L’enigma del peccato nascosto di Lewis Carroll

Charles Dodgson, in arte Lewis Carroll, nacque il 27 gennaio del 1832 a Daresbury nel Cheshire, nord-ovest dell’Inghilterra. Era un ragazzo intelligente e affascinante, sul quale la sua famiglia, composta da altri dieci fratelli e sorelle, nutriva grandi aspettative. Diventò docente di matematica a contratto ad Oxford, nel college di Christ Church. Nel 1856 arrivò il nuovo dean (una sorta di preside) Henry George Liddell che si trasferì assieme alla moglie e ai figli. Fin da subito Charles si legò molto ai Liddell, soprattutto alla consorte di Henry, Lorina Hannah, ed ai suoi bambini. Era graditissimo ospite nella deanery, era invitato a cena e a serate musicali. Usava i suoi famigliari come soggetti per la sua recente passione, la fotografia, incoraggiato dalla stessa Lorina che gli propose le figlie come modelle. Era una donna bella, schietta e sincera e aveva un marito di quindici anni più vecchio sempre molto impegnato. Era logico che cercasse la compagnia di una persona vivace come Dodgson. La casa dei Liddell si trasformò nel suo studio fotografico ma la madre di Lorina, la signora Reeve, lo prese in antipatia perché considerava sconveniente la sua assidua frequentazione della casa. Iniziarono a girare voci sul fatto che passasse troppo tempo con i Liddell e che le sue simpatie fossero dirette alla governante Mary Prickett (a cui si dice si sia ispirato per il personaggio della Regina di Cuori) . Ed esistevano anche dei pettegolezzi su lui e Lorina, e lui e Lorina Charlotte (soprannominata Ina), la figlia.

Dopo due anni di report della relazione coi Liddell nei suoi diari, esiste un lasso di tempo di quattro anni in cui non scrisse. Fu il passaggio dalla gioventù spensierata all’età adulta. Negli anni Sessanta pubblicò le sue prime ed ultime poesie erotiche. È impossibile sapere se questi scritti rispecchino la realtà di ciò che gli accadde nel periodo di latitanza. I componimenti parlano di un uomo che si innamora di una donna perfetta, di amanti che si dichiarano amore eterno ma si debbono separare, di un uomo senza speranza che prova un forte desiderio per una donna irraggiungibile, di un amore negato che non riesce a riprendersi, e di un uomo che sta pensando di andarsene dal luogo dove vive e lavora perché gli ricorda il suo fallimento. Una delle sue poesie meglio riuscite è Stolen Waters (Sorsi Rubati), in cui Charles descrive l’incontro folgorante con una donna alta e bionda che lo fa deviare dal sentiero attraendolo in un luogo ricco di fiori rigogliosi e frutta matura e invitandolo a bere insieme a lei. Lui beve il succo e viene inondato da una sensazione di fuoco nel cervello. Fa sesso con la donna ma quando rinsavisce si accorge che fiori e frutti marciscono attorno a lui. Fugge ma la donna lo segue sempre perché a lei ha lasciato il proprio cuore e porta con sé quello di lei. Quest’ultimo, però, è un cuore di pietra che lo fa sentire esiliato dalla bontà del mondo. Mentre erra per una terra desolata, una voce gli indica la strada della redenzione: “Sii come un bimbo, affinché tu possa gioire di ogni respiro“. L’unico modo di fare ammenda è riscoprire l’innocenza perduta. Simbolismo o realtà? Non lo sapremo mai. Negli stessi anni di composizione dei poemi inizia a menzionare nei suoi diari un grande peccato ignoto.

Un’altra leggenda è che fosse legato ad Alice in modo sentimentale e sessuale. Chi contribuì ad alimentare il sacro fuoco di questo mito fu suo nipote, Stewart Dodgson Collingwood, il primo a scrivere una biografia su di lui (e a far sparire documenti), la poetessa e critica letteraria Florence Becker Lennon, dell’insegnante e scrittore scozzese Alexander Taylor. Collingwood speculò sulla relazione dello zio con la bambina, Lennon suggerì che fosse un rapporto romantico vicina ad una passione sessuale, e Taylor affermò che non ci fosse dubbio sull’amore di Dodgson per lei. Nei diari non ci sono indizi a riguardo. Sono sbucate solo due “prove” molto contestabili. Una voce di corridoio dei tardi anni Settanta, quando Alice era ormai ventiseienne ed adulta, in una frase canzonatoria in una lettera privata di Lord Salisbury che suggeriva che Charles avesse chiesto di recente la mano di Alice, fosse stato rifiutato e “uscito di testa”. L’altra è più criptica. In un’annotazione di diario del 17 ottobre 1866 si legge: “Sabato zio S. ha cenato con me e domenica ho cenato con lui al Randolph e in ognuna delle due occasioni abbiamo parlato un bel po’ di Wilfred e di A.L. – è un argomento molto delicato”. Wilfred era il fratello squattrinato di Charles che corteggiava una ragazza di quindici anni di meno di nome Alice Donkin. La L potrebbe essere un lapsus. Che c’entrava con Alice Liddell? Se fossero state due cose distinte, Charles avrebbe usato le parole “due argomenti delicati”.

Veri o meno i pettegolezzi, e non si sa se a causa di questo peccato per cui Charles riteneva di dover fare penitenza, smise nel 1863 per sei mesi di fare visita ai Liddell e si tenne distante da loro in pubblico. Ci riallacciò brevemente i rapporti tra dicembre e gennaio 1864, che poi precipitarono per questioni politiche interne al college di Christ Church. Nel breve periodo in cui si rifrequentò con loro, il suo diario era pieno di osservazioni come “Dio aiutami ad emendare la mia vita, in nome di Gesù Cristo”, “le mie prediche non siano una beffa solenne, dato che le mie parole istigano gli altri a fare buone azioni mentre io per primo sono un reietto”. La sua relazione con loro non cessò definitivamente ma furono mantenuti rapporti formali. Un anno dopo la spaccatura con i Liddell Charles scriverà la sua ultima poesia d’amore, The Valley of the Shadow of Death, che racconta di un uomo che ha finalmente imparato a lasciarsi alle spalle i propri peccati.

L’altra metà della sua vita fu caratterizzata da un turbinio di donne eclettiche ed intelligenti di cui amava circondarsi. Parlava apertamente di sessualità e si discostava dall’atteggiamento pruriginoso della sua epoca nei confronti di tale argomento. Non si sposò mai e si autodefinì un “vecchio scapolone dal cuore spezzato”. Scrisse poesie sulla nostalgia per ciò che era stato e non poteva tornare più. Nell’ultimo periodo della sua vita fu ossessionato dalla morte, convinto che fosse vicina. Morì il 14 gennaio 1898 di polmonite, portando il suo segreto per sempre con sé. Lorina proibì al biografo di suo marito (morto quattro giorni dopo Charles) di citare il nome di Dodgson, si spense nel 1909.

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