EROTICASHION MFW HIGHLIGHTS | Progressi sulle passerelle italiane per body positivity, LGBTQIA+ e disabilità

La Milano Fashion Week risulta sempre più sexy delle altre. Forse sono di parte perché si accorda perfettamente col mio gusto italiano ma vi devo dire che per molto tempo sono stata più fan delle settimane della moda di New York e Londra. Adesso non sono più emozionanti come prima o sono cambiata io, non saprei. Per quanto riguarda diversità e inclusività sono ancora imbattibili ma qualcosa sta lentamente cambiando anche a Milano. In questa stagione si è vista più body positivity, qualche attenzione alle tematiche LGBTQIA+, un pizzico di considerazione per la disabilità e per l’anzianità.

Trovate la maggior parte degli stilisti della Milan Fashion Week sulle storie in evidenza del mio profilo Instagram: Eroticashion 8, 9 @iamfioreavvelenato .

Marco Rambaldi, foto: Vogue.it

Marco Rambaldi. Marco Rambaldi ha ricevuto in questa stagione il pieno supporto del direttore creativo di Valentino, Pierpaolo Piccioli, che ha trasmesso in streaming la sua sfilata sull’Instagram della casa di moda ed era presente in prima fila. Il sostegno è dato dal fatto che la sua collezione autunno-inverno è stata scelta come primo progetto di mentoring della Maison Valentino e ha sfilato nell’ADI Design Museum, sostenuto anche dalla Camera Nazionale della Moda Italiana. La collezione di Marco dal titolo NPRP (Nuova Poetica Post Romantica) è dedicata all’amore, per questo tuttə portavano il rossetto: ogni persona merita di amare ed essere amata. Quindi cuori e orsetti dappertutto: ricamati a maglia su top o in patchwork. Il fashion designer nasce nella maglieria, è stato finalista di Who’s on Next? 2017, e adesso sta ampliando i suoi orizzonti. In Italia le sue sfilate sono uno dei rari fenomeni di inclusività e diversità che si possono paragonare alle passerelle anglosassoni. Il suo casting non conosce distinzioni di età, genere o taglia. Tra i modelli superdisinvolti che superano i confini della barriera invisibile della passerella, c’è la pornostar Valentina Nappi in un vestitino di maglia fucsia, a dimostrare che da Rambaldi c’è posto pure per lə sex worker. Strizzano l’occhio agli anni Novanta gli anfibi Dr Martens, un grande classico da portare ai piedi.

Vivetta, foto: Vogue.com

Vivetta. Questa stagione Vivetta Ponti ha voluto cambiare un po’ le carte in tavola per scappare almeno con la fantasia dalla vita quotidiana. Il suo abbigliamento, spesso bambinesco e innocente, ha assunto l’aspetto di una Lolita kinky (bizzarra, intesa nel senso BDSM) che balla pole dance avvinghiata al classico palo. Pare che il celebre e controverso romanzo di Vladimir Nabokov abbia dato la spinta a Vivetta a fondare il suo marchio. Ci sono bodysuit in pizzo ricamato bianche, nere e rosse. Spiccano un vestito di pelliccia rosa cipria con un gatto disegnato al centro e dei guanti in PVC neri o rosa con lo smalto rosso in corrispondenza delle unghie. Questi ultimi ricordano molto le decorazioni surrealiste di Elsa Schiaparelli. C’erano anche vestitini kawaii di ispirazione anni Sessanta, completi giacca e pantalone con camicie scoperte sotto le spalle o sulla pancia con bretelle di camicia attaccate ai pantaloni.

Philosophy by Lorenzo Serafini, Vogue.com

Philosophy by Lorenzo Serafini. Lorenzo Serafini ha preso spunto per l’atmosfera dalla scena berlinese della Repubblica di Weimar. Un periodo particolarmente prolifico e progressista che va dagli anni Venti agli anni Trenta. Si è concentrato in particolare sui ritratti di donne incontrate nei primi locali notturni per lesbiche e nei bar della pittrice Jeanne Mammen. A riscaldare la passerella la canzone La Bambola di Patty Pravo reinterpretata da Lucky Love (Luc Bruyère), artista e modello disabile francese. Il risultato è un’atmosfera decadente e gender fluid.

Annakiki, foto: elle.it

Annakiki. La collezione sportiva al sapore di Matrix di Annakiki è stata animata dalla presenza della modella Lauren Wasser, che si è dovuta amputare le gambe per la sindrome da shock tossico provocata da un tampone. Tuttavia l’autunno/inverno del brand aveva come tema i robot con un’installazione robotica Returning the gaze di Behnaz Farahi in collaborazione con Universal Robots. Vorremmo vedere modellə con protesi anche in sfilate più di questo mondo. Anna Yang è una dei pochi designer che sfila in Italia che ha creato anche una collezione virtuale NFT autunno/inverno 2022-23 nel metaverso che sembra essere la nuova strada della moda.

Gucci, Vogue.com

Gucci. Alessandro Michele per la sua nuova sfilata ha collaborato con Adidas e l’ispirazione principale è partita da Madonna. La cantante americana nel 1993 indossava un vestito rosso lungo con scollo a V e strisce bianche laterali Adidas del brand di streetwear, Label, della stilista Laura Whitcomb che aveva l’autorizzazione ad usare i loghi dei brand sportivi. La designer ricontestualizzò le uniforme sportive in vestiti e altri capi di abbigliamento. La collezione di Alessandro si chiama Exquisite Gucci dal gioco collettivo surrealista Cadavre Exquisite (prende il nome dalla prima frase creata) in cui si crea casualmente una frase senza sapere le intenzioni dell’altro. Un apparentemente casuale associazione degli elementi che però rivela una sottile comunicazione sotterranea. Il tema di Gucci era la connessione tra specchi e moda. Il vestirsi ci trasforma in personaggi che non sempre corrispondono al nostro vero io, attraversiamo la soglia di un’altra dimensione che è simile a quella di uno specchio (un concetto molto da Alice nel Paese delle Meraviglie). In prima fila ad attirare l’attenzione Rihanna col pancione scoperto da un completo a due pezzi insieme al compagno A$AP Rocky.

Prada, Vogue.com

Prada. Nonostante il set futurista, a Prada si va indietro nel tempo in un mondo sospeso tra gli anni Novanta e Ottanta ben rappresentato dalle musiche dei Depeche Mode (Leave In Silence, I Feel You e altre). La canotta bianca con la piastrina del logo a triangolo rovesciato sembra essere il nuovo look da mettere sotto una giacca in autunno (anche proposta da Bottega Veneta). Non si sa se anche i boxer da uomo a vista sotto le gonne trasparenti prenderà piede ma è un look che potrebbe piacere a star e Gen Z. Nota di merito è aver impiegato modelle che hanno sfilato per Prada vent’anni fa: Elise Crombez, Erin O’Connor, Hannelore Knuts, Liya Kebede. Kim Kardashian era presente alla sfilata e si è presa un break dalle tutine super strette di Balenciaga: infatti ha indossato due tute larghe da lavoro della collezione uomo A/I 2022 di Prada, una caramello con sotto reggiseno nero in nylon del marchio e una verde lime con cappotto grigio. Sulla passerella c’era anche la sorella Kendall Jenner.

Missoni, Vogue.com

Missoni. L’ultima collezione di Alberto Caliri da Missoni è più sexy che mai, tanto da non rassomigliare alle solite del brand. Anche Missoni ha proposte delle tute da lavoro, come Prada nella collezione uomo A/I 2022, ma più sensuali come questa rossa sopra in foto. E poi pantaloni traforati vedo non vedo, cappotti accappatoio, body e bikini.

Sportmax, Vogue.com

Sportmax. Power dressing anni Quaranta, Ottanta e Novanta per Sportmax che richiamano rispettivamente la prima moglie rinnegata di Adamo, Lilith, Kim Novak e Catherine Deneuve. Il nero è prevalente, spezzato da stivali animalier e rossi, guantini a metà mano di pelle, bracciali dorati su cravatte, giacche e vestiti asimmetrici e completi lilla, rosso, rosa pallido, marrone, beige e dorato. Una delle massime ispirazioni sul moodboard è stato il fotografo di moda Helmut Newton, celebre per le sue foto BDSM e feticiste anni Sessanta-Settanta.

Versace, Vogue.com

Versace. Tanta sexiness pure da Donatella Versace che sostituisce le calze ai “leggings” in vinile, incorpora il corsetto nei vestiti e impiega scarpe platform a punta con stringhe. Presenti anche vestiti corsetto, corsetti-top e minigonne superalte sulla coscia.

Dolce&Gabbana, Vogue.com

Dolce&Gabbana. La calza-passamontagna l’avevamo già vista simile in Dion Lee e Simone Rocha (NYFW). Sembra essere una sorta di nuovo trend assieme al balaclava che non è esattamente indicato per questo periodo storico, dato che deriva il suo nome (turco) da una città della Crimea che costituisce uno dei sobborghi di Sebastopoli. Gli stilisti hanno riprodotto il metaverso solo sullo sfondo della sfilata con grattacieli al neon e graffiti col logo D&G. Gli occhiali da sole sembrano dei visori per la realtà aumentata e i mondi virtuali. Anche qui si ritrovano corsetti su cappotti, giubbotti e un reggiseno bralette su t-shirt.

Da vedere pure: ANDREĀDAMO, GCDS, Blumarine, JW Anderson, Moschino, Bottega Veneta, Giorgio Armani, Marni.

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