Stuzzicarsi: Giochi di ruolo

MBDNIPO EC007Charlotte Rampling in Il Portiere di Notte (1974)

Fingere di essere qualcun altro non è un gioco da sottovalutare. Può essere pericoloso. Se non avete un buon equilibrio mentale, è meglio abbandoniate l’idea. Potreste convincervi di essere bravi nel fare gli attori come in The Little Death o potreste ritrovarvi in Strade Perdute di David Lynch. Calpestereste mattonelle bianche e nere in corridoi rosso scarlatto. I corridoi della mente sono imprevedibili.
Effettuato un check-up di voi stessi e del vostro partner, potete passare al gioco di ruolo che eccita di più entrambi. Ricordatevi che poche volte il gioco si relaziona con una fantasia articolata. È più concentrato su una situazione di dominazione/sottomissione. Perchè lo scopo è sessuale. Qualcuno sta già smettendo di leggere. Qualcun altro invece è curioso. Funziona proprio così. C’è a chi piace e a chi non piace. La parcondicio va a farsi benedire. E’ possibile ribaltare i ruoli per non sentirsi da meno, però alla fine prevale la tendenza alla quale siete più inclini. E’ il principio base del BDSM (Bondage e Disciplina, Dominazione e Sottomissione, Sadismo e Masochismo). Non ci sono fruste, strangolatori (chokers in inglese), anelli di appartenenza, manette. L’ambientazione rimane soft. A meno che la vostra idea non sia schiava/padrone. In genere però si mantiene la carica erotica sulle parti da impersonare e sull’abbigliamento da indossare.

La maggioranza delle donne dichiara che preferisce una posizione dominante. La risposta è indotta da secoli di dominazione maschile. E’ logico che come reazione vogliamo avere lo scettro al letto. Eppure se si trova la persona adatta, ovvero, se riponiamo piena fiducia in questa, le probabilità di provare il ruolo della sottomessa si alzano. Vi piacerà. Se e solo se siete aperte ad ogni tipo di gioco. Perchè nella sottomissione non si pongono domande fino a che la finzione non termina. E’ quella sottile paura, quel brivido dell’ignoto che vi pervade la schiena, ad innescare la tensione sessuale. E’ lo scopo del gioco: portare la tensione ai massimi livelli per esplodere in un piacere più torbido e intenso di una ordinaria situazione eccitante.

Il degenero è sempre alle porte. Abusare di questi giochi può farvi scoprire inclinazioni che non sapevate di avere. Oppure l’amore può condurvi su una strada dissestata. Sono da dosare con cautela. La curiosità può portarvi dentro un taxi col vostro uomo che vi chiede di sfilare le mutandine e alzarvi la gonna per stare a contatto con la pelle del sedile e poi lasciarvi in balia di estranei che dispongono di voi come credono. Questa è Histoire d’O di Pauline Réage (pseudonimo di Dominique Aury). O è innamorata di René e per lui è disposta ad umiliarsi sotto gli occhi di una comunità BDSM. Scopre nel mentre un certo piacere ad essere sottomessa ed in seguito a dominare. Il romanzo ha sicuramente più senso di Cinquanta Sfumature di Grigio, dove la protagonista è una sorta di bambola di pezza inanimata. Abnegazione non è necessariamente sinonimo di stupidità. Pensate ai santi (ride). La protagonista si sente più sicura di sé, sensuale, una femme fatale. E’ una sorta di educazione sentimentale rovesciata. Una contraddizione in termini.

E’ da considerare pure l’altra faccia della medaglia. Nonostante il BDSM sia stato eliminato recentemente dalle parafilie (impulsi erotici ricorrenti), la morbosità di alcuni comportamenti è da considerare con attenzione. Il motivo del controllo mentale sta tutto qui. Se vi accorgete di aver sviluppato una sorta di dipendenza ossessiva, potreste avere un problema. Il Portiere di Notte è un film fantastico per aver individuato la profonda relazione tra eros e thanatos e tra terrore e sadomasochismo. Ma la relazione tra il portiere Maximilian, ex SS, e Lucia, ex deportata, è malata. Lucia non si trasforma in un’altra persona, regredisce allo stato di bambina, la sua volontà è completamente annullata dal manifesto lolitismo di Max. Inutile dire che da certi annientamenti si esce soltanto con un aiuto esterno. Spero non vi capiti mai.

Quindi, giochi di ruolo sì ma da usare con moderazione. Evitate di ridere. Nella finzione più siete seri, più è sicura la riuscita.

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