Le Sex en Rose è uno dei blog di sesso ed erotismo più famoso d’Italia al momento. Morena e Ivano (@imtheph), moglie e marito che vivono tra Torino e Bristol, hanno iniziato il loro viaggio alla ricerca del piacere a gennaio 2017 e non si sono più fermati. Recensiscono sex toys, trattano di autoerotismo, cura e conoscenza del proprio corpo e di sessualità. Morena ha celato il suo volto fino ad aprile 2019, rivelandolo poi in un video per i motivi che saranno spiegati in questa intervista. Insieme ad Ivano, che cura fotografia, marketing e pr, sono riusciti in soli due anni a crearsi uno spazio di tutto rispetto nel mondo dei sex blogger italiani con il loro approccio solare, sincero ed affettuoso e sono molto apprezzati nel nostro ambiente perché sono una coppia alla mano e spontanea. Hanno lanciato quest’anno con Nalakoala (Giulia Muscatelli) un’iniziativa geniale: #Millemodidi, dove qualsiasi donna è invitata a raccontare in maniera personale come vive la masturbazione e la sua maniera di masturbarsi attraverso l’hashtag sopra indicato per dimostrare che la masturbazione femminile esiste, è tangibile e molto praticata. Morena ha tradotto e scritto la prefazione di Generazione Slut edito da Odoya di Karley Sciortino (Slutever, 2018), un libro che consiglio soprattutto a chi vive la sessualità liberamente per sentirsi in pace col mondo. Per gli eventi dal vivo di recente hanno creato una scatola del piacere chiamata appunto Piacere in Scatola – Consumare con Consenso che fa provare sensazioni meravigliose tramite l’occultamento della vista con una benda. Sul sito di Le Sex en Rose vanno alla grande le Interviste Nude, lunghe chiacchierate in cui i protagonisti sono senza vestiti e parlano di libertà ed onestà ciascuno nel proprio settore. Particolarmente interessante è la parte Viaggi e Cultura in cui i nostri si avventurano per festival del porno e del cinema erotico, “giardini” BDSM, spiagge per nudisti e sex shop. Divertente ed esilarante è il podcast Pottenrose, una “lettura frivola delle fanfiction erotiche di Harry Potter” che da fan spero riprendano presto!
Come è nata l’idea del sito?
Lesexenrose.com è il frutto di un percorso di coppia o, per meglio definirla, una sorta di risveglio sessuale sul quale abbiamo lavorato iniziando a farci delle domande che non riuscivano a trovare una risposta tanto nelle persone intorno a noi, quanto nelle risorse online. È sempre complicato, e lo è stato anche per noi, iniziare a parlare di determinate tematiche, perché entrano inevitabilmente in gioco i condizionamenti acquisiti più o meno consapevolmente nel corso della vita e ci si ritrova a dover mettere in discussione i modelli di relazione e i ruoli di genere che la società ci invita caldamente a seguire impedendoci di personalizzare l’esperienza della sessualità e adattarla al nostro corpo, alla nostra identità e ai nostri peculiari desideri. La reiterazione di stereotipi non fa altro che allontanare le persone le une dalle altre e anche dal piacere che potrebbe essere ricercato e vissuto con molta più naturalezza. Ecco che Le Sex en Rose nasce con l’intento di creare un luogo inclusivo e accogliente nel quale la sessualità viene riportata a una dimensione naturale e dove poter trovare informazioni e spunti di riflessione ai quali ognuno dovrebbe poter accedere senza pregiudizi o estremismi.
Uno degli obiettivi principali del blog è la ricerca del piacere. L’avete avviata seriamente quando vi siete conosciuti come coppia oppure era già iniziata prima?
La ricerca del piacere è quello che ci muove ogni giorno più o meno da quando Morena ha deciso di mettere nero su Bit i primi sei articoli per il blog. La nostra avventura inizia come coppia tanti anni fa e nel tempo ci siamo conosciuti, piaciuti e innamorati, per poi cambiare e crescere insieme, scoprirci, riscoprirci e innamorarci nuovamente. Oggi non diamo nulla per scontato e proviamo a vivere ogni giorno volendoci bene e sostenendoci l’un l’altro.

Per diverso tempo, soprattutto Morena, non si è mostrata nelle foto per i post del blog e su Instagram. Era una questione pratica per mantenere un velo di mistero o esiste un altro motivo?
Diversi anni fa abbiamo avviato un’attività nella comunicazione in Italia come liberi professionisti e abbiamo avuto la fortuna di lavorare prima con aziende medie e poi anche molto grandi. Questo lavoro ci ha portati all’estero, dove successivamente è nato Le Sex en Rose che ha cambiato drasticamente le nostre vite, private e professionali. Un cambio repentino di rotta non sarebbe stato tollerato dai nostri clienti e noi non avremmo potuto permetterci di perdere la fonte dei nostri guadagni per seguire un sogno. Ecco perché siamo andati cauti con l’ufficializzazione di questo progetto. Oggi la situazione è differente e, complice anche l’affermazione mediatica delle nostre attività, è finalmente possibile lavorare senza quest’ansia aggiuntiva.
Una delle rubriche più geniali del vostro blog è quella delle Interviste Nude. Cercate di concentrarvi sulle persone che non sembrano scandalizzarsi all’idea oppure gli lanciate la proposta come una sorta di sfida? E come le mettete a proprio agio?
All’inizio è stato più difficile perché non avevamo esempi da mostrare e la prima intervista, ad esempio, è stata fatta ad un artista che già aveva una certa consapevolezza del proprio corpo e viveva la nudità con naturalezza. Quando selezioniamo le persone da intervistare lo facciamo per l’arricchimento che secondo noi possono portare nel discorso sulla sessualità, senza sapere come potrebbero reagire alla proposta o che tipo di relazione abbiano con la nudità. Inizialmente è anche bello lanciare l’invito come una bomba nella stanza, per capire i pensieri che attraversano la mente del prossimo. Poi, con calma, dopo qualche imbarazzo iniziale (che comunque non è detto ci sia), raccontiamo per bene l’esperienza e le motivazioni. A quel punto di solito la curiosità prende il sopravvento e quando si unisce anche un pizzico di fiducia nei nostri confronti allora il mix è completo per dare avvio alla Naked Interview. Noi, da parte nostra, quando conduciamo l’intervista, cerchiamo sempre di trovare un equilibrio tra l’approccio professionale e quello più umano e creare le condizioni tali per cui l’esperienza possa trasformarsi in una piacevole chiacchierata e uno scambio piuttosto che un freddo botta e risposta. Ma è davvero la nudità che fa il resto nel mettere a proprio agio le persone, per quanto questo possa suonare bizzarro, e che diventa una scorciatoia per connetterci insieme. Due corpi nudi, messi uno di fronte all’altro, non sono nient’altro che corpi, liberi e pari, che per conoscersi devono attivare la mente. La cosa bella è presentarsi agli interessati prima dell’intervista come semi-sconosciuti che si palesano con dell’attrezzatura video/fotografica e salutarsi a intervista ultimata come amici.

Vi piace anche praticare nudismo. Secondo voi qual è la corretta maniera di viverlo nel migliore dei modi possibile?
Il Naturismo è un mezzo per svincolarsi dai tanti stereotipi estetici imposti dalle sovrastrutture culturali: ogni giorno prepariamo il nostro corpo per presentarlo al mondo in un modo che sia appropriato alle varie situazioni di vita sociale che dobbiamo affrontare, e lasciamo che siano stili, etichette, marchi a definirci ancora prima della nostra personalità. Non si tratta solo di spogliarsi dei vestiti ma di raggiungere uno stato di serenità con il proprio corpo e presentarsi con onestà alle persone e all’ambiente circostanti. Ognuno ha i propri tempi di maturazione e acquisizione della consapevolezza di sé e sicuramente per noi ha giocato a favore il fatto di affrontare insieme anche questa esperienza la prima volta che abbiamo abbracciato il naturismo. Noi ci abbiamo trovato un tipo di libertà, rispettosa e sincera, che difficilmente si riesce a chiudere nel cassetto e a dimenticare una volta provata, e ora è un’esperienza che quando possiamo ricerchiamo.
#Millemodidi è una bellissima iniziativa lanciata da voi e Nalakoala sulla masturbazione femminile. Che tipo di riscontro avete ricevuto e la continuerete in futuro?
#Millemodidi sta silenziosamente crescendo e ci sarà un rilancio nei prossimi mesi, al quale stiamo lavorando da prima dell’estate. La risposta è stata coraggiosa da parte di molte donne e ragazze che si sono esposte partecipando e condividendo i racconti di masturbazione personali, ma vorremmo includere più persone e con questa versione, chiamiamola 2.0, sarà possibile raccontarsi più semplicemente. Siamo molto fieri di aver lanciato questo progetto e vorremmo portarlo avanti con sempre maggiore coinvolgimento della comunità perché crediamo che il tabù della masturbazione femminile sia ancora una delle principali cause di sensi di colpa e vergogna che ostacolano la creazione di un rapporto positivo e soddisfacente con il proprio corpo e con la sessualità, e uno dei maggiori ostacoli nel percorso alla ricerca del piacere.

Siete anche degli assidui recensori di sex toys. Vi è mai capitato che qualcuno di questi non vi piacesse su tutta la linea e come vi siete comportati con i produttori?
Anche questa è una bella domanda, grazie per averla fatta. Selezioniamo con accortezza i sex toys da recensire sul blog tra quelli prodotti dai marchi che sappiamo usano una cura particolare nei confronti delle forme, dei materiali e/o della tecnologia, ed esclusivamente tra quelli sicuri per il corpo. Ci è già capitato di rifiutare di recensire prodotti di brand che secondo noi non rispettavano degli standard di sicurezza o di eticità. Talvolta capita che alcuni toys, seppur con una progettualità importante alle spalle e una filosofia condivisibile, non soddisfino i risultati promessi in fase d’uso e in quel caso lo diciamo chiaramente. Sentiamo una grande responsabilità nei confronti dei nostri lettori e ci teniamo a consigliare come farebbe un’amica, con cura e amorevolezza.
Dopo averne provati diversi, secondo voi quali sono le caratteristiche che un sex toy da uomo e da donna deve assolutamente avere?
Sai, per ogni persona le caratteristiche del sex toy perfetto possono essere molto diverse e anche molto distanti tra di loro. Sicuramente non si può prescindere dalla sicurezza, dopodiché ogni corpo ha una sua anatomia e reagisce in modo unico a determinati stimoli/materiali/gesti, ed ogni persona ha desideri e fantasie propri da soddisfare. Il sex toy perfetto è quello che in un certo momento, in una certa situazione, riesce a generare o a contribuire a uno stato di benessere/soddisfazione/piacere. Personalmente a me (Morena) piacciono i sex toys ben progettati con un occhio di riguardo al design e, nel caso vibrino, che abbiano un certo tipo di vibrazione, anche se non è sempre necessaria. Io (Ivano) invece non capisco proprio l’utilità dei sex toy rigidi e vibranti per testa di pene, fino ad oggi non ne ho trovato uno che facesse quanto promesso.

Il mistero in cui era immersa l’identità di Morena fa pensare che non tutti gli amici e i parenti sapessero del vostro blog. La vostra vita e le vostre relazioni con persone strette sono cambiate dalla rivelazione del volto di Morena?
Le persone che ci gravitano intorno per legami di sangue hanno vite e vissuti molto diversi dai nostri e crediamo facciano fatica a capire le motivazioni che ci spingono a fare quello che facciamo. Ma questo riguardava anche le nostre scelte di vita professionale pre-blog. Per quanto riguarda gli amici, nel momento in cui li abbiamo messi di fronte al nostro progetto, quando Le Sex en Rose consisteva ancora in qualche articolo sul blog e una manciata di foto su Instagram, hanno dovuto fare i conti con una nuova immagine percepita di noi – come coppia e come singoli individui – diversa da quella con cui si erano sempre relazionati. Questo ha portato molti ad allontanarsi e altri, al contrario, ad avvicinarsi di più e ad aprirsi con noi, portando l’amicizia su un nuovo livello di connessione. La rivelazione del volto non ha avuto un impatto tanto sulle relazioni preesistenti quanto quelle virtuali/digitali con le persone che già ci seguivano e con le quali ci siamo sentiti improvvisamente più vicini.
Avete un rapporto speciale che vi lega che traspare da post e social e molte sex blogger single come me vi prendono come esempio di relazione ideale. Qual è secondo voi il collante che vi tiene uniti e, in più, potete spiegare ai profani in poche semplici parole che avere un sex blog non significa essere inaffidabili su tutti i livelli?
Ahaha, ci fai arrossire Dona. Il segreto tra di noi è che parliamo tantissimo, non del tempo, non degli impegni di lavoro, ma di cose davvero importanti. Siamo trasparenti l’uno con l’altra e sappiamo in un secondo se c’è qualcosa di storto. Noi parliamo tanto di kinky quanto di avere dei figli e per conciliare queste cose devi per forza avere una consapevolezza totale di te e dell’altro che fa parte di te. È un rapporto costruito con lacrime, sudore e sangue, e tanto tanto amore. Senza quello nulla si può fare. Il blog in generale è per noi una naturale estensione del nostro amore, verso gli altri. Chi scrive di sessualità per passione, come te anche, in qualche modo prova a esprimere i propri sentimenti condividendoli con il mondo e cerca di creare una comunità affine. Parlare apertamente di sessualità può essere visto come una trasgressione perché l’immagine stessa che abbiamo del sesso è viziata da una visione limitata e negativa, povera di informazioni ma ricca di pregiudizi, che lo inquadra come qualcosa di trasgressivo o provocatorio o proibito che tutti fanno ma di cui nessuno parla. Quasi mai si parla del sesso come naturale fonte di piacere, ma spesso se ne parla come mezzo per la procreazione, come dovere all’interno di una relazione o come potenziale fonte di “rischi” da cui proteggersi, che siano una gravidanza o una malattia. A monte della condivisione di opinioni ed esperienze personali su un blog c’è un interrogarsi su tanti aspetti della sessualità e una ricerca di informazioni da poter mettere a disposizione di una comunità. Questo significa approcciarsi al sesso e alla sessualità con una nuova consapevolezza che è il contrario di inaffidabilità. Una persona inaffidabile è quella che non si fa domande e non cerca risposte e che lascia la propria vita e il proprio benessere sessuali nelle mani di altre persone, senza ascoltare il proprio corpo e i propri desideri. Ma per arrivare a questa presa di coscienza bisogna prima decostruire l’idea che ci viene propinata del sesso e non tutti sono disposti a farlo perché significa scontrarsi con i giudizi delle persone e accettare di non essere accettati da tutti.
Prossimi progetti che state preparando dei quali potete accennare?
Abbiamo in cantiere il rilancio di #millemodidi e due interviste nude molto particolari, una per la quantità (e qualità) degli intervistati e l’altra per il lavoro peculiare dei due soggetti. In generale stiamo cercando sempre più occasioni per portare Le Sex en Rose fuori dal mondo digitale, per incontrare dal vivo le persone che ci seguono e che ci vogliono bene.

Infatti, grande valigia. Quanta creatività può uscirne.
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