Chéri (2009)
Toy boy e cougar sono termini associati insieme e dei quali viene spesso abusato oggi. Per esempio, cougar indica anche la donna attempata in tiro che non necessariamente è in cerca di un giovane uomo. Toy boy si usa anche per l’uomo che ha dai tre ai cinque anni di meno.
L’invenzione della parola toy boy sembra essere stata coniata dall’omonimo film del 2009 con Ashton Kutcher, di cui vi consiglio la visione perché riesce ad essere più esilarante e idiota di Magic Mike. Il toy boy è presentato come un giovane playboy senza fissa dimora a caccia di donne ricche che lo mantengano. Un parassita, la quale unica abilità pare essere l’arte amatoria. “A volte mi capita di immaginare il mio futuro con una donna ma solo prima dell’orgasmo.” In una frase si capisce di che pasta è fatto il ragazzo.
Poco lusinghiero verso il genere maschile. Perché a meno che non sia il tuo mestiere, è umanamente impossibile che tu faccia sesso così tante volte e con partner differenti nella stessa giornata. Pare sia questo il superpotere del toy boy: farlo più volte senza avvertire stanchezza. “We had sex three times! Without you needing a nap or a pill or anything! How fun is that!“, esclama Courtney Cox nella serie Cougar Town. I ragazzi sono considerati privi di sentimenti profondi. Quasi si preferisce un Marlon Brando in Ultimo Tango a Parigi che non vuole sapere niente di Mary Schneider per non affezionarsi a lei, che una donna che zittisce con un “no more talking!” una domanda carina di un ragazzo assennato. Se sei piccolo non ragioni e non hai sentimenti. Bel messaggio.
Eppure mi ricordo di aver avuto più sentimenti coinvolgenti e annullanti proprio a vent’anni. Quando tendi ad idealizzare tutto e ogni ferita del cuore sembra la fine del mondo. Sono sicura che lo stesso valga per gli uomini. E’ più facile associare la tenera età alla stupidità cosicché l’adulto è liberato da ogni responsabiltà. E’ lo sbaglio che commette Léa in Chéri di Colette.
“Saresti mai capace di dirmi la tua opinione? Ah! Avrai sempre dodici anni, tu.”
“Con te, Nounoune, rischio di aver dodici anni ancora per mezzo secolo!”
Film e libri famosi tendono a stereotipare il rapporto con le persone più piccole e, dall’altro lato, mostrano la perfetta capacità di ragionare del loro cervello, ribellandosi ad una relazione dal carattere frivolo. Fermo restando che esistano storie di questa natura, ci sono coppie dove lui o lei si portano una consistente differenza d’età che funzionano per la vita. L’amore, l’affetto e la comprensione sono sentimenti senza tempo. Le evidenze delle lancette che scorrono possono essere un ostacolo solo se uno dei due gli permette di prevalere.
La società capitalistica va a nozze con le nostre debolezze. Nel nostro secolo la paura più grande è invecchiare e il sentirsi giovani esteriormente a qualunque costo è uno stile di vita. La cougar è la trasformazione moderna della figura dell’arpia, della strega, della maliarda che attira sangue fresco nella sua capanna. Il mondo del consumo la legittima attraverso un libro di un’autrice canadese, Valerie Gibson, Cougar: A Guide for Older Women Dating Young Men (dal quale il termine proviene) e quello del gossip raccontando le “scappatelle” di celebrità come Demi Moore, Jennifer Lopez, Kris Jenner. Dal 2009, anno di esplosione del trend, sono fioriti decine e decine di siti di dating specializzati: Cougarlife, Toy Boy Dating, Cougar Italia, Toy Boy Warehouse. E’ legittimazione o sfruttamento? Sembra che una donna di quarantacinque, cinquant’anni o sessanta debba andare di procura con uno giovane. Come il corrispettivo maschile. Soltanto che quest’ultimo è autorizzato dall’inizio del patriarcato a fare ciò che vuole e non ha bisogno di un appellativo come Manther per essere sdoganato.
Se abbiamo bisogno di porre delle etichette ad un rapporto significa che ce ne vergogniamo, che non siamo sicuri di quello che stiamo facendo e che prendiamo alla leggera la situazione. Le relazioni non si suddividono in base all’età anagrafica e non seguono la moda del momento. Non cadiamo nella trappola di Sex & The City che ghettizza sia trentenni che quarantenni. Siamo liberi di avere avventure occasionali o innamorarci pure di un vecchio di novant’anni senza indossare la maglietta con la zampetta del puma.