Marco Chiurato è un artista contemporaneo che non conoscevo. I suoi lavori mi sono stati consigliati da una mia amica delle sue parti (Marostica, in provincia di Vicenza) che sta sempre sul pezzo. Le sue opere esplorano diversi temi importanti come violenza sulle donne, mafia, razzismo, suicidio, morte, con un velo ironico, satirico ed irriverente. Ma l’argomento più interessante al quale si è dedicato e che in Italia suscita sempre scalpore è il sesso. “Il sesso rimane un tabù quando oltrepassa i muri delle nostre case”, afferma.
Nell’ottobre del 2007 ha dato il via a Sexhibitionism, una mostra che a dispetto della facile interpretazione del titolo, parla di corpi mercificati: schiere di feti con caratteristiche adulte sovrastate da spermatozoi in corsa (Bambini Diversi), spermatozoi riprodotti in serie su un quadro formato parete (La Giusta Direzione), peni eretti in fila come piccioni sulla ringhiera di una fontana (Uccelli di Bosco), calchi di seni e sederi variegati uno accanto all’altro, gambe divaricate di donne a vulva scoperta uncinate e pendenti come nella cella frigorifera di una macelleria (Macello), vagine volanti ingabbiate in una prigione (Burqa), un Cristo con seno di donna col pene eretto (per il quale è stato iscritto nel registro degli indagati della Procura di Bassano). Il tutto è pervaso da poche luci calde e rosse, e da molte fredde e verdi, inquietanti come i messaggi veicolati (video mostra qui).
In 100% Zucchero Marco è tornato al suo mestiere originario di pasticcere e ha usato glassa di zucchero bianco dentro una sac à poche per decorare i corpi di modelli come se fossero delle tele bianche. Lo zucchero è il suo materiale base per eccellenza, che ha imparato a padroneggiare nella pasticceria di famiglia. Racconta in un video che è nato e morto all’interno di quest’ultima, e poi dopo tre giorni l’Arte l’ha resuscitato, come una sorta di Gesù Cristo. Lo zucchero sottolinea l’imperfezione perfetta dei corpi di ogni tipo scelti dall’artista ed esalta la loro diversità come un qualcosa di prezioso.
Nel 2014 ha programmato un rapporto sessuale gay in pubblico con scaglie di cioccolato e zucchero che si staccavano dai due amanti per denunciare l’omofobia. Recentemente ha allestito nel centro di Marostica “Sexy Shop – Vietato ai minori di 18 cm“, un negozio di sex toys e lingerie piccante solo all’apparenza, che una volta dentro si trasforma in una galleria d’arte di oggetti particolari come saponette-cetriolo a forma di glutei, bombe atomiche-ciuccio, o una video-installazione in cui Chiurato cammina nudo in una giungla e si accoppia con foglie vulva. L’obiettivo dei suoi lavori è quello di provocare una reazione nell’osservatore, per questo l’artista si autodefinisce “potenzialmente colpevole“. Perché l’arte dipende sempre dall’interpretazione che sta nell’occhio di chi guarda.
Come sei passato dalla pasticceria all’arte?
Sono passato dall’arte della pasticceria alla pasticceria dell’arte per mescolare gli ingredienti del cuore e del cervello.
Sexhibitionism è stata la tua prima opera a sfondo sessuale?
Ti stai sbagliando! La mia prima opera a sfondo sessuale l’ho fatta a 18 anni in Spagna. Ero in spiaggia con una ben capitata, non avevo il preservativo e ho dovuto mettere in atto la creatività per avere il mio primo rapporto sessuale. Ho realizzato un preservativo con la pellicola trasparente per alimenti. Il marsupio è un oggetto che ti rende sfigato ma al momento giusto contiene ciò che non contiene la tua borsa.
Quali sono secondo te i tabù più forti che ha la nostra società riguardo al sesso?
Ti posso dire i miei. Io ho 40 anni suonati, ancora oggi mi vergogno a farmi vedere nudo da mia madre anche quando “il mio uccello sta pescando”, ma per assurdo proprio l’altro giorno ho presentato un video in una mostra dove volteggio per un bosco nudo a fare sesso con le foglie. Queste hanno la forma della vagina e quando le vedo mi trasformo in un “Botanico Seriale”. Io dono alla foglia anidride carbonica e lei mi restituisce ossigeno. Mia mamma è entrata e si è messa di fronte alla proiezione “in Erezione” e in quel momento non ho provato vergogna. Lei si è vergognata nel vedermi nudo in quel frangente ma non proverebbe imbarazzo nella stessa situazione a casa. Penso che i tabù siano dovuti solo alla paura di essere giudicati. Prendiamo mio padre, per esempio. Non mi ha mai parlato di sesso e se vede in tv una scena spinta in mia presenza, cambia canale. Ma, cazzo papà, non credo che quando mi hai concepito stavi a fare il “missionario” in Africa e tantomeno avevi messo il burka al cazzo perché ti vergognavi!
Hai cercato di rompere qualcuno di questi attraverso le tue opere?
Con Sexhibitionism, un’installazione che parlava della mercificazione dei corpi con ben 530 calchi di figa e di tette, e ultimamente con il finto sexy shop. Non ti spiego la prima perché ci vuole un foglio A4 e chi adora il sesso non ama leggere ma adora arrivare subito al sodo.
Lo zucchero bianco è solo una decorazione o anche una metafora?
Puoi trovarci tutte le metafore che vuoi. Posso raccontarti che lo zucchero è sinonimo di fragilità, che ho usato quello bianco perché non l’avevo di canna, e che, ancora, lo utilizzo perché sono razzista, ma la risposta vera è che l’artista è un grandissimo bugiardo!
In cosa consisteva la tua recente provocazione intitolata Sexy Shop a Marostica? Quali sono state le reazioni? È successo ciò che ti aspettavi?
Come ti dicevo, chi ama scopare non ama leggere, se fosse stato al contrario non avrei risposto due domande fa. Stiamo parlando di un’installazione artistica camuffata da finto sexy shop. È stato interessante vedere che chi ama il fallo quando entrava rimaneva deluso dagli oggetti poco funzionali. Infatti, si è trovato di fronte ad una serie di opere emozionali che parlano del maltrattamento della donna. Ed è stato esilarante constatare che chi ama l’arte non entrasse perché fuori sembrava a tutti gli effetti un sexy shop vietato ai minori di 18 cm e si perdeva la mostra. Eh, i tabù…di avere meno di 18 cm.
Ti senti accettato dalla tua comunità nonostante il tuo ruolo di artista provocatore di coscienze?
Certo, le mie ammiratrici più accanite si aggirano, non per casa, ma attorno ai 70 anni.
Dato che fai questo mestiere da diversi anni, senti di aver scosso delle coscienze grazie alle tue opere?
Penso di NI.
Negli anni l’atteggiamento sessuale pubblico degli italiani è cambiato in positivo o negativo?
È cambiato l’atteggiamento pubblico degli italiani rispetto all’atteggiamento sessuale degli stupratori.
Qual è il nostro più grande problema a livello intimo?
Non avere l’harem.
Su cosa stai lavorando in generale?
Sto realizzando un’opera, o meglio devo realizzarla durante una gang bang, però non posso dire di più. Non è uno scherzo.