Le mise più sexy dell’Haute Couture per sognare e ispirarsi

La sorpresa di questa haute couture per me è stata la sfilata di Miss Sohee. Coco Rocha si è trasformata in uno scarabeo di pizzo nero in una tutina dalla testa ai piedi con abito a bustier, lacci intrecciati in vista e gonna aperta ad ali di coccinella. Ludovic de Saint Sernin ha stupito da Jean-Paul Gaultier ridando vita al corsetto in uno scenario angelico-gotico, consacrato da Charli XCX sul red carpet dei Grammy’s Awards di questa settimana. Armani Privè ha mandato in passerella abiti così chic e sexy che hanno adombrato un po’ tutti gli altri, come Alessandro Michele per Valentino e Maria Grazia Chiuri per Dior, che si sono comunque distinti per idee interessanti e, soprattutto, sognanti. Perché questo è lo scopo della proibitiva haute couture: far sognare e ispirare.

Coco Rocha in Miss Sohee

Miss Sohee

Miss Sohee è il brand sudcoreano di Sohee Park che ha debuttato nell’esclusiva rosa riservata all’haute couture parigina. La partenza col botto è avvenuta all’interno della residenza storica che una volta apparteneva a Karl Lagerfeld, Hôtel Pozzo di Borgo. La designer, per sua stessa ammissione, adora accentuare le curve naturali del corpo e nel farlo si ispira a petali e conchiglie sia nelle forme che nelle decorazioni (madreperle). La massima espressione della sexiness è stato l’abito-tuta in pizzo Chantilly indossato da Coco Rocha (descritto nell’introduzione) abbinato a stivaletti stringati con tacco a spillo. Lo scopo dell’intera collezione era esaltare la bellezza della lingerie in modo teatrale unendo Est e Ovest.

Jean-Paul Gaultier by Ludovic de Saint Sernin

Jean-Paul Gaultier by Ludovic de Saint Sernin

Un naufragio piuttosto sensuale e sofisticato quello del titolo e tema (Le Naufrage) della sfilata del designer ospite di Jean-Paul Gaultier, Ludovic de Saint Sernin. L’ispirazione è nata dal videoclip di Mylène Farmer con Seal nella canzone “Le Mots” (Le Parole) in cui i due cantanti erano dispersi in mare su una zattera immersi in un’atmosfera seppia. La spuma del mare ha di sicuro suggerito allo stilista il vestito bianco lungo di tulle con corsetto rigido, indossato nella sua versione grigio polvere da Charli XCX. Un copricapo nero a forma di nave fantasma su una giacca spigolosa tempestata di lacci a corsetto e gonna nera trasparente richiamava quella rossa della collezione 1998 di Gaultier, abbinata a un abito giallo canarino. Bella ed elaborata la gonna trasparente con scaglie di sirena della modella in apertura di sfilata.

Armani Privè

Armani Privè

Armani Privè ha chiamato la sua collezione d’anniversario (la sua linea compie quest’anno vent’anni) Lumierès (Luci) facendo sfilare i suoi 93 look, abbaglianti nella loro leggerezza ed eleganza. Il satin luccicava liquido in diversi colori su vestiti da sera drappeggiati, e poi vestiti a rete ricamati e pailettes su abiti cut out. Sempre nel nome del comfort e della morbidezza del fitting. I pantaloni, immancabili nelle collezioni di Giorgio Armani, erano larghi al punto giusto e alcuni a palloncino richiamavano una silhouette a metà tra anni Venti e Trenta. Tra gli abiti da tappeto rosso, spiccavano quelli a sirena plissettati verde pastello o rosa pastello con ampio scollo a V tondeggiante decorati da perline che coprono parte del seno su leggerissima stoffa trasparente.

Schiaparelli by Daniel Roseberry

Schiaparelli by Daniel Roseberry

Lasciamo il comfort per la rigidità e la scultura di Daniel Roseberry per Schiaparelli. L’ambizione del designer per questa collezione era di volare sempre più in alto come Icaro, nome della sua collezione (Icarus). Roseberry ha spiegato che era interessato all’aspetto del mito in cui si corrono dei rischi per raggiungere un risultato, nel suo caso tecnico: voleva sfidare l’idea che per essere moderni bisogna essere semplici con lo scopo di unire l’antichità alla modernità. Quindi, abiti a corsetto come se piovesse ma con una scocca da Porsche Carrera con fianchi trasformati in archi in un’ideale di bellezza molto vicino al futurismo. Le tecniche, tuttavia, sono moderne come i materiali usati: neoprene, ultrasuede e satin cuir. C’erano anche molto tulle, drappi e trasparenze oro bianco e giallo. Il vestito più visto sui social è stato quello di Kendall Jenner: un corsetto a righe color carne semi trasparente con coppe e strascico di tessuto, quest’ultimo annodato sul retro come un obi giapponese. Presente anche la modella transgender Alex Consani con un cappotto pastrano piumato.

Dior by Maria Grazia Chiuri

Dior by Maria Grazia Chiuri

Lo spirito ottocentesco e settecentesco sembra essere tornato di moda soprattutto in alcuni elementi del guardaroba. Maria Grazia Chiuri per Dior ha voluto giocare con dei pannier di sangallo e delle minicrinoline vuote o piene di tessuto, ricoperte di fiorellini che scendevano a cascata su nastri di tessuto, simili a liane di piante in un giardino rigoglioso, su pantaloncini a palloncino. L’idea è partita dalla scoperta della stilista che Yves Saint Laurent per disegnare la collezione della linea A dopo la morte di Christian Dior aveva guardato alla moda dei bambini. Altre fonti di ispirazione sono stati i pittori surrealisti Dorothea Tanning e Leonor Fini, e Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll. Il tocco geniale sono le ballerine-sandali alla schiava, un po’ comode per il piede e un po’ tortura per i polpacci.

Valentino by Alessandro Michele

Valentino by Alessandro Michele

Crinoline e cappe anche per Alessandro Michele nella sua collezione di debutto haute couture da Valentino, “Vertigineux” (Vertiginoso). Il nome deriva dalla vertigine che ha “colpito” lo stilista davanti alle tecniche straordinarie dello staff della maison. L’atmosfera della sfilata era un mix tra antico e nuovo con un canto gregoriano in sottofondo che rendeva solenne l’incedere delle modelle su uno schermo nero indicante il numero del modello in digitale (48 in totale). Nel sottopancia passavano delle parole rosse che mostravano le tante e varie ispirazioni della sfilata: carnevale veneziano, Maria Antonietta, suore medievali, pannier sottoveste georgiani, crinoline vittoriane, star del cinema muto, cardinali e poeti. Il rosso, tipico di Valentino, assieme ad altre tecniche tipiche di Garavani, come il plissettato e le stampe floreali in chintz, è stato usato sia in una giacca bolero che in una tonaca-abito scarlatta effetto moiré (e altri abiti).

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