HALLOWEEN: Morticia Addams, una bellezza in declino dallo charme senza tempo

“Specializzazione? Incantesimi e sortilegi”. Morticia Addams rientra a pieno titolo nella stagione delle streghe, iniziata da un mese e mezzo, e nel gothcore, una tendenza di moda che assorbe molte witchy vibes, non solo dal remake di “Beetlejuice” e dalla serie tv “Mercoledì” di Tim Burton, ma anche da “Agatha All Along” su Disney+.

Nel mio cuore sono sempre stata più Morticia Addams che Mercoledì, sua figlia. Sin da piccola pensavo che fosse la più affascinante e ironica della famiglia più gotica d’America. Nata dalla matita di Charles “Chas” Addams, diventò membro di un nucleo famigliare disfunzionale che riscosse molto successo sul New Yorker tanto da influenzare generazioni di persone.

Morticia è alta, longilinea, pallida con capelli lunghi a salice piangente dalle punte medusee riprese anche dal fondo tentacolare del suo vestito nero lungo fino ai piedi. È l’immagine della femme fatale, della donna vampiro che ispirerà nell’aspetto altri famosi personaggi televisivi americani come Vampira e Elvira.

L’origine del personaggio

Morticia è stata uno dei primi personaggi inventati da Chas Addams, il creatore de La Famiglia Addams. Quando comparve sulle pagine del The New Yorker nel 1938 aveva già le caratteristiche che conosciamo: capelli lisci neri, zigomi alti, vestito lungo di chiffon nero lacerato con scollatura a v centrale sul décolleté. Negli anni Cinquanta le iniziali occhiaie scure furono sostituite dall’ombretto. Era sola, non sposata, e Gomez sarebbe apparso al suo fianco solo nel 1942. Stando all’autore è lei il vero capo famiglia, che definisce una “bellezza in declino”. Ha un lato romantico e coltiva il suo giardino di piante velenose: belladonna, giusquiamo e eleocharis parvula (giunchina piccina, pianta perenne caratteristica degli ambienti salmastri). È una donna con un “feroce senso della famiglia” e non alza mai la voce.

Il suo nome, a detta di Chas, è stato trovato tra le pagine gialle sotto la voce “morticians” (impresari delle pompe funebri) e il creatore dice di essersi ispirato alla seducente Gloria Swanson, protagonista di film muti e sonori. Addams spiegava sempre, però, che non si ispirava a una persona o a un’icona particolare, Morticia era un “ideale, un tipo di bellezza dagli occhi leggermente inclinati verso l’alto e l’ondulata capigliatura nera”. Una bellezza che sembrava piacere all’illustratore, dato che nella sua vita sposò ben tre donne dai capelli corvini, magre e statuarie, ma non molto alte. La più simile al suo personaggio era Barbara Jean Day, la sua prima consorte.

Lo charme di Gomez è quello di Chas Addams

Gomez è un tipo dall’aspetto ordinario rispetto a Morticia, molto più untuoso e dalla faccia rotonda di John Astin o Raul Julia, che lo interpretavano rispettivamente nella serie televisiva degli anni Sessanta e nella versione anni Novanta di Barry Sonnenfeld. È un ometto sfondato di soldi, simile nell’aspetto all’attore Luis Guzmán della serie Mercoledì di Tim Burton su Netflix. Lo stesso Chas ammette che non sa se l’uomo è sposato con Morticia ma si fa volentieri mettere in riga da lei. È astuto, intrigante, scherzoso e “porta un doppiopetto gessato e talvolta lo vediamo avvolto in una veste da camera alquanto austera”, informa l’illustratore. Fuma sigari che, a volte, passa pure a suo figlio Pugsley.

Sin dall’inizio la sua comparsa sulla scena è passionale. Stringe a sé Morticia su un malandato sofà vittoriano e le chiede: “Sei infelice, tesoro?” E lei risponde: “Oh, sì, sì! Completamente!”. L’aria da “sciupafemmine” pare sia stata infusa dallo stesso Chas, conosciuto come un “affabile seduttore” quando era single tra un matrimonio e l’altro (ha sposato ben tre donne) tant’è che avrebbe accompagnato Jacqueline Kennedy e Greta Garbo agli eventi mondani. Gomez e Morticia condividono una grande passione per gli strumenti di tortura, e Gomez illustra pure ai suoi bambini come costruire una ruota della tortura nel seminterrato. Tuttavia, non ci sono riferimenti alla sua eccitazione per il francese parlato dalla moglie, del suo hobby per la scherma o della sua bravura nel ballo. Sono invenzioni cinematografiche, tuttavia, che stanno a pennello sui nostri personaggi.

Anjelica Huston e Raul Julia, la perfetta coppia BDSM

Anjelica Huston e Raul Julia sono la coppia BDSM ideale nei due film sulla Famiglia Addams degli anni Novanta prodotti. “Gomez, questa notte eri scatenato, sembravi un demonio perverso e ululante – racconta Morticia in Addams Family appena Gomez la sveglia la mattina – Mi hai spaventata! (pausa) Fallo ancora (ghigno)”. Verso la fine del primo film, quando la sexy matriarca è legata a una ruota della tortura e le corde sono strette da Tully Alford, loro commercialista traditore, lei commenta con un forte gemito di piacere: “Non sei un principiante”. Quando Gomez viene a salvarla le confessa avvicinandosi alla ruota a cui è legata: “Tissy, nel vederti così il mio sangue bolle”. Lei le risponde eccitata: “Anche il mio”. E confessano entrambi che vivere senza uno dei due sarebbe una tortura.

È evidente che si è voluto rappresentare una sana relazione BDSM, dove i ruoli sono intercambiabili: Morticia passa con nonchalance da dominatrice a schiava e lo stesso vale per Gomez. Entrambi sono dei pari che consensualmente accettano di sottomettersi l’uno all’altro in un modo vantaggioso per tutti e due. Non ci sono abusi, come nel brutto esempio di Cinquanta Sfumature di Grigio, ma rispetto reciproco in un amore coniugale sensuale e affettuoso raramente rappresentato sul grande schermo. Non solo! Anjelica doveva indossare un corsetto di ferro che le irrigidiva la figura e le impediva i movimenti, una parrucca, adesivi attaccati alle tempie che le tiravano in su gli occhi, stringhe al collo e unghie finte. Ha dichiarato al The Guardian che al termine delle riprese ha fatto un “falò delle vanità” di tutti gli accessori finti per quanto era stato estenuante indossarli durante le riprese.

Anjelica Huston aka Morticia Addams

Finora l’attrice più giusta nel ruolo di Morticia è stata Anjelica Huston, non solo per aspetto ma anche per interpretazione. La donna dai capelli corvini, che leggeva le illustrazioni di Chas Addams a sei anni già fingendo di essere Morticia, ha uno charme che, per sua stessa ammissione, ha copiato da sua madre, Enrica Soma. Ex prima ballerina, la sua famiglia era originaria di Ispra sul Lago Maggiore. “Ricky” aveva lunghi capelli neri con la riga in mezzo, lunghe ciglia folte e uno sguardo profondo. “Sembrava una Monnalisa con il suo sorriso silenzioso”, commenta Anjelica in un’intervista su come il fotoritratto di Enrica finì sulla copertina di Life nel 1947. Si sposò con John Huston nel 1950 ma data la grande differenza d’età (24 anni), ebbero relazioni extraconiugali e si lasciarono presto. Enrica, si trasferì poi con i figli dall’Irlanda, dove abitava col marito, a Londra, in cui Anjelica imparò a recitare. Morì all’età di 39 anni per un incidente stradale a Digione in Francia.

Un’altra ispirazione per Anjelica fu il documentario eccentrico e tragicomico di Grey Gardens di Albert e David Maysles, uscito nel 1975, su due socialite decadute Edith Ewing Bouvier Beale e Edith Bouvier Beale, rispettivamente zia e cugina di Jacqueline Kennedy Onassis, che si trovarono a vivere in condizione di povertà nella fatiscente magione di Grey Gardens. Edith, dopo la separazione e il divorzio dal marito nel 1931, riceveva solo il supporto per la crescita della figlia e non gli alimenti. Nel 1971 la polizia fece irruzione nella loro casa e la trovò piena di rifiuti, puzza di gatti, pulci e ragnatele, quindi ordinò di fare pulizia o avrebbero dovuto affrontare lo sfratto. Il loro reddito fiduciario si era esaurito qualche anno prima e furono salvate dalla famiglia Beale che pagò circa 30 mila dollari per ristrutturare la proprietà.

Nel 2018 Anjelica ha dichiarato al The Guardian di essersi ispirata, nel suo rapporto con Mercoledì e Pugsley, alla sua amica da quarant’anni Jerry Hall come “perfetto esempio di maternità” e per la sua “dolce indolenza nei confronti dei bambini”.

Vampira, la pin up notturna

Maila Nurmi era una pin up che vinse nel 1953 il primo premio nella competizione del ballo Bal Caribe Masquerade grazie al vestito ispirato a Morticia e fu notata dal produttore Hunt Stromberg Jr , che le affidò la presentazione di una rassegna di film horror su una rete tv di Los Angeles. Il nome “Vampira” le fu dato da Dean Riesner, marito di Nurmi e sceneggiatore di numerosi film per il cinema e la televisione. Il suo costume era un po’ più sexy di quello di Morticia, con spalle e décolleté scoperti da un ampio scollo a v. Percorreva un corridoio buio infestato dalle ragnatele e la sua frase tipica era: “Spero che voi siate stati tanto fortunati da aver passato una settimana orribile“. Per motivi di copyright il suo vestito doveva discostarsi un po’ da quello della vera Morticia, quindi si ispirò ai contenuti della rivista fetish di John Alexander Scott Coutts, Bizarre Magazine, e alla sua adorata regina dei pirati Dragon Lady del fumetto “Terry and the pirates”. Aggiunse uno spacco alla gonna lunga nera, indossò un reggiseno push-up imbottito e un corsetto che le strinse la vita di 43 cm. Completavano il look parrucca nera, unghia lunghe e finte, calze a rete, tacchi a spillo.

Ottenne un enorme successo, fu nominata per un premio Emmy nel 1954 ma nello stesso anno il suo programma fu cancellato a favore di una bionda provocante, Voluptua, che presentava un programma di film romantici. Con la proprietà dei diritti di Vampira, Nurmi tentò di portarla su un’altra tv ma da lì la sua discesa nella carriera d’attrice fu breve. Nel 1955 fu presa in ostaggio da uno psicopatico che la imprigionò nel suo appartamento per quattro ore prima che riuscisse a liberarsi. Nello stesso anno morì il suo grande amico, James Dean, e la stampa insinuò addirittura che il destino dell’attore fosse stato condannato dalla frequentazione con la “perfida strega”. Nel 1956 fece da modella per il personaggio di Malefica ne La Bella Addormentata della Disney che uscì nel 1959.

Elvira, la vampira rockstar anni Ottanta

Nel 1980 Maila Nurmi fu chiamata da una rete televisiva, KHJ-TV, per curare il revival del personaggio ma abbandonò presto il progetto perché non era stata consultata nella scelta dell’attrice, Cassandra Peterson, che poi sarebbe diventata Elvira, che dava un’interpretazione ironica e “burlesque” al suo personaggio. Le preferiva la cantante afroamericana Lola Falana. Così lo show divenne Elvira’s Movie Macabre e ci fu una disputa legale per i diritti di immagine che però Maila non vinse.

Inizialmente Cassandra voleva tenersi i suoi capelli rossi e per la caratterizzazione del personaggio pensò al film di Roman Polanski, “Per favore non mordermi sul collo!”, ma i produttori volevano che il suo costume fosse tutto nero. Quindi, il costumista Robert Redding, amico dell’attrice, combinò la strega Ecate di una produzione teatrale del Macbeth a cui aveva lavorato al make-up del teatro Kabuki per creare una versione moderna, decisamente più provocante e metal anni Ottanta di Vampira. Per l’acconciatura si ispirò a Ronnie Spector del gruppo rock’n’roll The Ronettes degli anni Sessanta. Quando il primo giorno di riprese venne fuori che la produzione non poteva usare il nome di Vampira, tutto il set mise dei bigliettini con dei nomi in un barattolo e fu estratto Elvira. Suppongo che fu scelto per la pronuncia simile a quello dell’originale. Lo show, andato in onda nel 1981 e terminato nel 1986, ebbe un’enorme successo, tanto che l’attrice vive ancora del merchandising del suo iconico personaggio.

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