Dipinto copertina: Il ballo dell’ape di Vincenzo Marinelli, 1862
Esiste un tipo di striptease ottocententesco proveniente dalla Terra dei Faraoni e mi ci sono imbattuta durante i miei studi di danza del ventre. Assomiglia molto ad un possibile numero di Burlesque! La danza dell’ape o della vespa era molto apprezzata dai viaggiatori francesi in Egitto e per questo gli egiziani la proponevano spesso. Consisteva nello spogliarsi durante una sequenza di movimenti coreografici. Si svolgeva come se la danzatrice, temendo la puntura dell’insetto alato finito inavvertitamente nel corpino, cercasse in tutti i modi di sbarazzarsi dell’indumento. Era più uno striptease che una danza e la stampa egiziana ed europea la descriveva con termini come “sgraziata”, “oscena” e “volgare”. Era praticata da danzatrici che si prostituivano nei locali dove si vendeva alcool agli europei. Si trattava di un eccesso a cui era giunta la danza del ventre dopo una sua rapida commercializzazione nella prima metà dell’Ottocento.
La danza dell’ape è nominata anche da Gustave Flaubert nei suoi resoconti di viaggio in riferimento alla ghawazee (danzatrice nomade) conosciuta solo con lo pseudonimo di Kuchuk Hanem. Ricordo che il miele e l’ape costituivano l’immaginario cosmologico dell’antico Egitto, ed erano la base di dieta, medicina e magia rituale egiziana.
Peccato si sia un po’ persa e poi, volgare, suvvia che benpensanti nell’800
"Mi piace""Mi piace"