“Perché odiavano tanto George Gordon Lord Byron? Non lo odiavano per le sue poesie ardite e innovative, non per le sue posizioni politiche fuori dagli schemi, non per i debiti di famiglia che non aveva estinto, ma anzi ingrossato, non per il disdegno che mostrava per la stessa classe nobiliare a cui egli apparteneva. Lo odiavano per come faceva l’amore. E per come pensava l’amore. Per le sue innumerevoli relazioni con uomini e donne. Lo odiavano perché amava in modo intollerabile. Lo odiavano perché era un libertino. – I libertini la società li odia sempre”. – Libertini Libertine – Avventure e Filosofie del Libero Amore da Lord Byron a George Best di Cesare Catà
In questo blog abbiamo trattato ed accennato spesso alla figura del libertino nell’accezione moderna di ape che passa di fiore in fiore senza essere mai sazia, proprio perché la sottoscritta ha avuto spesso a che fare con questa specie. Sedendomi a chiacchierare con il performer teatrale e filosofo Cesare Catà del suo nuovo libro, “Libertini Libertine – Avventure e Filosofie del Libero Amore da Lord Byron a George Best“, ho scoperto che esiste un tipo di libertino, secondo l’autore estinto, che viveva per l’amore nel senso assoluto del termine.
Magari aver incontrato nelle mie avventure uomini dalla penna spedita ed ironica, come quella di Ovidio nel libro terzo dell’Ars Amatoria, che mette in guardia le donne da chi pensa solo a se stesso: “Non vi dia sulla testa, chi sulla testa porta troppa roba“. O un Lord Byron che seraficamente nel Don Juan (Don Giovanni) intima: “Mangia, bevi, ama! Che ci importa del resto?” E a scuola quante ragazze e ragazzi avrebbero voluto leggere La Ballata della Masturbatrice Solitaria di Anne Sexton? Catà svela un mondo dimenticato che vale la pena riscoprire. Sperando che un giorno i veri libertini risorgano.

Spiegami la tipologia di libertino di cui scrivi.
Non è un Don Giovanni narcisista che fa conquiste a raffica ma è un archetipo. Il libertino che descrivo è uno che non riesce ad amare nelle forme normali che la società gli ha insegnato ed ama in modo diverso, tanto da creare scandalo. Inoltre, è una persona che ha scritto cose eccezionali ed ha collegato letteratura e filosofia, rendendole indistinte dal suo stile di vita. Nel libro ho unito storie molto differenti tra loro, dall’Antica Grecia alla contemporaneità, con l’elemento comune dell’amare fuori dagli schemi. Ho introdotto in maniera non cronologica ma tematica questi autori con un saggio nella prima metà del volume e nella seconda ho tradotto originalmente i loro testi in un’antologia.
Qual è la differenza fondamentale tra Don Giovanni e Casanova?
Don Giovanni è un personaggio di fantasia creato da Tirso de Molina, ripreso da Kierkegaard e tanti altri, che ha un catalogo di conquiste. Per lui lo scopo più importante è conquistare quante più donne possibile, disinteressandosi di loro una volta raggiunto l’obiettivo. Casanova era un galante, un cavaliere, un cortese, che si innamorava in continuazione di tutte le donne che incontrava, considerandole sue pari. Per Don Giovanni l’uomo è cacciatore, la donna è preda. Il libertino di cui parlo corrisponde al modo di essere di Casanova, possiede i valori di parità, lealtà e cortesia. Non è un rimorchiatore seriale da Facebook.
Il libertino è quello che sarebbe definito oggi un poliamoroso?
In un certo senso sì, perché ama incondizionatamente, in un altro no, dato che al poliamoroso manca la parte letteraria, politica e filosofica. Non è fine a se stessa la definizione vera di libertino. Non a caso i primi libertini sono degli eretici.

Non avevo mai pensato a loro in questi termini.
Infatti, parto nel testo dal Movimento del Libero Spirito, i Libertini Spirituali che furono portati al rogo per le loro idee su Dio. Mi concentro soprattutto su Marguerite Porete, vissuta dopo il 1250, che è stata torturata e poi bruciata per aver scritto Lo Specchio delle Anime Semplici. In questo diceva che il raggiungimento dell’incontro con Dio faceva sì che per alcune creature non fosse necessario seguire il vangelo ed il catechismo. Erano già libere perché avevano visto Dio. Dopo la morte violenta della religiosa francese, nasce il movimento suddetto. È un mio collegamento nuovo, dato che prima il libertinismo non è mai stato connesso alla religione, è stato sempre visto in rapporto all’epoca illuminista.

Quali sono i libertini topici scelti?
I grandi corteggiatori antichi come Zeus, che viene descritto come il grande libertino da Omero ed Esiodo, Saffo, antica poetessa dell’isola di Lesbo, amante delle donne, Ovidio, che nel terzo libro dell’Ars Amatoria dà consigli ironici e divertenti alle ragazze su corteggiamento e sesso. Lord Byron con il suo Don Giovanni, diverso dalla figura tradizionale di sciupafemmine fino allora divulgata. Le rime audaci di Veronica Franco, cortigiana e poetessa veneziana, che fece cadere per le sue grazie anche il re di Francia Enrico III. E poi Aphra Behn, la prima scrittrice-meretrice che si è guadagnata da vivere con le sue opere, e Anne Sexton, che iniziò a scrivere per psicoterapia e finì con un Pulitzer tra le mani, nonostante la scabrosità dei temi trattati: masturbazione, coito, desiderio sessuale. Il Marchese De Sade e la sua estrema perversione, John Wilmot (Lord Rochester) ed il suo genio sregolato. Gli amori proibiti di William Shakespeare (dicono che i suoi sonetti amorosi fossero dedicati ad un uomo) e Oscar Wilde che pagò amaramente la sua passione per il suo amante Lord Alfred Douglas. E ancora Giacomo Girolamo Casanova, Julien Offray de La Mettrie, Giulio Cesare Vanini. Dulcis in fundo, fanta-intervista con George Best.

Per quale motivo Lord Byron è il libertino per eccellenza?
Ha avuto una vita sregolata nell’amore con ragazze e ragazzi. Era una persona che dava scandalo di sé, pur essendo nobile ed aristocratico. Era famosissimo e tutti lo conoscevano per le sue mirabolanti gesta. In particolar modo, ha scritto un lungo poema, Don Juan (Don Giovanni), nel quale racconta le sue storie in maniera romanzata.
Una sua avventura emblematica?
Dopo che Don Giovanni scappa dalla sua città per essere stato sorpreso nel letto con un’amica di sua madre, che definiremo oggi cougar perché più vecchia di quindici anni, si imbarca su una nave. L’imbarcazione fa naufragio sulle rive di un’isola sulla quale incontra una ragazza giovanissima, Haidée, di cui si innamora e passa con lei molto tempo. È cacciato pure da questo posto e venduto dal padre di Haidée e dai pirati come schiavo sotto le spoglie femminili di odalisca al sultano di Costantinopoli. Fa l’amore con un centinaio di odalische, ed alla fine seduce pure sultano e sultana.
Lord Byron subì delle conseguenze per il poema?
Lo pubblicò all’inizio anonimo nel 1819 e l’opera fu accusata di blasfemia. Fu tacciato di sconcezza ed immoralità ma ciononostante la sua opera divenne molto popolare tra il pubblico delle corti e dei salotti. Non è stato incarcerato per ciò che diceva.
Anche Oscar Wilde era un nobile ma è stato messo dentro per le sue preferenze.
Epoche diverse. Wilde è stato accusato di sodomia con un ragazzo, cosa inaccettabile per l’età vittoriana. Nel libro ho tradotto un lavoro poco conosciuto dello scrittore irlandese, Il Segreto di W.H., una storia di fantasia su chi sia il vero destinatario dei sonetti di Shakespeare, che non si è mai saputo. Wilde dimostra che era un maschio, un attore dal nome Willie Hughes, e non una femmina.
Purtroppo il libero amore non paga, visto che la maggior parte dei veri libertini è finita male.
Sì, in genere sono morti di malattie dopo gli eccessi. Tipo il famoso Lord Rochester, scomparso a 33 anni ed interpretato da Johnny Depp nel film The Libertine. Aveva tutte le malattie veneree di questa Terra, era impazzito, alcolista, non si reggeva in piedi.

Come mai hai scelto di inserire George Best alla fine pur se non corrisponde al tuo identikit classico di libertino?
Nel libro spiego che nell’età contemporanea non esistono più i libertini come erano intesi nel passato. La cosa più simile ad un libertino è George Best, un calciatore nordirlandese di fama mondiale, anche se non ha scritto nulla di suo. Il motivo però per cui Best è piaciuto a tante persone è perché richiama l’archetipo di cui parlo.
Quando è sparito il libertinismo?
Con Anne Sexton negli anni Sessanta. È vero che nell’ultima metà di questo decennio c’è stato il revival dell’amore libero però non ho trovato un autore che fosse collegato nell’essenza di ciò che diceva con lo scandalo dell’amare. Per questo c’è Best nel capitolo sette, che tra l’altro portava anche la maglia con questo numero. Lo scandalo consiste nel non essere sistematizzato in uno schema sociale. Ad esempio, il single è una categoria che ancora non è riconosciuta dalla società, come dico nell’introduzione.
Vero, perché non può essere controllata.
C’è un grosso pregiudizio nei suoi confronti e non è tutelato per niente dalla società. Esiste ancora un grosso pregiudizio nei confronti di chi è single: non entra nel sistema in nessuno modo, non ha nessun aiuto. È considerato una creatura irrisolta.
