In Baby Reindeer l’Abuser non è un mostro da abbattere ma una persona con un disturbo

Baby Reindeer è tratto da una storia vera vissuta dallo stesso protagonista che la recita, Richard Gadd, attore scozzese che l’ha trasposta da opera teatrale a serie Netflix.

Dopo aver offerto una tazza di tè gratuita a Martha nel pub dove lavora, Donny si trova sommerso da mail e messaggi Facebook inviati dalla donna. Prova pena per lei e non la denuncia finché non racconta il falso ai suoi genitori e non inizia a tormentarli. Dopo quattro anni, riesce a incriminare Martha anche se in lui prevale sempre un senso di disagio. Infatti, il protagonista è stato a sua volta vittima di abusi a cui non ha saputo dire di no per quello che pensava fosse uno scopo più alto: diventare qualcuno.

Pregi

A me è piaciuto molto perché la persona abusante non viene trattata come un “mostro”, un nemico totale, ma come un essere umano che se non stiamo attenti, può diventare il nostro specchio o possiamo approfittare di lui senza accorgercene. La serie esplora questa zona grigia, non dividendo tutto in bianco o nero.

Un particolare che ho apprezzato è il rimando al sito Netflix per segnalare gli abusi: wannatalkaboutit. In quello italiano sono indicati i numeri del Telefono Rosa e del Telefono Azzurro, nonché quello delle onlus Samaritans e Fondazione Progetto Itaca. Lo stesso attore protagonista, Richard Gadd, ha sottolineato in più interviste quanto sia difficile incriminare uno stalker senza almeno una minaccia di morte scritta o reale, o con prove evidenti, soprattutto fisiche, di invasione della privacy. È un processo che potrebbe durare anni.

Una nota ancora positiva sulla serie tv è che l’attore protagonista, Richard Gadd, aiuta i survivor di abusi per un’associazione che a sua volta lo ha sostenuto tanto quando ne aveva più bisogno. Si chiama We are survivors. Il consiglio che dà più spesso è quello di spezzare il silenzio e parlare con qualcuno di quello che ci hanno fatto. La puntata più trigger warning è la quarta, che vi sconsiglio di non vedere se troppo per voi, ma vi avverto che poi potreste non capire bene certe paure di Donny, il protagonista.

Gli effetti collatorali

L’altra faccia della medaglia dell’esporsi così tanto in una serie, è stata per l’attore Richard Gadd essere il bersaglio di critiche di diverso tipo a partire dalla fisicità della protagonista Martha. L’attore però ha tenuto a evidenziare che ha fatto di tutto assieme al suo team per proteggere l’identità della stalker, più grande di età rispetto a lui.

Nonostante ciò, il Daily Mail, un tabloid inglese, ha detto che una signora li avrebbe contattati identificandosi come la stalker di Baby Reindeer e che stava valutando di intraprendere azioni legali nei confronti dell’attore per non aver nascosto dei particolari che permettevano di risalire a lei (come il fatto che fosse scozzese ma vivesse a Londra in una casa popolare). Dice di essere stata sommersa dalle minacce. Tuttavia, se si tratta veramente di lei, vi consiglio di vedere la serie per comprendere che quello che dice potrebbe non essere vero.

L’attore ha anche cercato di diffidare i leoni da tastiera dall’andare a cercare la vera persona perché non è assolutamente questo il punto della serie. Concentriamoci sul significato psicologico profondo della telefilm senza scatenare inutili e degradanti “cacce alle streghe” per sfogare le nostre frustrazioni.

Lascia un commento