Il lato sessuale di Universo Warhol

La mostra Universo Warhol raccoglie passioni ed interessi dell’artista americano, è carina e si trova al Museo della Fanteria di Roma (fino al 17 marzo 2024). In esposizione ci sono copertine e pagine di Interview, creata nel 1969 con John Wilcock e Gérard Malanga, che lanciava nuovi talenti sconosciuti. Era patinata e dipingeva una dimensione leggera della vita. Andy fu innovativo anche nella grafica della copertina dell’album dei Rolling Stones “Sticky Finger” con una vera cerniera apribile sui jeans disegnati che riassumeva lo spirito ribelle del rock. Per non parlare della banana gialla sul cd dei Velvet Underground&Nico, dal titolo “The Velvet Underground”, con la scritta “Peel Slowly See”, che chiama ad esplorare il contenuto all’interno. Ci sono anche le famose serigrafie che produsse subito dopo la morte di Marilyn Monroe, con alcune fotografie in bianco e nero dell’attrice da lui collezionate.

Pochi sanno che il sesso prevale nelle sue produzioni cinematografiche con risvolti a dir poco grotteschi. In “Trash – I rifiuti di New York”, diretto da Paul Morissey e appartenente ad una trilogia, racconta la vita quotidiana di un tossicodipendente che si scopre impotente e della sua compagna transgender. Gli avvenimenti si susseguono in modo caotico. Il protagonista è scoperto a rubare in casa da una coppia che vuole prima trasformarlo in oggetto sessuale e poi lo butta fuori. La sua partner, invece, si finge la propria sorella incinta per ottenere un sussidio da un funzionario feticista. Il doppiaggio italiano fu curato da Pier Paolo Pasolini e Dacia Maraini. Frankestein, sempre diretto da Morissey, aveva la sceneggiatura di Tonino Guerra e si concentrava su un mostro assetato di potere. Ogni personaggio era affetto da una malattia sessuale: la moglie di Frankestein è ninfomane, i figli guardoni, l’aiutante Otto un maniaco sessuale.

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