizio della semina. La sua etimologia è incerta: può significare “nel ventre” in antico irlandese oppure “lavarsi/purificarsi”. Infatti il fuoco e la purificazione erano momenti importanti della festa celtica-gaelica. Si accendevano candele per richiamare la venuta del sole. Si dice che le diciannove suore del santuario di Kildare in Irlanda custodissero la fiamma sacra eterna di Brigid, simile a quella di Vesta a Roma che terminò di ardere nel 394 EC (era comune) per ordine dell’imperatore Teodosio I. Come a Beltane e Lughnasadh, si visitavano pozzi sacri a Brigid per pregare per la buona salute. L’acqua dei pozzi era usata per benedire la famiglia, la casa, il gregge e i campi. Le libagioni offerte alla dea erano latte o porridge ammollato nell’acqua che venivano versati sul terreno. Forse per questo la derivazione popolare del nome di Imbolc è fatta risalire al significato di “ewe milk”, “latte di pecora femmina” (ewe è femminile per pecora).
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