AAA Cercasi Dominatore – No perditempo

foto copertina: costume Asos, maschera Get Man Jewelry, collare Absidem, bracciali manette Bijoux Indiscrets

Avvertimento: in questo post semiserio si parla di dominazione e sottomissione nel contesto esclusivo della camera da letto, non nella vita quotidiana. Non è un annuncio per farmi trovare da un vero dominatore, ma una riflessione su questa figura. Per praticità ho usato il maschile e il femminile ma vale per tutt*.

Il mio interesse per il BDSM è iniziato con un’intervista proprio come è successo ad Anastasia Steele con Christian Grey, in Cinquanta Sfumature di Grigio, che avrei letto più tardi (mi sono fermata a pagina 100, anche in inglese è scritto troppo male) e visto il film con grandi sbadigli e giri di nervi. Sono abituata a leggere prodotti del mondo delle fanfiction da quando avevo sedici anni e la storia di E.L.James è una fantasia erotica piuttosto infantile su come dovrebbe essere un rapporto BDSM, come ne giravano milioni targate NC-17 su Hermione e Draco/Lucius Malfoy (saga Harry Potter) o Buffy e Angel/Spike (serie tv – Buffy The Vampire Slayer). Una cosa sola è vera: se non hai padronanza della materia puoi comportarti all’inizio come Anastasia, con estrema ingenuità, davanti ad un uomo affetto da seri disturbi patologici che fa passare come parte integrante del suo essere dominatore.

Cinquanta Sfumature di Grigio (2015)

Dopo aver intervistato questo uomo eterossessuale cisgender che vi dicevo sopra, lui incominciò a scrivermi coinvolgendomi in giochetti erotici interessanti, inerenti alla dominazione/sottomissione e scoprii di trovarmi a mio agio nel ruolo di schiava. Come mio solito, iniziai a documentarmi (avevo già il blog), a leggere libri di persone competenti (Ayzad, Valerie Steele sul fetish), film (Secretary, Il portiere di notte) e romanzi (Histoire d’O, Venere in pellicia). Solo che come al solito, quando mi scontrai con la realtà questa fu molto deludente. Il tizio in questione sapeva fare il dominatore solo a parole. E nemmeno. Non aveva idea di che meccanismo avesse innescato in me e non sapeva gestirmi con le fantasie. Lui stava soltanto sfogando il suo narcisismo patologico sulla mia persona e io mi innervosivo e annoiavo. Abbandonata questa psicologicamente devastante situazione dalla quale però non mi sono fatta soggiogare, incontrando comunque altre persone e facendo esperienze diverse, mi sono imbattuta in altri due tipi dai quali mi sarebbe piaciuto essere dominata per un po’ ma poi non è andata così. C’est la vie! Nella mia NON esperienza, o esperienza morta sul nascere, ho compreso che spesso il desiderio non è accompagnato da una voglia di concretezza. E pur se si vuole sperimentare, non si sa bene da dove cominciare e quindi, in mancanza di una guida, si lascia perdere. Anche perché sfugge un concetto importante del BDSM, che Ayzad esprime bene nel suo libro I Love BDSM: “Con BDSM ci si riferisce a centinaia di differenti giochi erotici accomunati da un’unica caratteristica: uno dei partner si mette a disposizione dell’altro impegnandosi ad assaporare ed accettare tutto ciò che accadrà; quest’ultimo si prende invece la responsabilità di gestire la situazione e decidere quali sensazioni ed emozioni proveranno entrambi”.

Secretary (2002)

Prendersi la responsabilità con un bagaglio di sapienza tecnica, comunicare e provare affetto per l’altro sono tre condizioni imprescindibili del BDSM. Interrogato da me sulle caratteristiche di un buon dominatore, Ayzad mi ha risposto così: “Le caratteristiche di un buon dominatore sono quelle che fanno stare bene te – e che possono essere diverse da quelle che piacciono ad altre persone. Io però direi che dovrebbe avere introspezione, empatia, competenza, trascendenza. In quest’ordine“. Non esiste che qualcuno faccia come si pare solo per – volgarmente- svuotarsi i testicoli. Il BDSM è un’arte che va imparata con umiltà. Io ho compreso la dignità e il rispetto per me stessa così. Essere gentili e accomodanti a volte ti fa passare per fesso e in situazioni sessuali trascinate può portarti all’autolesionismo o peggio. Anche nel sesso si dà e riceve. Se ci si accorge di essere solo delle piacevoli cavità umide per l’altra persona, bisogna scappare a gambe levate e smettere di idealizzare rapporti deleteri.

Lo schiavo è la vera star in un rapporto BDSM ed è probabile che sia il più esibizionista dei due. Si abbandona completamente e trasferisce in modo temporaneo il proprio potere all’altro. La parola trascendenza vale anche per questa figura. Significa annullare il proprio io e godersi le sensazioni che si provano senza pensare a nulla. Proprio come fanno gli asceti. Oltre a ciò, il sottomesso deve navigare sulla stessa lunghezza d’onda del dominatore, essere affidabile. E ultimo ma non ultimo, deve essere stuzzicante, sensuale. Una cosa che adoro fare è accendere l’eccitazione ed è sicuramente la parte del gioco in cui sono più ferrata. Per me il BDSM è un divertimento in più e non la condizione sine qua non per fare sesso. Essendo abituata a gestire nella vita reale il mio lavoro completamente da sola, a letto ogni tanto mi piace staccare. Sono molto curiosa e disposta ad imparare nuove cose, decidendo in seguito se una pratica mi piace o meno e con chi. Perché non è detto che se una pratica ti piace con una persona, poi automaticamente ti garbi con tutti. Anzi.

Il mio problema nel trovare un partner dominatore non è così raro, anzi è molto più diffuso di quanto si pensi. Come ho detto prima, pochi sanno che esiste un set di regole specifiche, e le prime rientrano nella serie SSC: sano, sicuro e consensuale. Sesso sano di mente, che rispetti i limiti del corpo e della fisica, e il consenso che è il principio fondamentale da rispettare sempre. Quando si intraprende un gioco estremo bisogna essere consapevoli dei rischi e di quello che può succedere. Non si prova tutto subito portandolo al massimo. Ci si può fermare in qualsiasi momento o esprimere la safeword con una parola o gesto. Gli incidenti devono essere prevenuti con una buona conoscenza di fisiopatologia e, perché no, pure di primo soccorso non fa mai male. È un gioco di squadra. Il sottomesso non è passivo ma partecipa attivamente. Spesso e volentieri è lo schiavo a condurre veramente le danze in modo quasi impercettibile: tramite l’accettazione delle pratiche che il dominante gli propone. Come dice Ayzad, c’è uno scambio di potere continuo tra dominatore e sottomesso. Ricapitolando: è necessario che il dominatore si diverta a comandare, si assuma le proprie responsabilità, sia competente, comunicativo, onesto e protettivo. Ovvero, un principe azzurro! Anzi, meglio, come mi piace chiamarlo: un principe nero.

Mi sembra già di udire i vostri sospiri e domande: “Ma si trova davvero da qualche parte uno così?” Non lo so. Le persone perfette non ci sono, però cercare qualcuno che abbia almeno la metà di queste caratteristiche is the way! Magari non incontreremo individui già esperti perché è più difficile al primo colpo, però è bello conoscere qualcuno disposto a percorrere un percorso di scoperta insieme e spero di trovarlo un giorno. Il segreto è lasciare che le cose scorrano senza farsi dominare da fissazioni e ossessioni. Nel frattempo, per neofiti e non consiglio come libro che è più di una guida, I Love BDSM di Ayzad, per imparare ad apprezzare e comprendere un’arte ancora troppo sconosciuta e travisata.

2 Replies to “AAA Cercasi Dominatore – No perditempo”

  1. La mia unica esperienza di dominazione è stata con una sconosciuta, e solo tramite sexting, quindi niente di paragonabile con un’esperienza reale. Eppure è stata interessante e appagante perché nelle mie fantasie BDSM mi ero sempre immaginato nella parte dello schiavo, invece quando ho trovato questa persona che sapeva cosa voleva ho scoperto questo lato di me che era addormentato da qualche parte e chissà da quanto tempo. La sconosciuta non ha ancora voluto realizzare nella realtà quelle sue fantasie, forse non lo farà mai, e non con me, tuttavia non è stato male essere ringraziato per averla dominata anche se solo a parole.

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