Into the Woods by Mert Alas & Marcus Piggot, Vogue US Sept 2009
C’era una volta una ragazza che stava tornando a casa infagottata nel suo cappotto scamosciato nero, il cappuccio bordato di pelliccia calato sul viso. Ad un tratto sentì un rumore di passi risuonare sui sanpietrini dietro di lei. Qualcuno la stava seguendo. Accelerò la camminata tentando di seminare l’inseguitore. Svoltò di fretta l’angolo fiondandosi verso il portone della sua abitazione. Scosse la testa ansimando appoggiata ad esso. Non era la prima volta che capitava. – tratto da Una moderna Cappuccetto Rosso
Ho sempre notato lo sguardo maschile quando una donna indossa elementi di pelliccia o pelle. Un guizzo primordiale si accende nel fondo della sua pupilla. Come se fosse attratto o volesse possedere la donna solo per i vestiti che porta. E’ una reazione normale, principio base del feticismo, tipica del genere maschile. “Ma come, noi donne siamo maniache delle scarpe!”- direte. Come afferma Valerie Steele nel suo libro Fetish – Fashion, Sex & Power, la differenza tra uomo e donna sta nel significato del loro comportamento. Le donne indossano capi per moda, praticità, formalità, non per ottenere una soddisfazione erotica diretta. Vi sarà capitato di fare sesso con addosso un particolare tipo di calzature, scarpe col tacco alto a stiletto o stivali, senza che l’altro ve li togliesse. Voi non ci avete fatto caso, però il vostro uomo sì e l’avrà trovato più eccitante dell’intera nudità. La pelle d’animale agisce da seconda pelle (così come gomma, latex, pelliccia e satin). Trasmette sicurezza a chi la indossa e a chi la guarda, sensualità, aggressività e consapevolezza sessuale.
Il problema insorge solo quando si sostituisce la cosa alla persona. Se questa diventa un’ossessione, il fetish vira verso la patologia.
La pelliccia era l’ossessione di Leopold von Sacher-Masoch, autore di Venere in pelliccia. Il protagonista, Severin, non si “emozionava” senza che Wanda von Dunajew adagiasse sulle sue forme una stola di pelliccia. Il richiamo al pelo pubico è piuttosto esplicito, metafora sostenuta anche da Freud. Per alcuni studiosi le scarpette della favola originaria di Cenerentola erano delle pantofole di pelliccia. Charles Perrault le descrisse di vetro perchè all’epoca era un materiale molto ricercato e prezioso che poteva ben rappresentare la verginità di una ragazza.
L’essere attirati dal pelo artificiale in questi giorni può sfociare in certe forme estreme come la Furry Community. In delle pratiche che sfiorano superficialmente la zoofilia, le persone di questa comunità si eccitano nel farlo mascherati da animali umanoidi (volpi, cani e lupi sono i più gettonati) e a guardare pornografia disegnata con i suddetti soggetti. Esistono addirittura dei sex toys chiamati yiffy, specifici per gli amanti del genere. Hanno pure un festival tutto loro, il Midwest FurFest in Illinois.
D’un tratto il classico mondo fetish vi sembra rassicurante, vero?
D’un tratto il classico mondo fetish vi sembra rassicurante, vero?
beh sì
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