Se odorassimo di fiori, saremo tutti dei saponi

©Manuela Nunù Giarelli

Facendo una breve ricerca su Google se inserite la dicitura “odori genitali”, sia in italiano che in inglese, vi accorgerete che le donne e le riviste si preoccupano più dell’odore di una vagina che di quello di un pene. Quante volte abbiamo fermato un uomo nel donarci un cunnilingus proprio perchè non sicure al cento per cento delle emanazioni della nostra vulva? Tante. La percentuale degli uomini che ci ha bloccato nello scendere per una fellatio? Pari allo zero. La vecchia questione maschilista dell’uomo “deve puzzare”, è probabile rientri in questo sbilancio di comportamenti, ma non ne è la sola causa. Siamo sempre spinte verso un’igiene intima immacolata, soprattutto per il periodo mestruale, ma molte di noi non sanno nemmeno com’è fatto il loro organo. Non ci guardiamo e non comunichiamo con la vagina, a differenza degli uomini che arrivano pure a dare un nome proprio al loro pene. Come facciamo a lavarci bene se facciamo finta di non vederla?

L’ambiente in cui viviamo ci ossessiona nella detersione continua delle parti intime pure per un motivo di autodifesa. Molte di noi si presentano dal ginecologo solo quando c’è un problema serio. Rifiutiamo talmente il nostro bel apparato che non sappiamo nemmeno come funziona e ci sembra totalmente assurdo che una studentessa e ricercatrice universitaria del Wisconsin abbia potuto fare uno yogurt con la sua flora vaginale. Eppure è successo. The Order of Yoni (genitali femminili in sanscrito), un birrificio polacco, ha creato la birra Bottled Instinct con la flora della modella ceca Alexandra Brendlova e stanno cercando fondi per la distribuzione su Indiegogo. Un motivo esiste sicuro. Ed è quello che la nostra vagina è un ricettacolo di batteri, presenti in maggioranza nella forma probiotica (viva) di lactobacilli. Il lactobacillo fermenta gli zuccheri in acido lattico che la mantiene leggermente acida, col pH di 4.5. Il suo odore naturale è stantio in modo lieve per il sudore che si sviluppa nei suoi angoli e fessure.

Dopo tutto ciò, nel suo già miglior giorno, la mia fica puzza come un piccolo animale da cortile, ok? Non come un grande, fottuto lama, che mastica, sputa e puzza. No! Piccolo. Come una capra. Le compri le crocchette, sai, e la nutri e lei *lecca la mano* – AAh, l’ha mangiata! – Non ti disgusta, ma vai alla ricerca di un lavandino. Piuttosto presto. Sarebbe bene piuttosto presto. Perchè puzza. Questo nel suo giorno migliore.
Nel suo giorno peggiore, dopo una perdita di sensi, è l’ISIS. È ridotta di merda, ragazzi.È pessima. Ma sapete una cosa? Va bene.
Questa è la natura di una fica. Vero?” – Amy Schumer, The Leather Special, Netflix

Il suo “profumo” non dipende soltanto dai batteri ma anche dall’igiene quotidiana, dalla dieta seguita, dagli indumenti indossati (naturali o sintetici). L’odore inizia a distinguersi nella pubertà. Le ghiandole apocrine, che sono sudoripare, si attivano e secernono una sostanza lattiginosa e spessa, inodore, ricca di grassi, che si mescola con i batteri. Questa è svuotata nei follicoli piliferi che ne accrescono l’odore. Un “effluvio” vaginale normale può sentirsi a un metro di distanza. L’aroma standard fa impazzire gli uomini a causa dei feromoni, che devono generare interesse sessuale. Inoltre il nostro apparato si autopulisce con le fuoriuscite di colore bianco e giallino che espellono batteri e germi. La vagina è un organo in continua funzione che non può odorare e sapere di Cif per essere a posto. Deve sapere ed odorare di qualcosa per essere vivo. Ma a parte la composizione, ogni vagina ha la sua essenza caratteristica. Perchè molto dipende da ciò che mangiamo. Ogni odore è il risultato del metabolismo dell’essere umano e di quello che metabolizzano i batteri. Preoccupatevi solo se sa di pesce (possibile vaginosi) o di marcio (tampone o residui di tampone rimasti al suo interno).

Così come il pene. Può sapere di salsiccia (non scherzo), unito a un gusto metallico, di sudore, un po’ salato, di pelle. Anche l’organo maschile è costituito da ghiandole apocrine e in fatto di odore e sapore valgono le stesse informazioni sviscerate per la vagina, ad eccezione delle caratteristiche che rendono unico ciascun organo.

Allo stato naturale puzziamo. Ciò non significa che dobbiamo lasciarci andare come il relitto di una nave pirata fantasma. O vendere le nostre mutande usate online come fanno i giapponesi (ora di moda pure negli USA), soprattutto le ragazze dai diciotto in su, sfruttando i feticismi di particolari consumatori. Bisogna lavarsi, sì, e spesso. Non fino allo sfinimento perchè salviette detergenti intime, imbevute di alcool, irritano vulve e peni, ed è meglio non profumarsi di nulla se non di saponi dal pH stabile. Ma non siamo delle saponette in mezzo al bucato lindo e pinto. Il nostro odore, quando sano, è distintivo. Con un partner fisso ci abituiamo a quel tipo di odore fino ad adorarlo ed identificarlo come suo “riconoscitivo”. Dobbiamo farlo anche con noi stessi. Amiamo, rispettiamo e “guardiamo negli occhi” i nostri organi, prendendo atto del nostro essere animali.

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